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Costa Concordia naufraga al Giglio

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view post Posted on 14/3/2012, 23:31

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Costa, Domnica racconta la sua verità
"Io non sono l'amante di Schettino"


La hostess moldava in un'intervista esclusiva a Oggi: "Non ci siamo mai baciati, il comandante mi ha solo fatt oun baciamano. E subito prima dell'incidente al Giglio ci fu l'errore di un ufficiale"

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«No! Non sono l’amante di Schettino. Non lo sono mai stata. Non c’è stato nulla. Il nostro era un rapporto puramente professionale… Voi italiani dopo il mio interrogatorio avete titolato “Amo Schettino”: e quando mai l’ho detto ai magistrati? Meno male che la verità viene a galla. Il procuratore di Grosseto ha negato quella mia dichiarazione…».


«Dopo gli italiani ho conosciuto gli inglesi», prosegue la Cemortan. «Hanno esagerato. A loro ho raccontato la verità e cioè che Schettino, la sera del 13 gennaio mi aveva fatto un baciamano. La giornalista inglese mi ha detto che il baciamano era troppo poco. Se non c’era un bacio non c’era storia e non avrebbero pubblicato niente. Le ho chiesto cosa voleva di più. Un bacio sulla guancia, mi ha detto. Mi sembrava che cambiasse poco. Vada per il bacio sulla guancia, ho detto. Ma il bacio sulla guancia è diventato bacio sulla bocca. In più forte e appassionato».

LA NOTTE D’AMORE - E l’altra dichiarazione-bomba, quella secondo cui, se non ci fosse stato il naufragio lei e Schettino avrebbero avuto una lunga notte d’amore?, chiede il giornalista di Oggi alla Cemortan. «Questo l’ho detto», dice Domnica. «Cercate di capirmi. Sono mesi che mi tartassate con questa storia. Ogni tanto ci rido sopra. La giornalista ha capito perfettamente che era uno scherzo, ma quella frase, mi ha detto, per lei era uno scoop».

“HO PAGATO TUTTO IO” - Rispetto alla sua presenza sulla Concordia, su cui è salita come passeggera, dice: «Tengo a precisare una cosa. Biglietto aereo di andata e ritorno e crociera a prezzo di favore erano interamente a mio carico. Guadagno mille euro al mese, vi pare che avrei pagato, se a bordo avessi avuto un amante che mi aspettava?».

IL BAGAGLIO NELLA CABINA DI SCHETTINO - Nell’intervista a Oggi, Domnica Cemortan racconta finalmente la sua verità anche sul perché il suo bagaglio fu trovato nell’alloggio del comandante. «All’imbarco a Civitavecchia è venuto a prendermi il mio direttore, Manrico Gianpedroni. Ha dato disposizioni per la mia registrazione e mi ha detto di raggiungerlo dal comandante… Quando Schettino mi ha visto si è alzato dalla scrivania e mi ha dato il benvenuto. Gianpedroni mi ha spiegato che per la cabina dovevo aspettare. Il capitano mi ha detto che (il bagaglio, ndr) lo potevo lasciare lì. L’ho preso alla lettera e l’ho piantato in mezzo all’ufficio. “No”, ha detto lui, “qui non va bene”. L’ha preso e l’ha portato nella cabina che è adiacente al suo ufficio. Ho ringraziato e me ne sono andata. Sono stata a salutare lo chef che era con me su Costa Magica, ho consegnato dei regali ai miei colleghi e quando le nave è partita, sono tornata al ponte 8 a cambiarmi per la serata. Sono entrata e Schettino è uscito. Ho tolto jeans, maglietta e maglione e ho indossato un abito blu. Mentre uscivo ho incrociato Schettino. Si è fermato davanti a me, ha sorriso e mi ha detto: “You are beautiful”. Mi ha preso la mano destra e ha fatto il baciamano».

LA CENA A BORDO – La moldava, nell’intervista a Oggi, nega di aver cenato con il comandante. «A verbale è scritto che ero a cena col comandante. È un errore di traduzione. Schettino era con Gianpedroni subito dopo li ha raggiunti Ciro Onorato, manager della ristorazione. Avevano finito di cenare… Il comandante mi ha chiesto se volevo prendere un dessert con loro… Non c’erano russi, niente alcol, niente droga, niente mafia. Chiedete ai magistrati. Ormai sanno tutto di quella serata. Cosa posso dire ancora? Il tiramisù era squisito e non so di cosa parlassero i miei superiori. Nominavano il Giglio, ma lo facevano alla svelta, con accento napoletano. Non ci capivo nulla. Finito il dessert, ci siamo alzati e il comandante mi ha invitato sul ponte, a vedere “a beautiful panorama”».

L’ERRORE DI MANOVRA – Nell’intervista a Oggi, Domnica Cemortan riferisce anche un fatto importante avvenuto in plancia, l’errore nella trasmissione degli ordini sui gradi della rotta, fatto che sostiene di aver riferito agli inquirenti: «Il capitano diceva qualcosa come “tre, due, cinque” e uno alla volta gli ufficiali ripetevano “tre, due, cinque”, “tre, due, cinque”, “tre, due, cinque”. Sono andati avanti così per un po’. Ogni volta modificando la serie numerica».


