| Prima serata: volano gli ascolti, meglio del 2011
Buona la prima, Gianni Morandi batte se stesso e Celentano fa volare gli ascolti. Il debutto del festival di Sanremo ha registrato nella prima parte 14 milioni 378mila spettatori con il 48,5% di share, nella seconda parte 8 milioni 430 mila spettatori e il 55,06% di share. Nella seconda parte ha avuto 8 milioni 451 mila spettatori e il 55.24%. La media ponderata della serata è pari a 12 milioni 762 mila spettatori con il 49.59% (11 milioni 992 mila con il 46.39% nel 2011).
Risultato più che lusinghiero per una serata che ha puntato tutto sulla presenza di Adriano Celentano, cinquanta minuti di performance, "spettacolo nello spettacolo" come più volte avevano annunciato dall'organizzazione del festival, sermone-kolossal con strascico di polemiche. Famiglia Cristiana e l'Avvenire che ''andrebbero chiusi'', che peccano di ipocrisia, attacchi a preti e frati che fanno politica piuttosto che parlare del Paradiso, critiche alla Consulta che ha bocciato il referendum sulla legge elettorale violando il principio costituzionale della sovranità popolare, accuse alla Francia e alla Germania di aver imposto alla Grecia l'acquisto di armamenti in cambio degli aiuti europei, il governo Monti definito "materiale di ottima resistenza apparentemente indipendente facile all'ossido dei partiti", qualche strale verso il direttore generale della Rai Lorenza Lei, colpevole di aver allontanato Santoro. Tra un capitolo e l'altro, canzoni e musica che non hanno rischiarato un'atmosfera pesante.
Com'era prevedibile, è stato Rocco Papaleo il personaggio della serata, un interprete fuori dal coro, destinato a diventare uno dei protagonisti di questa edizione. Ad aprire il festival sono stati Luca e Paolo, in omaggio alla consuetudine del "passaggio di consegne" con i protagnisti dell'edizione precedente, che sfruttando il successo ottenuto l'anno scorso con il centone Ti sputtanerò hanno rivisitato Uomini soli dei Pooh per ironizzare sui comici orfani di Berlusconi. Un lungo intervento che non ha risparmiato la satira sul governo Monti, su Benigni, sul canone Rai e anche su Celentano.
A funestare la serata un blackout al sistema di voto dei giurati, che ha costretto la direzione artistica a far ripetere questa sera tutte le canzoni dei big (il telespettatore si prepari a una nuova maratona), oltre al forfait di Ivana Mrazova, costretta all'immobilità da un violento torcicollo. A sostituirla, Belen ed Elisabetta Canalis, le due primedonne dell'edizione precedente, che se la sono cavata con un centone in playback, qualche presentazione e le ironiche "voglie" di Rocco Papaleo, rivelazione della serata.
Morandi è una garanzia: non regala sorprese ma dà al pubblico sicurezza, anche se, nonostante l'esperienza, rimane un conduttore sui generis. In tutto questo ci sono state anche le canzoni, pur accompagnate dai malumori degli artisti per lo slittamento in avanti - causa Celentano - delle loro esibizioni. Sul palco sono passati tutti i big e in molti hanno pagato il pegno dell'emozione: la competizione nella seconda serata diventerà ancora più dura perché saranno quattro i cantanti eliminati. Se tutto tornerà a posto, a fine serata sapremo chi tra Francesco Renga, Arisa, Nina Zilli, Emma, Eugenio Finardi, Matia Bazar, Gigi D'Alessio e Loredana Berte', Pierdavide Carone e Lucio Dalla, Marlene Kuntz, Chiara Civello, Samuele Bersani, Dolcenera e Noemi passerà il turno.
fonteFestival commissariato, arriva Marano La Chiesa contro Celentano: "Ora le scuse" Colpito e abbattuto. I bombardamenti di Celentano non sono stati solo coreografia. Dopo il sermone della prima serata con gli attacchi alle testate cattoliche, si scatena l'ira della Chiesa sulla Rai e sul Molleggiato. La Sir, l'agenzia di stampa della Conferenza episcopale, parla di "ignoranza col microfono", replicano pure Avvenire e Famiglia Cristiana - gli oggetti dell'invettiva - e il direttore di RaiUno Mauro Mazza si smarca, "non si invoca mai la chiusura di un giornale, qualunque esso sia", dice, dopo aver passato un brutto quarto d'ora al primo mattino. Ma la situazione è critica: il direttore generale di viale Mazzini Lorenza Lei "dopo aver ascoltato informalmente il presidente e i consiglieri d'amministrazione presenti ha deciso - si legge in un comunicato diffuso nella sala stampa dell'Ariston - vista la situazione che si è venuta a creare, di inviare il vicedirettore generale per l'Offerta, Antonio Marano, a coordinare con poteri di intervento il lavoro del Festival". Che, di fatto, viene così commissariato.
