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Secondo uno studio il calendario Maya non finirebbe il 21 Dicembre 2012 ma nel 2116

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view post Posted on 7/11/2011, 00:01

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Secondo uno studio il calendario Maya non finirebbe il 21 Dicembre 2012 ma nel 2116



Il calendario Maya e, di conseguenza, la teorizzata fine del quarto ciclo del Lungo Computo che corrisponderebbe alla fine della nostra era, secondo studi poco diffusi, non sarebbe più da datarsi al 21 dicembre 2012 ma al 2116. É quanto sostengono due rinomati studiosi, peraltro fratelli, chiamati Bohumil e Vladimir Bohm, il primo matematico ed il secondo storico, entrambi di fama mondiale.

Risale al 2008 questo studio pubblicato sulla rivista scientifica Astronomische Nachrichten/Astronomical Notes e porta il titolo Correlation between the Mayan calendar and ours: Astronomy helps to answer why the most popular correlation (GMT) is wrong (rinvenibile sul sito di Harvard). Evidentemente all’epoca non fu sufficientemente conveniente darle spazio: la fine del mondo nel 2012 era un argomento di sicuro successo ovunque se ne parlasse. Ora però è venuto il momento di rendere giustizia a quella che, come quasi tutti hanno peraltro sempre immaginato, dovrebbe essere stata solo una colossale bufala per vendere libri e fare audience.

L’argomentazione che porta i due a questa conclusione riguarda un errore di conteggio degli anni nella correlazione presenta tra la nostra enumerazione e quella dei Maya: gli studiosi ritengono infatti che la conversione del calendario Maya in calendario cristiano, operata da parte di tre archeologi, Goodman, Martínez e Thompson, da cui il nome “GMT” del sistema di conversione, commisero alcuni errori, non considerando alcuni eventi fondamentali, per una durata totale di circa 104 anni. La “decodifica” del calendario Maya infatti è stata operata attraverso deduzioni più o meno grossolane relative ai grandi eventi che tale popolazione annotò su un grande codice ritrovato, il “Codice di Dresda”, dal nome della città tedesca in cui è conservato, in correlazione alle scoperte archeologiche (come, ad esempio, un’eruzione vulcanica). Secondo i fratelli Bohm, nell’analisi del reperto (il Codice di Dresda) e la ricerca di correlazioni con gli eventi, Goodman, Martínez e Thompson commisero alcuni errori ora noti e quindi da correggere.

Il sistema di conversione annualistica GMT andrebbe perciò rivisto ufficialmente e, secondo queste nuove scoperte, la nuova data di termine del quarto ciclo del lungo computo sarebbe da rinviare al 2116 oppure a data più definita in caso di scoperte ancor più precise. Da annotare ancora una volta, tuttavia, che la fine del quarto computo, secondo i Maya, non corrisponderebbe alla fine del mondo ma solo della nostra era, quindi del “mondo come lo conosciamo” per un cambiamento, secondo loro sicuramente positivo, che non esclude la presenza ed un ruolo attivo per l’uomo.



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view post Posted on 24/12/2011, 00:12

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Se verrà la fine del mondo nel 2012 non prendetevela con i Maya


Per il prossimo 21 dicembre, assicurano gli esperti, il loro calendario prevede solo la chiusura di un ciclo: la profezia apocalittica è frutto di un equivoco

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Una scena di vita quotidiana tra i Maya. Illustrazione di H. Tom Hall, National Geographic.

Manca un anno esatto alla fine del mondo? Non certo per i Maya, dicono all'unisono gli esperti di cultura mesoamericana.

È vero che il calendario maya - secondo il cosiddetto "computo lungo", che parte dal 3114 a.C. - prevede per il 21 dicembre 2012 la fine di un ciclo: il tredicesimo Bak'tun, un periodo del calendario della durata di circa 400 anni. La data, però, non segna il passaggio a un nuovo Bak'tun, ma un completo "resettaggio" del sistema: proprio come il contachilometri di una vecchia auto, che arrivato a 99.999 km riparte da zero.

