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Costa Concordia naufraga al Giglio

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view post Posted on 14/1/2012, 20:45

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Costa Concordia naufraga al Giglio

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Una scossa, le luci vanno via. Poi, a causa di uno squarcio sulla fiancata, la nave inizia a imbarcare acqua. E si inclina di 80 gradi. A bordo della nave da crociera "Costa Concordia" al largo del Giglio scoppia il panico. La situazione, del resto, è grave. E la procedura di evacuazione non funziona come dovrebbe. Alla fine il bilancio sarà di almeno tre morti (due francesi e un uomo di origini peruviane) e di 14 feriti, due dei quali in gravi condizioni. Ci sono però ancora decine di persone che mancano all'appello. Non è detto, però, che siano dispersi veri e propri: potrebbero essersi messi in salvo e non essere stati ancora rintracciati.

Tutto è successo all'ora di cena, quando le 4200 persone a bordo si trovavano al ristorante. A un certo punto, è scattato l'allarme. Molti sono riusciti a indossare il salvagente e ad avvicinarsi alle scialuppe. Durante l'evacuazione, però, qualcosa è andato storto. Molti si sono gettati in acqua, per paura.

E tre di loro non ce l'hanno fatta..


La nave, partita due ore prima da Civitavecchia, era attesa a Savona per la prima tappa della crociera. Per motivi da accertare (probabilmente, per aver seguito una rotta sbagliata), la Costa Concordia si è incagliata nelle secche di Punta Gabbianara. E ha cominciato a imbarcare acqua e a inclinarsi sul fianco destro a causa di una falla. «Sembrava il Titanic» hanno raccontato alcuni testimoni « Mentre navigavamo ad andatura turistica abbiamo impattato uno sperone di roccia che non era segnalato. Secondo la carta nautica, doveva esserci acqua a sufficienza sotto di noi» ha dichiarato il comandante della nave. Una versione che però non ha convinto, tanto che adesso Francesco Schettino - questo il nome dell'uomo - è in stato di fermo. Le accuse sono di omicidio colposo plurimo, naufragio e abbandono della nave.


Secondo molte ricostruzioni, la rotta prevista era molto più al largo di quella invece che è stata poi seguita. «Molte navi passano dal Giglio a salutare con un fischio di sirena gli abitanti dell'isola» ha confermato il sindaco, Sergio Ortelli. «E' Uno spettacolo molto bello vedere da terra la nave illuminata e anche dalla nave è suggestivo guardare l'isola nel buio, con tutte le luci accese. Ma questa volta è andata male».

La Costa Concordia «non doveva trovarsi nel punto dove ha impattato lo scoglio» fanno sapere in effetti fonti vicine all'inchiesta tecnica avviata per chiarire le cause dell'incidente. '«Se questo sia avvenuto per un errore umano, per un guasto ai dispositivi di bordo o per la concomitanza di entrambe le cause, dovrà essere accertato dalle indagini appena avviate».

La nave, intanto, resta adagiata su un fianco, appoggiata sul fondale. Sulla fiancata sinistra ha uno squarcio di 70 metri. Ma ci sono falle anche sull'altro lato. Secondo un esperto di navigazione sentito dall'Ansa «'non puo' esservi dubbio: la nave ha preso uno scoglio. Le indagini dovranno stabilire perché: puo' essersi trattato di errore umano o di avaria degli apparati elettronici».

Una «tragedia che sconvolge» commenta Costa Crociere, che alcune ore dopo l'incidente fa diffondere un comunicato: «Il primo pensiero - si legge in una nota della compagnia - va alle vittime: vogliamo esprimere il nostro cordoglio e la nostra vicinanza ai loro famigliari e amici ».


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Costa Concordia: ecco com'è



Al momento del varo, ebbe una madrina d'eccezione: Eva Herzigova. Era il 7 luglio 2006 e la "Costa Concordia" veniva battezzata nel porto di Civitavecchia. Una nave da crociera, quella costruita dalla Fincantieri di Genova, improntata al lusso e alle dimensioni mastodontiche: lunga 292 metri e larga 35,5, prevedeva (e prevede) un equipaggio di 1100 persone e una capienza massima di 3780 passeggeri.

Tra le sue caratteristiche, quella di poter vantare la costruzione del più grande Centro benessere a bordo di una nave, denominato Samsara Spa, dislocato su due piani e con una superficie di oltre 2.100 m², con 1500 cabine totali (come si legge su Wikipedia).


Le sue centrali di bordo forniscono energia elettrica sufficiente al consumo di una città di 50mila abitanti.

A bordo 5 ristoranti, 13 bar, un teatro disposto su tre piani, un simulatore di guida Gran Premio, videogame, la discoteca, sale da ballo e il casinò. E 58 suite con balcone. Insomma, una nave dei sogni. Un «tempio galleggiante del mare», come la definisce la sua compagnia. Un gigante che nessuno poteva immaginare coinvolto in un incidente come quello al Giglio.