La reazione delle testate cattoliche. "Quando l'ignoranza prende il microfono per diffondere il suo messaggio, è doveroso replicare": un comunicato della Sir affronta la questione Celentano all'indomani dell'intervento dell'artista, che avrebbe usato parole "che nascono da un vuoto di conoscenza di ciò che le testate cattoliche professionalmente sono, del servizio che svolgono per la crescita umana, culturale e spirituale della società tutta. Un vuoto voluto, e quindi ancor più triste, perché a tutti è possibile conoscere e comprendere il ruolo laico dei media cattolici nel nostro Paese". Duro anche l'editoriale pubblicato sul sito di Famiglia Cristiana: Celentano "è solo un piccolo attivista dell'ipocrisia, un finto esegeta della morale cristiana che sfrutta la tv per esercitare le sue vendette private". Mentre il commento di Marco Tarquinio, direttore di Avvenire, era già online sul sito del quotidiano pochi minuti dopo le parole del Molleggiato: "Tutto questo, perché abbiamo scritto che con quel che costa lui alla Rai per una serata si potevano non chiudere le sedi giornalistiche Rai nel Sud del mondo (in Africa, in Asia, in Sud America) e farle funzionare per un anno intero".
Le critiche di Verro, della Fnsi e della Fieg. Soddisfazione, certo, per i risultati d'ascolto, ma "questo non può essere l'unico principio su cui valutare i programmi del servizio pubblico - obietta il consigliere Rai Antonio Verro - Quando ciò accade la Rai abdica al suo ruolo di editore. Trasformare il palco dell'Ariston in una privilegiata vetrina promozionale o in un pulpito per grandi ospiti come Celentano e altri cabarettisti, converte il Festival in una sorta di reality show in cui si aspetta l'attacco inaspettato e violento o la battuta polemica e volgare". Critico il segretario della Federazione nazionale della stampa, Franco Siddi: "Per fortuna i giornali non dipendono da Sanremo e ancor meno da Celentano le cui battute senza senso fanno ridere chi può godersi Sanremo ma non cambiano un Paese che ha bisogno oggi più di ieri di giornali di idee e di identità come Avvenire e Famiglia Cristiana e di tanti altri che sono l'opposto e il contrario". Duro anche il presidente dell'associazione degli editori di giornali (Fieg) Giulio Anselmi: "Ciascuno ha diritto di fare le battute che vuole e di difendere i suoi interessi, ma quella è una battuta stupida".
Mazza e l'arrivo di Marano. Duro il commento del direttore di RaiUno Mazza, che prende la parola per primo in una conferenza stampa, all'Ariston, cominciata con un'ora di ritardo. Precisa che fra i compiti di Marano "c'è il coordinamento dell'offerta radiotv, è un lavoro che svolge quotidianamente e di fronte alla complessità della macchina e a qualche momento vissuto e sofferto insieme ieri sera, viene a darci una mano". Meno disteso il direttore artistico Giammarco Mazzi: "Benvenuto, è un amico, sono contento ma voglio anche capire in che cosa consiste questo potere d'intervento perché per quel che mi riguarda il percorso artistico di questa edizione è già tracciato".
Celentano e il codice etico. Ma l'affondo vero arriva dopo: "Quando il vertice dell'azienda e il direttore delle Risorse artistiche hanno fatto il contratto conoscevano Celentano, mi meraviglia la meraviglia, non ricordavano di chi si tratta, pensavano cantasse qualche canzone. Nel contratto era prevista la libertà d'espressione dell'artista, poi si può valutare se Celentano l'abbia esercitata al meglio - continua Mazza - o in alcuni passaggi abbia travalicato i confini del codice etico". E individua, ad esempio, il momento riservato al critico televisivo del Corriere della sera Aldo Grasso, al quale Celentano ha dato del "deficiente" - strascico di una polemica pre-festival quando Grasso aveva espresso perplessità in merito alla sua partecipazione al festival. "Dare del deficiente a un collega - osserva Mazza - è cosa di cattivo gusto".