"Tutti però sappiamo che la nuova cifra indica 100 mila chilometri e non zero", spiega William Saturno, studioso di archeologia maya alla Boston University. "È la fine di un lungo periodo? Sì. Ai Maya piaceva assistere alla fine di un lungo periodo? Certo che sì. E la fine di un Bak'tun era il più grosso evento di questo tipo che potesse capitare. Una cosa fantastica, insomma. Ma prevedevano che coincidesse con la fine del mondo? No. Quello lo pensiamo noi".

Per i Maya, invece, la fine del computo lungo rappresentava l'inizio di un nuovo ciclo, conferma Emiliano Gallaga Murrieta, direttore per lo Stato del Chiapas dell'Istituto nazionale messicano di antropologia e storia. "È come il calendario cinese: questo è l'anno del Coniglio, il prossimo sarà quello del Dragone, quello dopo un altro animale", sostiene.

Tra i Maya e gli Yankees

In realtà, gli antichi Maya hanno lasciato pochi riferimenti scritti alla fine del 13° Bak'tun. Anzi, quasi tutti gli studiosi ne citano solo uno: una tavoletta di pietra ritrovata sul Monumento 6 del sito archeologico di Tortuguero, nello Stato messicano di Tabasco.

Cosa dica di preciso l'iscrizione, però, resta un mistero, perché la tavoletta è stata in parte danneggiata. Ciononostante, parecchi studiosi hanno tentato una traduzione: la più importante è quella proposta nel 1996 da Stephen Houston della Brown University e David Stuart dell'Università del Texas di Austin. Secondo la loro interpretazione iniziale, l'iscrizione indicava che alla fine del 13° Bak'tun un dio sarebbe sceso sulla Terra. Quel che sarebbe successo dopo non era chiaro, ma gli studiosi suggerivano che poteva trattarsi di una sorta di profezia.

Quell'analisi, racconta Stuart, fu citata "su molti siti New Age, forum, e persino capitoli di libri" come se fosse la prova che i Maya avevano previsto la fine del mondo. Di recente però Houston e Stuart hanno riesaminato i glifi e concluso che l'iscrizione potrebbe non contenere alcun tipo di profezia. Si tratterebbe piuttosto di un riferimento al futuro per celebrare il principale oggetto dell'iscrizione, ovverosia lo stesso Monumento 6.

A ottobre, in un post sul suo blog, Stuart ha usato un'analogia sportiva per spiegare meglio il tono dell'iscrizione. Supponiamo, ha scritto, che uno scriba del 1950 abbia voluto celebrare la vittoria dei New York Yankees nelle World Series, le finali del campionato americano di baseball. Usando lo stesso espediente retorico utilizzato dallo scriba maya, l'iscrizione sarebbe stata più o meno la seguente: "Il 7 ottobre 1950 i New York Yankees vinsero le World Series sconfiggendo i Philadelphia Phillies. Ciò accadde 29 anni dopo la prima vittoria degli Yankees nelle World Series, nel 1921. E così, 50 anni prima dell'anno 2000, gli Yankees vinsero le World Series".

Insomma, conclude Stuart, il testo cita un evento futuro di importanza storica - l'anno 2000 nel caso dell'esempio, la fine del ciclo nell'iscrizione maya - solo per riferirsi all'evento passato che vuole celebrare. "È la struttura di molti antichi testi maya, compreso il Monumento 6 di Tortuguero".

L'apocalisse? Solo una poesia

Secondo Gallaga, è proprio questa struttura degli antichi testi maya a confondere i lettori moderni, abituati ad affermazioni più dirette e letterali. Anche se si riferisce alla venuta di un dio al termine del 13° Bak'tun, l'iscrizione non profetizza la fine del mondo".

"Il testo ha un senso più poetico", prosegue lo studioso. "Dice: 'Ecco, il 21 dicembre 2012 il dio scenderà sulla Terra per cominciare un ciclo nuovo, morirà il vecchio mondo e nascerà un mondo nuovo'. Ma è solo un modo poetico di scrivere".

L'archeologo William Saturno concorda sul fatto che sul Monumento 6 compaia un riferimento a una data specifica, ma aggiunge: "non è seguita da un testo che dice che ci sarà la fine del mondo, che il mondo finirà tra le fiamme... quello non si legge da nessuna parte".