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Naufragio Costa Concordia


Un boato e poi il buio. Le urla dei bambini indifesi e le note del pianista che continua a suonare, prima di buttarsi in mare preso dal panico. ''E' stato un incubo, sembrava di essere sul Titanic. Abbiamo veramente creduto di morire'', racconta chi e' sopravvissuto. Sono le 21.40 di venerdi' quando la Costa Concordia si schianta contro uno scoglio a 300 metri dall'isola del Giglio per poi piegarsi paurosamente su un fianco: naufragio in piena regola. E allora potra' pure chiamarsi 'Profumo di Agrumi' e ci si potra' pure augurare che sia una crociera musicale come il nome che le e' stato dato. Ma non si potra' dimenticare la legge del mare: non si naviga sottocosta, specie di notte. Tre morti e una ventina di feriti e' il bilancio molto provvisorio. Perche' ci sono ancora 41 persone tra ospiti ed equipaggio che mancano all'appello: ufficialmente sono dispersi. Si spera siano sfuggiti ai conteggi ufficiali - che per tutto il giorno hanno ballato paurosamente -, si teme siano in fondo al mare, intrappolati nei ponti sommersi della nave che non sono stati ancora raggiunti dai soccorritori. I sommozzatori dei vigili del fuoco non sono scesi: troppo grande e' il rischio che la nave scivoli giu' sul fondale, finendo per inabissarsi completamente. Le ricerche - almeno nei ponti non completamente sommersi - andranno avanti per tutta la notte e domani, probabilmente, si tentera' di scendere fin laggiu'. Per scacciare l'incubo e sperare che siano soltanto i numeri a non tornare. Era partita mercoledi' da Cagliari e ieri aveva fatto tappa a Civitavecchia, la Concordia, 1.500 cabine per ospitare fino a 3.800 persone con un unico obiettivo per i turisti: divertirsi e dimenticare il grigio della vita quotidiana. A bordo, ieri sera, c'erano 3.216 passeggeri e 1.013 membri di equipaggio. 4.229 persone di 62 nazionalita', una babele di lingue e religioni. La meta era Savona, terza tappa di un viaggio di otto giorni nel Mediterraneo, che d'inverno costa meno ma e' bello e caldo comunque quando vieni dal Kazakistan o dalla Polonia. Poi sarebbe toccato a Marsiglia e al suo Pastis, Barcellona e Palma de Maiorca come assaggio di Spagna. E poi di nuovo in Italia. La corsa folle tra il blu del mare, e oggi anche del cielo, si e' interrotta su un gruppo di scogli a 300 metri da Giglio Porto. ''Abbiamo sentito un boato, saranno state le 21.30, ci siamo affacciati e abbiamo visto delle scintille lungo la fiancata della nave. Abbiamo subito capito che aveva urtato contro 'le Scole' dicono gli abitanti dell'isola che, in una gara di solidarieta' che riempie il cuore, hanno aperto le loro case e offerto ai naufraghi tutto cio' che avevano. L'urto e' stato violentissimo: la Concordia ha letteralmente strappato uno scoglio del diametro di cinque metri, che si e' conficcato nella carena di sinistra, aprendo uno squarcio di 70 metri. Un'altro squarcio e' su un altro punto della nave Dopo l'impatto, il comandante ha proseguito la corsa per almeno altri 700 metri, per poi gettare l'ancora. Una manovra che ha consentito alla nave di girarsi e di avvicinarsi ulteriormente alla costa. Se non fosse stata fatta, probabilmente, la tragedia avrebbe assunto dimensioni da apocalisse. Immediati sono scattati i soccorsi, ma sulla nave qualcosa non ha funzionato. ''L'equipaggio ci ha assistito - hanno detto molti dei passeggeri una volta sbarcati - ma quanto ad organizzazione, zero. Nessuno sapeva cosa fare. E in molti ci hanno raccontato che il comandante era ben consapevole del pericolo, ma ha atteso un'ora e mezza per dare l'ordine di abbandonare la nave''. ''Le procedure sono state rispettate e l'evacuazione si e' svolta nei tempi previsti'', controbatte la compagnia. Fatto sta che per almeno un'ora sulla Concordia c'e' stato il panico vero. Urla, almeno un centinaio di persone che si sono lanciate in mare e sono state miracolosamente ripescate, giubbotti salvagente strappati di mano in mano e bambini tenuti in alto per sottrarli alla furia di una folla in preda alla follia. Alla fine quasi tutti sono arrivati a riva: tranne due francesi e un peruviano, i cui cadaveri sono stati recuperati dalle centinaia di soccorritori di tutti i corpi dello Stato. Due inchieste sono state aperte per capire come e perche' la nave si trovasse li': vuole saperlo il ministero delle Infrastrutture, e, soprattutto, vuole saperlo la procura di Grosseto, che indaga per disastro, omicidio e naufragio colposi e ha disposto il fermo del comandante della Concordia Francesco Schettino anche per l'abbandono della Costa Concordia. Assieme a lui e' indagato anche l'ufficiale di plancia. Una prima risposta potra' arrivare dalle scatole nere, ma e' gia' chiaro a tutti che la nave si trovava dove non doveva essere. Ora bisogna stabilire il perche'. Sull'isola la risposta gia' ce l'hanno, anche se la dicono a mezza bocca: il comandante, come tutti i comandanti delle navi di crociera, non ha fatto altro che ripetere una ''prassi''. Quando si passa nei pressi di un'isola, ci si avvicina il piu' possibile per portare il saluto. Schettino pero' si e' avvicinato troppo. ''Sara' l'inchiesta a stabilire se e' stato un guasto tecnico o altro'', dice il direttore generale di Costa Crociere, Gianni Onorato. Come per dire: non e' escluso che il comandante abbia sbagliato. Schettino, dal canto suo, ha ripetuto tutto il giorno che non ha sbagliato rotta e che quello scoglio, sulle mappe, non era segnalato. ''Li' non c'era, non doveva esserci''. Smentito dagli abitanti dell'isola. Con il calare della sera, le luci delle fotocellule illuminano le linee della nave, ormai inclinata oltre i 90 gradi. E sul molo, distante 500 metri, lo sguardo passa dalla Concordia a 'Le Scole'. ''Non doveva passare di la''', dicono i pescatori ricordando quando, il 2 settembre del 2005, la bottiglia di champagne, non si ruppe sbattendo sulla fiancata il giorno del varo. Presagio di sfortuna. E chi va per mare a queste cose e' assai attento.






Tragedia Costa, comandante: impattato con roccia non segnalata

'Secondo la carta nautica doveva esserci acqua a sufficienza sotto di noi'

E' in stato di fermo il comandante della Costa Concordia Francesco Schettino. Lo conferma il procuratore capo di Grosseto Francesco Verusio che lo sta interrogando da alcune ore.

I reati contestati a Schettino, e al primo ufficiale in plancia Ciro Ambrosio, sono omicidio colposo plurimo, naufragio e abbandono della nave mentre c'erano ancora molti passeggeri da trarre in salvo.




ISOLA DEL GIGLIO - ''Quella roccia non era segnalata sulla carta, non c'era, non doveva esserci''. Il comandante Francesco Schettino ripete il ritornello come un bambino che ha imparato la poesia a memoria: ai soccorritori che l'hanno salvato su una roccia dell'isola del Giglio a due passi dal porto, agli investigatori che da questa mattina stanno cercando di capire come e perche' la 'Concordia', gioiello della Costa Crociere, sia finita contro uno scoglio a meno di duecento metri dalla riva. In un punto dove non avrebbe dovuto essere. Schettino - che, secondo la compagnia, era sul ponte di comando al momento dell'incidente - sa bene che la sua versione fa fatica a tenere. E non e' un caso che sull'isola piu' di un abitante va incontro ai cronisti per dire che no, non e' proprio vero, che 'Le scole' - cosi' si chiamano il gruppo di scogli dove e' finita la corsa della Concordia - non ci sono sulle carte. ''Le isolette attorno al Giglio, come Le scole, sono tutte ben segnalate sulle mappe - afferma sicura Stefania Pini, titolare di un bar al porto - chi va per mare questo lo sa e lo sappiamo bene noi dell'isola''. Ma Schettino va dritto per la sua strada: ''e' successo che mentre camminavamo con la normale navigazione turistica ci siamo scontrati con uno spunzone di roccia che non era segnalato. Eravamo a 300 metri dagli scogli e quello sperone non doveva esserci. Io e l'equipaggio siamo stati gli ultimi ad abbandonare la nave''. Fa muro anche la compagnia, anche se non puo' non ammettere che quella navigazione cosi' vicino alla costa e' quantomeno anomala. E va spiegata al piu' presto. ''Sara' l'inchiesta della magistratura a chiarire se si sia trattato di un guasto tecnico o di altro. Da parte nostra ci sara' una collaborazione franca, completa e trasparente con l'autorita' giudiziaria'' dice Gianni Onorato, il direttore generale della Costa Crociere spedito al Giglio per assistere gli oltre 3mila passeggeri nel miglior modo possibile e cercare di spiegare una tragedia che ha ancora diversi punti oscuri. Parole che, di fatto, non escludono l'errore umano. Quello che piu' o meno tutti, sull'isola, danno per certo. Costa Crociere, invece, esclude in maniera assoluta qualsiasi errore nelle procedure di evacuazione della nave. Nonostante diversi passeggeri abbiano raccontato che dal momento dell'impatto con lo scoglio, all'ordine di abbandonare la Concordia, sia passata oltre un'ora. ''Le procedure di sicurezza ed evacuazione previste in questi casi sono state eseguite nei tempi corretti, le norme sono state rispettate dal comandante - spiega Onorato - e corretta e' stata anche la decisione del comandante di evacuare la nave Concordia quando ha ritenuto che ci fossero le condizioni di sicurezza''. Le cose si sono pero' complicate in seguito ad una ''repentina inclinazione'' del gigante lungo 290 metri, che ha reso difficile e in alcuni casi impossibile calare le scialuppe e le zattere cosi' come previsto dalle procedure. Certo e' che in quei momenti, dice Onorato, ''l'unico che può prendere decisioni sui tempi e' il comandante. E noi dobbiamo rispettarle''. Cosi' come e' certo che ''in 64 anni di storia questo e' il momento piu' tragico per Costa Crociere'' ammette a mezza bocca Onorato. Sapendo che si tratta di un duro colpo per la compagnia. ''Ma il nostro pensiero in questo momento va alle vittime, alle loro famiglie, ai nostri ospiti e anche all'equipaggio, che ha operato in condizioni difficilissime. Quando saremo certi che tutti gli ospiti e l'equipaggio saranno tornati a casa - conclude il direttore generale - allora capiremo i motivi dell'incidente. E soprattutto avvieremo un'indagine per far si' che non avvenga mai piu'''.