"Invocare la chiusura dei giornali, un brivido". Netto il direttore di RaiUno sull'invettiva contro i giornali cattolici, cui i vertici della Rai hanno chiesto scusa: "Premesso che siamo di fronte a un artista unico nel suo genere e non a un filosofo contemporaneo, non entro nel merito delle singole affermazioni - dice Mazza - ma quando si auspica la chiusura di un qualunque giornale a me corre un brivido lungo la schiena, da giornalista e da cittadino". E aggiunge "una cosa personale": "Io ho cominciato a lavorare tanti anni fa al Secolo d'Italia, quel giornale qualcuno voleva chiuderlo con le bombe quindi so di che cosa si parla. E' impotante che i giornali si aprano, non il contrario". In ogni caso, assicura Mazza rispondendo a una domanda specifica, la Rai non chiederà a Celentano di non tornare al festival. Ma ce n'è anche per Luca e Paolo, il cui intervento, ieri sera, è stato scandito da una raffica di parolacce. "Quando accade questo - commenta Mazza - vuol dire che c'è un vuoto di idee".
Garimberti: "La Rai non può che dissociarsi". "La libertà è sacra ed è sacra anche quella di Adriano Celentano. La libertà però deve essere esercitata con responsabilità e rispetto perché altrimenti non è libertà, è qualcosa di profondamente diverso che rende persino le provocazioni insopportabili", afferma il presidente della Rai, Paolo Garimberti, che accusa Celentano di "un'operazione di disinformazione da cui la Rai, che è servizio pubblico, non può che dissociarsi".
Mazzi difende Celentano. "Ha fatto un discorso articolato - commenta il direttore artistico del Festival - che non può essere banalizzato, ha detto tante cose. La frase sulla chiusura dei giornali l'ha detta con intento provocatorio a supporto di quello che ha detto dopo, era un'iperbole: certi giornali andrebbero chiusi perché non parlano di Dio. E' un'opinione rispettabile, e i giornali possono rispondergli tranquillamente". E ancora: "Era il massimo che mi potessi aspettare: apprezzo molto un artista che ha il coraggio sempre di seguire strade non battute, di innovare". Quella di Mazzi è una difesa a tutto campo: a proposito del "deficiente" rivolto a Grasso, "non lo considero un'ingiuria: ha scritto 'che tristezza Celentano a Sanremo', è stato carente di allegria e savoir faire". Comunque, "l'avventura di Celentano a Sanremo, conoscendolo, non è finita, anche se non mi ha fatto capire se tornerà o meno".
Morandi: "Le canzoni non sono contorno". In conferenza stampa l'unico che si dice "felicissimo" e parla con soddisfazione degli ascolti è Gianni Morandi. "Non credo che le canzoni siano state messe da contorno a Celentano - afferma - L'attenzione maggiore che c'è stata sul festival favorisce anche tutte le canzoni, e dato che il primo impatto di Celentano poteva avere un effetto deflagrante, nei giorni che verranno sarà diverso". Sulla contestatissima performance del Molleggiato, Morandi prova a gettare acqua sul fuoco: "L'ho ascoltato, il suo discorso, sulle critiche ai preti era un discorso da cattolico osservante. Poi sulla chiusura dei giornali cattolici, lui pensa che si debba parlare più di spiritualità. Ognuno poi faccia le sue valutazioni".Sanremo 2012, il Festival delle parolacce
La prima puntata dell'edizione 2012 sdogana il turpiloquio dal palco. Iniziano Luca e Paolo, continuano Rocco Papaleo e Celentano e anche Morandi non si trattiene
Sanremo 2012, Luca e Paolo rimpiangono Berlusconi
Luca e Paolo aprono l'edizione 2010 del Festival con la parodia di Uomini soli dei Pooh. E "chiedono" il ritorno di Berlusconi, per il bene della satira
Foto della prima serata
I Marlene Kuntz cantano Canzone per un figlio
Nina Zilli : Per sempre
Emma Marrone canta Non e' l'inferno
Eugenio Finardi canta E tu lo chiami Dio
Loredana Berte' e Gigi D'Alessio cantano Respirare
Chiara Civello: Al posto del mondo
Francesco Renga e La tua bellezza
Irene Fornaciari canta Grande Mistero
Noemi canta Sono solo parole
Samuele Bersani: Il pallone
Dolcenera, prima a esibirsi con Ci vediamo a casa
Daniel Ezralow, astronauta alla conquista della luna fonteEdited by gabbianella66 - 15/2/2012, 23:41
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