Tutta la leggenda sul 2012, ritiene lo studioso, nasce dall'insoddisfazione degli occidentali che, in cerca di una guida, si rivolgono agli antichi in cerca di aiuto, sperando che la loro presunta saggezza li aiuti a superare un presente difficile.

In ogni caso, anche se i Maya avessero davvero profetizzato l'Apocalisse, Saturno non sarebbe troppo preoccupato: le loro capacità profetiche sono tutt'altro che provate. "Non hanno previsto il crollo della loro stessa civiltà. Non hanno previsto l'arrivo dei conquistadores spagnoli".

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view post Posted on 16/5/2012, 00:24

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Il murale che smentisce la profezia dei Maya

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La fine del mondo non è in programma per il 21 dicembre 2012. La smentita, per chi ancora ne aveva bisogno, viene proprio dal popolo cui è stata attribuita la funerea profezia: i Maya. Un gruppo di archeologi che sta indagando una città sepolta in Guatemala ha portato alla luce per la prima volta una casa maya adornata da dipinti murali. E accanto al dipinto sono state trovate tracce di calcoli effettuati dagli scribi che si riferiscono a periodi di tempo lunghissimi, anche al di là della presunta data fatidica.

La casa, appartenuta a uno scriba, è una delle migliaia di edifici di Xultún, una gigantesca città maya (vasta 31 chilometri quadrati) scoperta circa un secolo fa ma ancora in gran parte sepolta. Il team di archeologi guidato da William Saturno (nella foto) ha cominciato a studiarla nel 2010.


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Illuminato dalle lampade del fotografo, il dipinto murale, che con ogni probabilità raffigura uno scriba, fa capolino tra la vegetazione e la terra che ricoprono l'edificio. Al suo interno, tre pareti sono ricoperte di calcoli e dipinti, tra cui il ritratto di un re sul trono.


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Questi segni tracciati sulla parete nord della casa rappresentano date calcolate secondo il cosiddetto "computo lungo" dei Maya: uno di essi si riferisce a un momento posto a distanza di 7.000 anni nel futuro. William Saturno, nella sua ricerca, ipotizza che i calcoli si riferiscano a cicli astronomici, come quello delle eclissi lunari o del movimento del pianeta.

"Gli antichi Maya prevedevano che il mondo sarebbe continuato, anche 7.000 anni dopo il giorno in cui furono tracciati questi segni", sostiene l'archeologo. Un'altra parete della casa è coperta di piccoli segni che sembrano calcoli per i diversi calendari dei Maya: quello cerimoniale, della durata di 260 giorni, quello solare (365 giorni) e i cicli di Marte e Venere.


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Una fotografia composita dell'interno dell'edificio. La figura nera a sinistra è uno dei tre ritratti quasi identici di uomini seduti tracciati sulle pareti (due non sono mostrati). Al centro c'è quello che si pensa sia uno scriba, con in mano un pennello. A destra c'è un re maya ornato di piume azzurre.

"Nelle pianure abitate un tempo dai Maya scritte e dipinti murali non si conservano bene", sottolinea Saturno. "È strano che quelli di Xultún abbiano resistito".


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Una ricostruzione del ritratto di re, ormai sbiadito, ritrovato in una speciale nicchia nella stanza sepolta. Secondo i ricercatori in origine c'era una tendina, fissata al muro con un bastone fatto di osso, che serviva a nascondere e svelare il ritratto.


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In una ricostruzione moderna del dipinto murale di 1.200 anni fa, tre uomini seduti indossano copricapi di foggia mai ritrovata prima nell'arte maya. "È certamente un qualche tipo di costume", sostiene Saturno.


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Vicino al ritratto del re c'era l'immagine (qui ricostruita) di un uomo di un brillante colore arancione. I glifi vicino al volto riportano il suo nome: "Fratello minore Ossidiana". Secondo l'ipotesi di Saturno, l'insolito titolo e la vicinanza alla figura del re indicano che l'uomo, probabilmente uno scriba o un artista che abitava nella casa, era anche imparentato con il sovrano.


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