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view post Posted on 15/1/2012, 13:05

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Tre salvati dopo 24 ore ma ne mancano 36, trovata scatola nera con la rotta



E' corsa contro il tempo per cercare coloro che ancora mancano all'appello e che possono trovarsi sulla Costa Condordia, naufragata venerdi' sera davanti all'Isola del Giglio. I dispersi intanto sarebbero scesi a 36, dopo che due giapponesi, un uomo e una donna, che erano sul traghetto, si sono presentati, in mattinata, in un commissariato di polizia a Roma, sani e salvi. I due giapponesi, ha spiegato il prefetto di Grosseto, si sono presentati con altri due connazionali: evidentemente ieri erano riusciti a salire a bordo dei pullman senza essere identificati, come invece era stato fatto per i
loro compagni di viaggio.

Stanno bene ed hanno gia' lasciato l'ospedale di Orbetello alla volta di Roma due sposini coreani di 29 anni, in luna di miele. La coppia e' stata tratta in salvo nella notte all'interno della nave. Erano intrappolati nella loro cabina.

Il lavoro senza sosta dei vigili del fuoco ha permesso di raggiungere sulla nave, verso le 9,40, anche una terza persona. E' un membro dell'equipaggio ed e' il capo commissario di Bordo Marrico Giampetroni, bloccato sul ponte 3 della nave.

Secondo quanto si e' appreso, il commissario di Bordo e' stato rintracciato seguendo i rumori che sono stati avvertiti dai Vigili del Fuoco mentre ispezionavano la nave. L'area in cui si trovava il superstite e' in parte allagata e corrisponderebbe alla parte della nave che si trova al livello dell'acqua del mare. La presenza di materiali pericolanti ha reso particolarmente difficile l'operazione e ha contribuito a ritardare il salvataggio.

Nell'ispezione si procede anche facendo un confronto fra l'elenco dei nominativi e delle rispettive assegnazioni delle cabine, rispetto ai presunti dispersi di cui si ha conoscenza in questo momento.

Le vittime accertate restano tre, due turisti francesi e un marinaio peruviano. Ieri sera la procura di Grosseto ha arrestato il comandante della Concordia, Francesco Schettino: e' accusato di aver fatto avvicinare troppo la nave all'isola per farla vedere ai crocieristi e di averla abbandonata prima che tutti fossero in salvo. Sulla nave da lui comandata si erano imbarcate complessivamente 4.234 persone.

E' dello scorso agosto una e-mail del sindaco dell'Isola del Giglio. ''Non potevo esimermi dall'inviarLe un messaggio di compiacimento a nome di tutta la nostra comunita', compresi i graditi ospiti turisti, omaggiati da questo importante evento'', scriveva il sindaco Sergio Ortelli il 9 agosto scorso all'allora comandante della Concordia Massimo Callisto Garbarino. L'email e' stata pubblicata sul sito Giglio News. Ma il sindaco ora precisa che il saluto ''non e' una prassi''.


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Il naufragio sulla stampa estera

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La testimonianza di Francesca Rettondini

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La prima crociera di Francesca Rettondini si è trasformata in un incubo per l'attrice, ex compagna di Alberto Castagna, che era a bordo della nave Costa Concordia quando stanotte si è incagliata, vicino all'isola del Giglio. Ancora sotto shock, appena arrivata nella sua casa, a Roma, la Rettondini racconta al telefono, all'ANSA: "Ognuno ha vissuto esperienze diverse a seconda di dove si trovava in quel momento sulla nave. Io ero a prua, nella sala da pranzo al Ponte 3 e ho sentito forte l'impatto. Si sollevavano i tavoli, volavano i carrelli, sono saltate le luci. Ma ero vicina a un punto di fuga, sono subita corsa fuori. Ero nel posto più fortunato, vicino alle scialuppe anche se lo shock mi ha inebetita. Mi guardavo intorno e non riuscivo a muovermi".

La Rettondini, con la voce che le resta dice: "é stata veramente un'esperienza da film. Sembrava di essere sul Titanic. Tutti lo nominavamo e dicevano: 'Oddio, affondiamo!'". Ora che é a casa, con la sua barboncina Nocciolina, il primo pensiero va "agli abitanti dell'isola del Giglio che ci hanno aiutato e accolto in maniera incredibile, e alla Protezione Civile di Santo Stefano. Tutto quello che potevano fare lo hanno fatto", spiega l'attrice che si trovava sulla nave con il gruppo di ragazzi che, dopo il casting dovevano fare la formazione per il reality 'Lookmaker', che "dovrebbe andare in onda su La7" dice l'attrice.

"La crociera era un sogno per loro ma anche per me. Non ne avevo mai fatta una. E' la prima e l'ultima. Ti senti in trappola, non fa per me". L'attrice racconta anche di "aver sentito dire da molti passeggeri che il personale della nave non era preparato. Io non credo sia così. Con una nave di 11 piani era difficile soccorrere tutti. C'erano tanti disabili, bambini, persone in difficoltà". "Molti - dice - erano impegnati ad aiutare le persone che erano già in cabina, a dormire. Due ragazzini mi hanno raccontato di essere riusciti a scendere grazie a una scaletta avuta dal personale. Altri, nel panico, si sono lanciati in mare".

L'unica critica della Rettondini va al comandante: "quando la nave si è rimessa in piano ha detto: 'State tranquilli! E' tutto a posto, potete rientrare nelle cabine e nei saloni all'internò. Capisco che bisogna mantenere la calma ma prende in giro, no! Qualcuno è tornato davvero nelle cabine e poco dopo la nave stava affondando". Poi, per scendere nelle scialuppe "c'é voluto troppo tempo, due ore circa. Erano inchiodate alle funi di ferro, arrugginite. Il capitano ha usato un'accetta per cercare di staccarle. Non si capiva più niente e tanti pensavamo ai figli a casa. Io ho solo Nocciolina, la mia barboncina, che mi aspettava e per lei credo che sarei scesa in cabina".