IL FINIMONDO – Racconta la moldava a Oggi: «A un certo punto il capitano ha dato una nuova sequenza, mettiamo “tre cinque zero”, il primo ripete correttamente, il secondo e il terzo pure, ma il quarto, quello con l’accento strano scandisce una sequenza diversa, per esempio “tre, cinque, cinque”. Il capitano ha imprecato. Ha urlato, ha detto che certi errori erano inaccettabili. Ha ripetuto l’ordine con voce più forte e tutti lo hanno ripetuto nel modo giusto. Saranno passati 30 o 40 secondi ed è iniziato il finimondo. L’impatto con gli scogli non lo abbiamo sentito, ma gli allarmi hanno cominciato a suonare, gli ufficiali correvano ovunque e ho capito che era successo qualcosa di grave… Forse quell’errore ha fatto perdere istanti preziosi e può essere stato fatale».

IL MISTERO DEL COMPUTER - Tra le rivelazioni di Domnica Cemortan a Oggi, una importante riguarda la storia del computer del comandante, che lei mise in salvo. «Sono tornata nella cabina del comandante», racconta la moldava. «C’era il black out. Al buio mi sono rimessa gli abiti che avevo al momento dell’imbarco. Ho sfilato dalla valigia un paltò nero, ho lasciato lì tutto, anche alcune paia di scarpe made in Italy, che amavo e che mi erano costate un occhio. Ho preso con me solo la borsa con passaporto e portafoglio e sono andata. Uscendo, ho visto sulla scrivania uno schermo illuminato. Era un computer portatile, illuminato. L’ho chiuso, ho visto che era un Apple e l’ho infilato in borsa. Dall’appendiabiti ho tolto un giaccone da portare a Schettino. Sono tornata in sala comandi. Lui era sempre lì, contro le finestre sul lato destro. Gli ho passato il giaccone e sono tornata al mio posto. Verso mezzanotte il comandante si è rivolto a me e a Ciro Onorato. Ci ha detto di scendere al ponte 3 e metterci in salvo».

CHE FINE HA FATTO – E che fine ha fatto quel computer?, chiede il giornalista di Oggi. Risponde Domnica: «Ho rivisto il comandante in porto, davanti alle scialuppe, con tutti gli ufficiali. Saranno state le 4 del mattino, un’ora prima di andarmene dal Giglio. Era buio, faceva freddo, mi sono avvicinata e gli ho consegnato il computer. L’ha preso, l’ha rigirato tra le mani, l’ha osservato con aria stupita. “Brava ragazza, brava”, ha detto. L’ho salutato e me ne sono andata».

“MI HANNO USATA” - «Io amante di Schettino? Un colossale abbaglio. “Sveglia”, vorrei gridare. Non vi accorgete che vi buttano fumo negli occhi, che si parla di me e Schettino per coprire qualcos’altro?», afferma Domnica Cemortan nell’intervista esclusiva a Oggi. «È chiaro che questa storia viene usata per distogliere l’attenzione. Affonda una nave che vale centinaia di milioni di euro, muoiono decine di persone, si rischia un disastro ambientale, sono in gioco aziende, posti di lavoro, premi assicurativi per miliardi di euro e noi di cosa parliamo? “Romeo” Schettino e “Giulietta” Cemortan. Se ci pensate è pazzesco».

LE FOTO DI SCHETTINO NEL SUO TROLLEY - Nel numero di Oggi in edicola, sono pubblicate anche le immagini degli oggetti recuperati dagli inquirenti nel trolley della moldava che era sistemato nella cabina del comandante. Tra slip da bagno e scarpe made in Italy, c’erano anche alcune fotografie. Alcune dell’album di famiglia della ragazza, altre che ritraggono il comandante Schettino immerso in una piscina con un delfino. Materiale che ovviamente potrebbe rilanciare gli interrogativi sulla presunta (e da lei strenuamente negata) relazione tra la moldava e il comandante.



fonte

Sparita la campana sommersa della nave

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Il tratto di mare di fronte all'Isola del Giglio dove è naufragata la Costa Concordia è diventato negli ultimi due mesi lo specchio d'acqua più sorvegliato e frequentato, ma proprio lì non si trova più la campana della Costa Concordia. La campana, diventata un simbolo della nave, che era sommersa a 8 metri, potrebbe essere stata trafugata e sulla vicenda è in corso un'indagine che fino ad oggi è stata riservatissima. Gli accertamenti di investigatori ed inquirenti vengono svolti con il massimo della cautela: attorno alla nave gli unici che si immergono sono i sub dei soccorritori, degli investigatori e dei tecnici che lavorano al recupero del carburante. E sono stati proprio gli unici autorizzati alle immersioni a fotografare e a filmare dopo il naufragio la campana dorata, con il nome della nave inciso sopra, ancora fissata ad una parte della prua della nave sommersa dalla notte del 13 gennaio scorso.

Praticamente impossibile agli estranei avvicinarsi al relitto senza autorizzazione e senza essere accompagnati dagli addetti ai lavori. Lavori che vengono organizzati e documentati in modo certosino e questo dovrebbe facilitare gli accertamenti. La sparizione risalirebbe a diversi giorni fa, l'ANSA ha appreso oggi quanto accaduto. Chi l'ha rimossa è probabile potesse contare su un natante su cui caricarla e difficilmente l'operazione può essere stata compiuta da una sola persona: la campana pesa qualche decina di chili ed il lavoro di "sbullonamento" dal suo supporto non è un lavoro complicato e per il quale occorrono capacità. Così come un oggetto simile non può passare inosservato nel momento in cui sarebbe stato portato sulla terraferma. La campana, probabilmente, era destinata a restare all'Isola del Giglio a ricordare il naufragio e l'impegno di soccorritori, primi tra tutti propri gli abitanti dell'isola, e per questo la sua sparizione acquista adesso un significato ancora più amaro.

 
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15 replies since 14/1/2012, 20:39   1375 views
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