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Disastro Concordia



Altri due morti, e fanno cinque. A 48 ore dal naufragio, dalla pancia della Costa Concordia piegata a 90 gradi davanti all'isola del Giglio, riemergono i primi due cadaveri, che si vanno ad aggiungere ai tre recuperati in acqua la sera di venerdi'. Un bilancio destinato probabilmente a salire ancora, visto che i numeri ufficiali parlano di 17 dispersi. E riemerge anche la scatola nera, da cui stanno arrivando le prime conferme a quello che tutti, al Giglio, hanno visto: la Concordia era a soli 150 metri dalla costa, un punto dove non avrebbe mai dovuto essere; l'allarme e' stato dato un'ora dopo l'impatto con lo scoglio. Perche'? Da parte sua Costa Crociere si e' difesa sottolineando che il comandante aveva superato tutte le verifiche di idoneita' e che l'equipaggio era addestrato alla gestione delle emergenze. Il ritrovamento dei due corpi e' avvenuto nel pomeriggio di una giornata che era iniziata in tutt'altra maniera: i Saf dei vigili del fuoco avevano infatti ritrovato vivi nella notte una coppia di coreani in viaggio di nozze, Hye Jim Jeong e Kideok Han: erano rimasti chiusi nella loro cabina, non avendo sentito l'allarme. ''Avevamo paura di morire di fame e di freddo, temevamo che nessuno ci sentisse'' hanno raccontato. In salvo anche Marrico Giampetroni, il commissario capo della nave, quello che molti gia' chiamano eroe: la sera del disastro ha aiutato moltissima gente a raggiungere le scialuppe per mettersi in salvo. Poi e' tornato nel salone ristorante per vedere se c'era qualcun altro ed e' scivolato, rompendosi la gamba. ''Ho sempre sperato nella salvezza'' ha detto ai pompieri quando l'hanno raggiunto e portato via dall'incubo. Con il passare delle ore, pero', i vivi hanno lasciato spazio ai morti. E la perlustrazione delle zone della nave completamente sommerse, iniziata oggi, ha dato le risposte che si temevano: non tutti ce l'hanno fatta a mettersi in salvo e qualcuno - quanti ancora non si sa - e' rimasto intrappolato a venti metri di profondita'. Due sfortunati li hanno trovati i sub della Guardia Costiera. Stavano perlustrando la zona di poppa della murata di dritta: in quello che era il terzo ponte, nei pressi del punto di raccolta indicato con la lettera 'A', c'erano i cadaveri di due uomini anziani. Entrambi avevano il giubbotto salvagente, segno inequivocabile che non hanno fatto in tempo a raggiungere le zone piu' sicure della nave, per mettersi in salvo. Identificarli e' stato quasi facile: lo spagnolo Guillermo Gual, 69 anni, aveva i documenti in tasca; Giovanni Masia, 86 anni, invece, aveva al collo una piastrina con le sue generalita'. Giovanni era in crociera con la moglie Giuseppina. Il figlio Claudio, cassintegrato della Ilva, aveva deciso di accompagnarli nel loro 'primo' viaggio fuori dalla Sardegna dopo il viaggio di nozze. A casa son tornati lui, sua moglie e i suoi figli, una nipotina, Giuseppina. Giovanni no. Ed e' molto probabile che non sia l'unico. Secondo il presidente della provincia di Grosseto e la Costa, mancano all'appello 17 persone: 11 passeggeri e 6 membri di equipaggio. Se siano sfuggiti ai conteggi, come i due giapponesi rintracciati oggi a Roma, e' quello che tutti sperano, ma piu' passano le ore e piu' sono quelli che temono che siano intrappolati la' sotto. Tra loro dovrebbe esserci William Arlotti e sua figlia di 5 anni, partiti da Rimini, due coppie di francesi, due americani, una peruviana. E due donne siciliane, Maria Grazia Trecanico e Luisa Virzi': risulterebbero conteggiate tra quelli salvati dopo il naufragio, ma di loro non c'e' traccia. Ritrovarli, vivi o morti, e' sempre piu' una corsa contro il tempo: mercoledi' le condizioni del tempo peggioreranno e questo potrebbe creare problemi seri. Non solo, infatti, sara' piu' difficile muoversi attorno e dentro la nave, ma il mare mosso potrebbe spostare la Concordia e farla scivolare verso un punto di non ritorno. A 30 metri dalla poppa c'e' infatti uno scalino di roccia al termine del quale il fondale raggiunge i 70 metri. La nave potrebbe dunque finire interamente sommersa. Non e' una corsa, invece, quella della procura di Grosseto, che vuole avere ben chiaro cosa e' accaduto. Al centro degli accertamenti c'e' sempre il comandante Francesco Schettino, ora smentito anche dai dati della scatola nera. Ma non solo: l'uomo avrebbe dato l'allarme un'ora dopo l'impatto e quando gli uomini della Guardia Costiera, nelle concitate fasi del soccorso, gli avrebbero detto di risalire sulla nave, lui si sarebbe rifiutato. L'indagine dovra' poi chiarire se e' vero, come sostengono tutti al Giglio, che quella di fare l' 'inchino' all'isola suonando le sirene e' un'usanza che tutti i comandanti, e dunque anche Schettino, rispettano. Tanto che il sindaco ad agosto, scrisse una mail di ringraziamento ad un vecchio comandante della Costa, che era passato vicino all'isola. Mail imbarazzante e quantomeno fuoriluogo, pensando alle vittime della Concordia, ormai piegata su un fianco.

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view post Posted on 17/1/2012, 23:37

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Il comandante Schettino agli arresti domiciliari



Si è svolto nel pomeriggio l’interrogatorio di garanzia del comandante della Costa Concordia Francesco Schettino. Al termine dell’udienza, nella quale il comandante ha deciso di rispondere a tutte le domande postegli dagli inquirenti, il gip di Grosseto Valeria Montesarchio non ha convalidato il fermo disposto dalla Procura sabato scorso ma ha disposto, quale misura cautelare, gli arresti domiciliari. Come detto, Schettino non si è avvalso della facoltà di non rispondere e si è difeso. ‘Ero io al comando al momento dell’impatto. Ho salvato centinaia, migliaia di persone e non ho mai abbandonato la nave’, ha dichiarato Schettino. ‘La nave dopo l’urto con lo scoglio ha avuto uno sbandamento di 90 gradi. Non potevo risalire sopra. Provate voi se vi riesce a risalire su una imbarcazione in quelle condizioni. Ci vuole un elicottero…ci vuole..‘, ha continuato la sua difesa il comandante. Il Procuratore capo di Grosseto Francesco Verusio, però, ha dichiarato che le dichiarazioni di Schettino ‘non hanno modificato l’impianto accusatorio della procura‘.


Recuperati altri 5 cadaveri


Sale a undici il numero delle vittime accertate. Nel pomeriggio i sommozzatori della Guardia Costiera hanno recuperato altri 5 cadaveri, quattro uomini e una donna di età compresa tra i 50 e i 60 anni. I corpi, tutti dotati di giubbetto di salvataggio, si trovavano a poppa nella parte sommersa dell’imbarcazione. Il numero ufficiale dei dispersi scende quindi a 22. Un cittadino tedesco, infatti, inserito nell’elenco dei passeggeri non ancora rinvenuti, è stato rintracciato in Germania.


La Marina utilizza l’esplosivo per aprire varchi


I sommozzatori e i palombari della Marina sono all’opera da stamattina per cercare di aprire dei varchi tra le macerie del mobilio rovesciato all’interno della nave per permettere ai soccorritori di raggiungere anche i locali che finora non sono stati ancora raggiunti e favorire, quindi, la ricerca dei passeggeri ancora dispersi. Per fare questo sono state piazzate quattro minicariche di esplosivo in punti strategici dell’imbarcazione. Questa appena trascorsa, intanto, è stata la prima notte in cui le ricerche sono state interrotte. I pericolosi movimenti della nave di ieri, infatti, hanno consigliato ai soccorritori di sospendere gli interventi di ricerca.


Le strane telefonate del comandante

Le ultime ricostruzioni su quello che è avvenuto a bordo della Concordia nei tragici momenti seguiti all’impatto con lo scoglio hanno dell’incredibile. Secondo molte testimonianze, infatti, il comandante Schettino avrebbe fatto numerose telefonate lasciando senza risposte le numerose domande dei suoi ufficiali e non impartendo alcun tipo di ordine aumentando il caos e ritardando l’evacuazione della nave. ‘Il comandante si è attaccato al suo telefono cellulare. Ha fatto numerose chiamate. Noi gli facevamo domande. “Comandante, che si fa?”. Ma lui, niente, era sempre al telefono‘, racconta l’ufficiale Alessandro Di Lena. A chi telefonò Schettino? Sembra che alcune telefonate fossero dirette a Roberto Ferrarini, il responsabile dell’unità di crisi e controllo della flotta Costa.
Ecco alcuni estratti delle telefonate fra il comandante Gregorio Maria De Falco della Capitaneria di Porto e il comandante della Concordia Francesco Schettino. Come leggerete e come sentirete dall’audio, Schettino è fuggito dalla scena del disastro alla faccia del vecchio adagio secondo il quale il comandante è sempre l’ultimo ad abbandonare la nave.




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Edited by gabbianella66 - 19/1/2012, 22:31
 
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Schettino a casa. «Basta con le navi. Cambio vita»

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L'«inchino» al Giglio? Una routine. Lo scoglio? Ben noto. Francesco Schettino, comandante della Costa Concordia, ammette le sue responsabilità durante l'interrogatorio. «La rotta per il saluto al Giglio era stata tracciata fin dalla partenza, da Civitavecchia. L’ufficiale di rotta mi aveva avvertito: “Occhio allo scoglio”. Ma io lo avevo già fatto almeno altre tre o quattro volte, mi sentivo sicuro...».

Confessa ancora: «Ero alla guida della nave. Il pilota teneva il timone al mio fianco e io davo gli ordini. C’era un punto in cui dovevo virare a destra per evitare gli spuntoni ma non ho fatto in tempo. Ci siamo avvicinati troppo e quando la nave ha cominciato la virata, la poppa ha preso lo scoglio sulla fiancata sinistra e ha avuto uno scossone...».

«Basta, cambio vita. Non salirò mai più su una nave». Francesco Schettino è seduto davanti al maresciallo nella caserma dei Carabinieri di Orbetello. E' sconfortato per il disastro appena provocato. Ma la sua frase non indica che voglia darsi alla fuga. Anzi. Per il Gip Valeria Montesarchio quelle parole indicano solo il dolore e la vergogna per la sciagura e per l'atto di vigliaccheria.

Per il giudice, Schettino è stato imprudente e negligente. Ha condotto una manovra di avvicinamento sconsiderata, eccessiva, «scellerata»; ha sottovalutato la portata di quel danno; ha omesso di avvisare le autorità costiere e infine ha abbandonato la nave. Ma Francesco Schettino non ha l'aria di uno che vuole fuggire.

Alcuni dettagli dei suoi comportamenti, raccontati dal Gip nelle motivazioni con cui ha disposto la sua scarcerazione e ordinato gli arresti domiciliari, aiutano a capire meglio.

Nel bel mezzo del naufragio Schettino va via dalla nave, ma lo fa assieme ad altri membri dell'equipaggio, non come un fuggiasco che cerca di mimetizzarsi tra i passeggeri: appena dopo essere sbarcato rimane impalato sulla scogliera dell'isola del Giglio a guardare la nave affondare.

E' sotto shock. Poi viene portato alla compagnia dei Carabinieri, dove annuncia di voler cambiare vita. Va in hotel, se la prende comoda, rilascia dichiarazioni ai giornalisti in mondovisione. Non tenta minimamente di voler fuggire o nascondersi.


«PERICOLO DI REITERAZIONE»
Schettino non può e non vuole neanche inquinare le prove, continua il Gip. L'unica cosa che paradossalmente potrebbe fare è reiterare quel reato colposo. Schettino è un pericolo per gli altri: totalmente inadeguato ad avere sotto la propria responsabilità altre persone. Per questo, visto che non gli è ancora stato inibito ufficialmente di continuare nella sua attività, starà ai domiciliari

IL RICORSO DELLA PROCURA
La procura annuncia che farà ricorso al Riesame. «Abbiamo motivo per credere che si possa sottrarre alle proprie responsabilità», dichiara il procuratore di Grosseto Francesco Verusio. «I reati contestati sono molto gravi e considerata la sua personalità non credo stia a casa ad aspettare che lo andiamo a prendere tra qualche anno per scontare, magari, 15 anni di carcere».



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Costa Concordia, il medico di bordo in tv: «Ho lasciato la nave alle 23»

La ricostruzione a "Porta a Porta". Vespa lo incalza: «Ma perché è sceso? L'emergenza non era mica a terra»

Dice che lo prevede il «protocollo». E che lui, su quella scialuppa, doveva salire per forza. Il medico di bordo del Costa Concordia si presenta in Tv, a Porta a Porta, in prima serata, indossando «le stesse scarpe graffiate e gli stessi abiti» di quella terribile serata. Racconta il momento dello schianto, il panico dei passeggeri. Ma poi, ricostruendo quello che accadde durante il naufragio, Gianluca Marino Cosentino, tenente di vascello medico, ammette di aver abbandonato la nave «intorno alle 11 (le 23, ndr)». Nei minuti, cioè, in cui veniva finalmente ordinata l'evacuazione.


Vespa ha un sussulto, gli chiede come mai abbia deciso di lasciare così presto il Concordia. «L'emergenza era a bordo», incalza il conduttore «mica a terra». Il medico, che poco prima aveva raccontato di aver tranquillizzato un gruppo di passeggeri del ponte 5 e di aver assistito cinque o sei feriti assieme alla sua squadra, risponde che quando il comandante ordina di abbandonare la nave, non c'è altro da fare. «E chi l'ha sentita, la voce del comandante!» replicano alcuni passeggeri del Concordia, ospiti in studio. «Io ero fuori servizio» spiega ancora il medico di bordo. «I sistemi di comunicazione erano saltati. Ognuno di noi ha seguito autonomamente le procedure di emergenza. Io sono riuscito ad avvertire mia madre con il mio cellulare personale, ma quello di servizio era saltato. E questo è stato molto grave». «Meno male che lo dice lei» chiosa Vespa.

Il medico, poi, chiarisce di essere tornato a un certo punto verso la nave, e di aver continuato il suo lavoro di assistenza ai feriti. «Ma sopra non c'era nessun ufficiale» lo incalza uno dei passeggeri del Concordia. «Vedere una delle divise che ci sono qui stasera, in quella situazione, per noi sarebbe stato oro. E invece ad assisterci c'erano solo alcuni filippini, membri dell'equipaggio».


Cosentino ribadisce di aver seguito le regole. E cioè di essere salito sulla scialuppa numero 19 e, una volta portato a termine lo sbarco, di essere tornato indietro. A terminare il lavoro. Ma Vespa insinua il dubbio: «Da uomo della strada, uno pensa che il lavoro del medico, in quelle occasioni, sia a bordo».


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La rotta della Concordia minuto per minuto: il tracciato Gps


La ricostruzione dettagliata della rotta della Costa Concordia nella notte del 13 gennaio. Il tracciato è stato ricavato dalla società olandese QPS - specializzata in software per la navigazione - in base alle informazioni GPS della nave.

 
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Il cuoco: «Schettino mi ha chiesto la cena alle dieci»

Rogelio Barista ha raccontato a una televisione americana di aver visto il comandate al bar con una donna dopo l'impatto con lo scoglio

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«Schettino voleva che gli cucinassimo la cena attorno alle 22-22.30, era con una donna che non conoscevo. Ho chiesto all'altro cuoco, Jason Velasco, che cosa stesse pensando il comandante. In quel momento stava cadendo tutto a pezzi, compresa la cucina». Il cuoco filippino della Costa Concordia, Rogelio Barista, ha raccontato a una tv americana che, dopo che la nave aveva già impattato con lo scoglio alle 21.45, il comandante gli avrebbe chiesto di preparare la cena.


«Non potevo credere a quello che stava succedendo. Ho avuto parecchie esperienze di catastrofi come incendi sulle navi, persino sulla Costa Concordia, e mi sono imposto di non spaventarmi. Ho dato un'occhiata fuori dalla cucina e ho visto il comandante che aspettava il suo drink. Mi sono chiesto perché stesse ancora lì, aspettando il dessert della sua compagna, con tutto quello che stava succedendo».

La versione di Rogelio è stata confermata anche da un collega, e da altri passeggeri che avrebbero visto Schettino arrivare al ristorante in compagnia di due donne. Uno di questi, Marco Monda, ha raccontato a Chi l'ha visto?: «Eravamo con mia moglie al ristorante, all’ultimo piano della nave, erano le 21.15 e ho visto il comandante arrivare al ristorante abbracciato a due ragazze, una bionda e una con i capelli scuri. Mostrava alle due ragazze la vetrata del ristorante, da cui si vedeva l’isola del Giglio. Il comandante, al momento dell’impatto, era con noi. Poi è scappato come tutti».




La ragazza in plancia: «Schettino ci ha salvati»


Domnica Cemortan, moldava: «Ero sul ponte per tradurre in russo gli ordini del comandante. Per noi dell'equipaggio è un eroe»

Eroina della Costa Concordia». Così l'emittente moldava Jurnal tv ha definito Domnica Cemortan, la bionda 25enne che era stata vista sul ponte di comando poco prima del naufragio.

Di origine moldava, con la cittadinanza rumena, vive a Bucarest da pochi anni e ha fatto parte dell'equipaggio della nave. Sulla Costa Concordia ci ha lavorato come ballerina, ma quella notte era in vacanza, un regalo del fratello per il suo compleanno: il biglietto era stato regolarmente acquistato su Internet, sostiene la madre, non era una "clandestina". Al momento dell'incidente era assieme al capitano e altri ufficiali. «Non ero in servizio, ma il capitano mi ha chiesto di rimanere lì per assistere i passeggeri mentre dava gli ordini, perché parlo quattro lingue». La ragazza ha assicurato che Schettino non ha lasciato la nave, almeno fino alle 23.50, quando ha dato l'ordine di evacuare. «Io penso che abbia svolto un lavoro straordinario, tutto l'equipaggio è solidale con lui e pensa che abbia salvato più di tremila persone». Domnica ha raccontato gli istanti terribili del naufragio: «Era buio. Conoscere la nave mi ha salvato. Ho cercato di spostarmi verso l'uscita, seguendo le linee guida fluorescenti. Potevo sentire ogni sorta di oggetti cadere. La gente gridava. C'era un padre con il figlio di 3 mesi in braccio e uno più grande per mano. Gli ho detto di darne uno a me, ma non ha voluto.

Quando ho raggiunto la scialuppa, ho pensato che saremmo stati salvi. Ma poi un grosso pezzo di metallo ha cominciato a spingere la barca. Molte persone sono saltate in mare. Ho visto la morte in faccia, perché sapevo che si può resistere in acqua al massimo 20 minuti, e bisognava raggiungere la riva o salire su un'altra barca».


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Trovato un altro corpo

I sub hanno trovato il corpo senza vita di un'anziana signora, con indosso il giubbotto salvagente. Salgono così a 16 le vittime accertate del naufragio della Costa Concordia. La scoperta è avvenuta questa mattina, dopo che i palombari dei Consubin hanno aperto un varco per l'ispezione del ponte 3 della nave usando micro-cariche. Identificata un'altra vittima: Luisa Virzì, 49 anni originaria di Enna, recuperata nella zona sommersa della Costa Concordia nei giorni scorsi. Era a bordo assieme all'amica Maria Grazia Trecarico, che risulta ancora dispersa. In crociera anche la figlia della signora Trecarico, Stefania, e il suo fidanzato, Andrea Ragusa, che invece si sono salvati.

Schettino: "De Falco ha frainteso"
. Il Procuratore generale presso la Corte d'Appello di Firenze, Beniamino Deidda, ha accettato l'invito del procuratore Francesco Verusio, e domani incontrerà a Grosseto i magistrati titolari dell'indagine. Intanto, dai verbali dell'interrogatorio 2 reso dal comandante ai pm emergono alcuni significativi passaggi della versione di Schettino sulla sciagura.

Il comandante, sospeso dalla compagnia Costa e ora agli arresti domiciliari, si è difeso dall'accusa di abbandono della nave (Schettino è indagato anche per omicidio colposo plurimo e naufragio, ndr) affermando che il comandante della capitaneria di porto di Livorno, Gregorio De Falco, ha "frainteso" le sue parole. "Credo che abbia capito che non ci volevo andare - afferma Schettino rispondendo ai pm - Io ho detto: guarda, non ho i mezzi per andarci. Se lui mi incoraggiava, diceva: 'comandante abbiamo l'elicottero qua, la facciamo portare a bordo'. Io gli ho detto: ma come ci vado a nuoto? Lui poteva... cioè c'è stata una preclusione a prescindere, come se io veramente non ci fossi voluto andare".

A riprova della sua buona fede, Schettino fa notare che non indossava il giubbotto di salvataggio, confermando di essere "scivolato" nella scialuppa che lo porterà a terra, sullo scoglio. "Non avevo il giubbotto di salvataggio perché non era mia intenzione abbandonare la nave, possiamo chiederlo a tutti... La mia vita in quel momento era distrutta, a me non mi interessava più il giubbotto".

Schettino, inoltre, nei verbali di interrogatorio muove precise accuse agli altri ufficiali con lui in plancia di comando. Al pm Pizza, che gli chiede cosa avrebbe dovuto fare il primo ufficiale in servizio, Ciro Ambrosio, anche lui indagato, Schettino risponde che doveva dire "comandante guardi che ci sta lo scoglio lì, non l'abbiamo visto" oppure "siamo troppo a terra", oppure "veniamo più a dritta", oppure "rispetto agli 0,28 siamo a 0,2" cioè "doveva - spiega Schettino - perché questo è il brig time". Quando il pm gli chiede cosa avrebbe dovuto fare invece l'ufficiale Silvia Coronica, Schettino risponde: "Doveva mettere i punti sulla carta della nave e il primo ufficiale deve seguire la navigazione da me impostata".

Quanto al perché di quella rotta, dalle intercettazioni ambientali 3, effettuate il 14 gennaio mentre il comandante era nella caserma dei carabinieri di Orbetello, emergerebbe che Schettino sarebbe stato insistentemente "pregato" da un non precisato manager di Costa a effettuare l'"inchino" all'Isola del Giglio. Nelle intercettazioni, anche l'ammissione fatta parlando al telefono: "Quando ho capito che la nave si stava inclinando ho preso e sono sceso".

Nel frattempo, Costa ribadisce di non aver ricevuto il personal computer né altro da Schettino, come invece riportato da alcuni organi di informazione circa una persona della compagnia che avrebbe ricevuto il pc del comandante. La compagnia fa sapere di aver sentito la persona indicata - una donna, bionda, immortalata dalle immagini televisive e dalle foto accanto a Schettino la mattina di sabato 14 sul molo dell'Isola del Giglio - e "smentisce categoricamente di aver ricevuto alcunché dal comandante Schettino".

Le operazioni intorno al relitto. La ricerca dei dispersi prosegue a ritmo serrato, con i sommozzatori all'interno del relitto e in mare aperto con uno speciale scandaglio azionato dalla nave "Galatea" della Marina Militare. Le ricerche "aeree" sulla parte emersa dello scafo sono state sospese in serata per un progressivo peggioramento delle condizioni meteo-marine.

Sono iniziati intanto i preparativi per svuotare i serbatoi della Costa Concordia. Una settimana fa, il ministro dell'Ambiente Corrado Clini aveva spiegato a Camera e Senato che per pompare le oltre 2300 tonnellate di carburante stipate nella nave naufragata al Giglio si sarebbe dovuto attendere la conclusione delle ricerche dei passeggeri mancanti all'appello. Ma le ridottissime speranze di trovarne qualcuno ancora in vita e il crescente timore di un disastro ambientale hanno determinato il cambio di strategia.

Sul fronte delle indagini, si apprende che l'esame tossicologico su capello e urine del comandante Francesco Schettino non è ancora stato effettuato: il test avrà luogo giovedì 26 gennaio presso l'Istituto di Medicina legale della Cattolica di Roma. I risultati non arriveranno prima di un mese: il tempo richiesto dal professor Marcello Chiarotti, il perito nominato dalla Procura di Grosseto.

Giallo ungherese. Ad oggi, con il nuovo ritrovamento, il bilancio del disastro è di 16 morti accertati e 22 dispersi, dieci le vittime identificate, sei da identificare. Dati anche questi forniti da Gabrielli. Dall'Ungheria giunge il rammarico del ministero degli Esteri magiaro per lo "spiacevole episodio" della donna spacciatasi per la madre di una passeggera scomparsa: si trattava di un'imbrogliona. Budapest ha informato Roma del caso, ma resta il mistero della donna ungherese scomparsa, della quale non è stata ancora rivelata l'identità. Gli ungheresi a bordo della Costa Concordia erano 12: dieci si sono salvati, il violinista Sandor Feher è morto, manca all'appello la donna scomparsa.

Il recupero del carburante. Per il pompaggio del carburante bisognerà attendere almeno sabato, come ha spiegato il prefetto Franco Gabrielli, commissario delegato all'emergenza al Giglio, durante il briefing quotidiano. Una volta avviata l'operazione, si andrà avanti 24 ore su 24. Il Consiglio dei ministri ha stanziato cinque milioni di euro. Durante il briefing, Gabrielli ha spiegato che stamattina è iniziata la fase preparatoria dell'operazione pompaggio. "Alle 8 il pontone Meloria si è posizionato in prossimità dello scafo e sono iniziate le operazioni di immersione che preluderanno poi alla vera e propria attività di rimozione - ha annunciato il commissario - Credo che il pompaggio inizierà ragionevolmente non prima di sabato". Gabrielli ha precisato che la prima parte dell'operazione riguarderà "sei cassoni, che contengono il 50% dell'intero carburante". Considerata l'esperienza dello stesso Gabrielli e degli esperti del suo dicastero, il ministro Clini si dice convinto che "il rischio più grave", la dispersione in mare del carburante, sarà evitato.

Rientrato anche l'allarme per la chiazza oleosa materializzatasi sulla superficie del mare 4 al largo dell'Isola del Giglio, ampia 200 metri per 300. L'Arpat (Agenzia regionale per la protezione ambientale) comunica che "nelle analisi relative ai campioni di acqua prelevati intorno alla nave il 22 gennaio sono state rilevate minime tracce di solventi e assenza di idrocarburi. I test di tossicità si confermano negativi". Come ha spiegato il sindaco dell'Isola del Giglio, Sergio Ortelli, la chiazza è dovuta probabilmente agli "olii, saponi, disinfettanti e altro" fuoriusciti dalla nave attraverso i varchi aperti dai palombari.

Kallas (Ue): "Riunione su sicurezza poco prima del disastro". Da Bruxelles giunge un giudizio positivo sull'indagine in corso sul disastro. E' il commissario europeo ai Trasporti, Siim Kallas, a riferire al Parlamento europeo di un accertamento "condotto in modo molto professionale da parte delle autorità italiane. Questo ci rende lieti". "In ballo - ha osservato Kallas - c'è anche una questione di etica della navigazione e trasporto marittimo. E' ovvio che il comandante deve abbandonare per ultimo la nave. Questa è una norma che c'è da sempre ed è la norma logica da seguire. Su questo le indagini ci spiegheranno cosa è accaduto".

Kallas ha affrontato anche il capitolo sicurezza. "Siamo molto attivi nel voler introdurre delle norme più severe e complete, non aspettiamo di certo un incidente per muoverci" ha affermato rivelando l'incredibile coincidenza: venerdì 13 gennaio, poco prima del naufragio della Costa Concordia, a Bruxelles si era tenuto un incontro di esperti sulla questione della sicurezza delle navi passeggeri. "Il nostro principale esperto - ha raccontato Kallas - aveva detto: dobbiamo agire prima che succeda qualcosa".

Il commissario Ue ha quindi sottolineato la necessità di una riflessione sulla dimensione delle navi da crociera. "Se sono costruite seguendo le regole di progettazione stabilite dalla Convenzione Solas, adottata dopo il naufragio del Titanic, non possiamo dire che la questione delle dimensioni delle navi sia legata alla sicurezza" ha premesso Kallas, aggiungendo che "però si tratta di una questione che va sicuramente analizzata, su questo non ci piove". Perché, ha continuato, "se ci chiediamo se c'è un problema, come facciamo ad evacuare tutte queste persone", allora la questione delle dimensioni delle navi va "valutata".

Quanto al risarcimento alle famiglie delle vittime, "spetta all'Italia, in base a quanto stabilito dalle leggi italiane" è il giudizio del commissario Ue. Questo perché al momento "non c'è un meccanismo di risarcimento europeo". "Il diritto di risarcimento europeo arriverà, entrerà in vigore nel 2013, ma sfortunatamente - ha concluso Kallas- non ne potranno usufruire queste persone".



Schettino: "Un manager mi ordinò l'inchino"


Francesco Schettino, la notte tragica del 13 gennaio, ordinò quell'"inchino" al Giglio su insistenza di un misterioso "manager". E' lo stesso Comandante del "Concordia" ad ammetterlo conversando con un amico, poche ore dopo il disastro, mentre ancora, in mare, le operazioni di salvataggio dei naufraghi e di recupero dei cadaveri erano in corso. E' il pomeriggio di sabato 14, e Schettino, in attesa di conoscere il proprio destino, è seduto in una delle due sale della caserma dei Carabinieri ad Orbetello. Non lo sa ma i magistrati hanno riempito quella stanza di cimici, così da poter ascoltare i suoi sfoghi con quanti, dal vivo o via telefono, lo contattano. Le trascrizioni di queste intercettazioni ambientali sono forse il documento più importante contenuto negli atti dell'indagine. Perché chiariscono almeno due dettagli fondamentali. Il primo: Schettino fu insistentemente "pregato" di fare quell'inchino, da un non meglio precisato "manager". "Al posto mio - dice Schettino a un interlocutore, tale Fabrizio - qualcun altro non sarebbe stato così benevolo a passare lì sotto, perché mi hanno rotto il cazzo, passa, passa di là, passa di là, la secca c'era ma non era stata segnalata dagli strumenti che avevo e ci sono passato (...) Per dar retta al manager, passa là, passa da lì, passa da lì...". Il secondo, il ruolo di Palombo: "Mi sono fidato della carta nautica e di Palombo che mi ha chiamato". Agli atti ci sono anche numerosi interrogatori. Tra questi, quello di Mario Terenzio Palombo che confessa ai magistrati: gli inchini venivano concordati tra Costa Crociere e Capitaneria di Porto. E quello di Jacob Rusli Bin, l'uomo che era al timone e obbediva agli ordini del comandante che stava puntando gli scogli ("non ho visto bere alcolici a bordo", dice) e di Martino Pellegrini, 1° ufficiale: "Dopo l'urto il comandante disse testualmente: 'Cazzo non l'avevo visto'"


Dimitrios Christidis: Schettino asciutto sulla scogliera

Dimitrios Christidis avrebbe assunto l'incarico di secondo comandante della Costa Concordia il 14 gennaio, all'arrivo nel porto di Savona: la sera del naufragio era dunque "un comune passeggero", ma ha partecipato con gli altri membri dell'equipaggio alle operazioni di soccorso, fino a quando si è gettato in mare a causa dell'inclinazione della nave. Raggiunta a nuoto la scogliera vi ha trovato il comandante Francesco Schettino, "perfettamente asciutto a differenza di me che ho raggiunto a nuoto la scogliera ed ho cercato di aiutare i naufraghi a salire sugli scogli stessi". E' quanto dichiara agli inquirenti lo stesso Christidis, sentito come testimone lo scorso 14 gennaio.

Al momento dell'impatto Christidis era nella sua cabina "a guardare la trasmissione Zelig": ad un tratto, afferma, "ho percepito un'accostata rapida, dopodiché un sussulto come se la nave stesse vibrando e virando allo stesso tempo. Poi ho notato che la nave iniziava leggermente ad inclinarsi... Mi sono precipitato fuori dalla mia cabina iniziando a correre nel corridoio per recarmi immediatamente verso la sala comando". Qui c'era Schettino ("oltre a qualche altra persona di cui non ho adesso memoria"), al quale Christidis chiede cosa stesse accadendo: "mi ha risposto che sicuramente la nave si era incagliata sul basso fondale". Il secondo comandante riferisce dunque di essere sceso in sala macchine insieme ad altri ufficiali. Qui "continuava a salire il livello dell'acqua" e di questa situazione Christidis ha informato con un telefono la sala comando, dove poi è tornato. "In accordo con il comandante" l'ufficiale è poi sceso al ponte 4 per "mettere in atto i suoi ordini per l'abbandono della nave". "Sino a che ho avuto il tempo di approntare le lance e farvi salire i passeggeri - continua - sono rimasto sul ponte della nave", quando poi il ponte ha cominciato ad immergersi "e non c'era più tempo di approntare le zattere ho spronato e spinto tutti i passeggeri a tuffarsi in acqua per raggiungere la scogliera. Pur non avendo il giubbotto salvagente anche io mi sono tuffato in acqua ed ho aiutato i naufraghi ad arrivare a terra aiutato anche da altri colleghi. Raggiunta anch'io la scogliera ... ho visto che c'era già il comandante della nave che stava guardando la stessa che continuava ad inclinarsi. Ho chiesto quali erano le sue intenzioni, ricevendo la risposta di mandare via i passeggeri in quanto lui sarebbe rimasto sul posto per poter controllare la situazione... Il comandante non si presentava bagnato e stava parlando al telefono con la società". Christidis ricorda che "dopo poco sono intervenuti anche dei carabinieri in nostro soccorso che avevano suggerito al comandante più volte di lasciare il luogo e raggiungere la base di accoglienza. Il comandante è voluto rimanere sul posto ed allora ho deciso di restare anch'io con lui cercando di convincerlo ad andar via in quanto non aveva senso restare sugli scogli". I due hanno poi lasciato la scogliera a bordo di "un'imbarcazione arancione con a bordo due personaggi con dei caschi arancioni che ci hanno invitato in maniera molto energica a salire con loro per portarci non so dove". A queste persone Schettino "ha chiesto di portarlo a vedere la nave con il gommone. L'equipaggio acconsentiva ma veniva redarguito per radio di andare in porto in osservanza degli ordini ricevuti". Giunti in porto i due si separano: da quel momento Christidis non sa più dire dove sia andato Schettino.



Le foto dei sub dei Militari della Marina


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Edited by gabbianella66 - 31/1/2012, 23:28
 
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Costa Concordia, passeggeri Usa chiedono maxi risarcimento milionario per il naufragio



Sei passeggeri della Concordia hanno presentato ieri a Miami una denuncia contro la Carnival e Costa Crociere e contestualmente una richiesta di maxi risarcimento: 460 milioni di dollari. L'avvocato dei sei passeggeri, Marc Berna, ha spiegato che l'azione legale è stata avviata in un tribunale di Miami, dove è il quartier generale della Carnival. L'accusa rivolta dal legale alla Carnival e a Costa Crociere riguarda la "negligenza del marittimo".
Sul fronte italiano invece, giunge l'apprezzamento delle principali associazioni di categoria circa il risarcimento. "Consideriamo ottimo l'accordo raggiunto con Costa Crociere per il risarcimento dei passeggeri della Costa Concordia", ha commentato Rosario Trefiletti. "Per la prima volta in Italia - precisa - si è arrivati a soluzioni importanti per il risarcimento dei danni esistenziali, che rappresenterà, inoltre, un punto di riferimento per i passeggeri di altri 60 Paesi".

"Secondo quanto prevede l'accordo i rimborsi, i risarcimenti per danni patrimoniali e quelli per danni esistenziali saranno coperti da una cifra pari a 14.000 euro a passeggero. Risarcimenti che non riguardano, ovviamente, le famiglie delle vittime ed i passeggeri feriti, per i quali saranno definiti altri percorsi. La nostra scelta è stata quella di spendere tutte le risorse esclusivamente per il rapido rimborso dei passeggeri, evitando onerose spese di carattere legale, a cui qualcuno è sempre e comunque interessato".

Trovata la 17° vittima: la barista peruviana della nave

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I sommozzatori che stanno perlustrando il relitto della nave Concordia hanno trovato il cadavere di una donna, che indossava la divisa del personale a bordo della nave. Successivamente la Prefettura di Grosseto ha riferito che il corpo è stato identificato e che si tratta di Erika Fani Soriamolina, peruviana, l'unico membro femminile dell'equipaggio che rimaneva ancora da rintracciare. Erika, 25 anni, era laureata in Turismo all’Università Andina di Cusco ed era al suo terzo viaggio come cameriera dal 2009. La notte del naufragio si è comportata da vera eroina aiutando molte persone a salire sulle scialuppe di salvataggio. Con il ritrovamento di Erika, il numero dei dispersi scende a 16.



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Costa, stop definitivo alle ricerche

L'annucio del commissario Gabrielli: non ci sono più garanzie di sicurezza per i sommozzatori. Tra 24 ore inizia l'estrazione del carburante

La Costa Concordia terrà ancora prigioniere le sue vittime. Dopo 19 giorni, è stata infatti decisa la fine delle ricerche. Quindici persone, tra cui la piccola Daiana di 5 anni, che, inevitabilmente, vanno ad aggiungersi all'elenco delle 17 vittime identificate e a quell'unico cadavere ancora senza nome. "Sono venute meno le condizioni operative di sicurezza" , ha spiegato la Protezione civile. Sono stati avvisati i parenti e le ambasciate. L'ultimo passaggio, con l'ufficializzazione, avverrà domani quando il Commissario Franco Gabrielli prenderà una decisione definitiva al termine della riunione del Comitato consultivo. Allora, sarà il momento del lutto. Proseguono, invece, le attività nella parte emersa della Concordia "per verificare ulteriormente alcune zone dello scafo, così come la ricerca mirata nei 18 chilometri quadrati di mare scandagliati nei giorni passati per verificare se gli obiettivi individuati possano corrispondere ai corpi delle persone ancora disperse".

Quando s'é diffusa la notizia della sospensione delle ricerche, al Giglio non erano presenti i famigliari. Si può solo immaginare il dolore, reso ancora più acuto dalla consapevolezza di non poter rivolgere un ultimo saluto ai propri cari. Ancora sospese, invece, ma solo temporaneamente per le condizioni le operazioni propedeutiche per l'inizio dell'attività del defueling da parte dei tecnici delle società Smit Salvage e Neri, bloccati dalle condizioni meteo. Il presidente della Costa Crociere, Pierluigi Foschi, ha spiegato in mattinata che entro "24 ore inizieranno fisicamente le operazioni di pompaggio del carburante" dalle cisterne della nave Concordia. Ma i tempi potrebbero essere ancora dilatati a causa delle burrasca annunciata per domani. Dal momento in cui l'evoluzione meteorologica sarà favorevole, ha poi precisato la Protezione civile, sarà necessaria una giornata di lavoro per ultimare le attività, dopodiché sarà possibile avviare il defueling. +Conforta, nella prospettiva di dare il via ai lavori di svuotamento delle cisterne, il monitoraggio della Concordia da parte del Dipartimento di Scienze della Terra dell'università di Firenze: il relitto non si è mosso. In giornata, è giunto all'ormeggio il pontone Marzocco che provvederà al recupero del materiale galleggiante e ingombrante proveniente dalla nave, nell'ambito del piano di rimozione dei rifiuti definito dalla società armatrice. Domani, infine, Gabrielli incontrerà i cittadini del Giglio e il comitato Sos Concordia che, proprio oggi, gli ha rinnovato la sua piena fiducia prendendo nuovamente le distanze da quello striscione comparso ieri con una scritta che, parafrasando l'ordine dato dal comandante De Falco a Schettino, intimava a Gabrielli di togliere la nave.

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view post Posted on 3/2/2012, 00:00

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Costa Concordia, Domnica: "Sono innamorata di Schettino"

Svolta rosa sulla misteriosa presenza sulla Costa Concordia della 24enne moldava Domnica Cemortan. "Ero a bordo perché sono innamorata di Schettino", ha spiegato la giovane ai magistrati, che l'hanno interrogata come testimone. "Quando è avvenuto l'incidente in plancia c'ero anch'io", ha aggiunto la 24enne, smentendo la ricostruzione dei fatti del comandante.
I magistrati le hanno chiesto che cosa ha visto e cosa è successo durante e dopo l'avvicinamento della nave all'isola del Giglio. E lei, secondo quanto riporta "Il Messaggero", ha raccontato tutto, spiegando anche i dettagli sulla sua presenza a bordo e sul comportamento di Schettino.

Per la 24enne, dopo l'impatto dell'imbarcazione contro gli scogli, il comandante ha agito da eroe, salvando la vita di centinaia, se non migliaia di persone. Una ricostruzione che i magistrati intendono verificare attentamente, confrontando tutte le altre testimonianze e verificandone l'attendibilità.

La giovane si era imbarcata senza avere una cabina assegnata né una registrazione e la sua presenza in plancia era stata segnalata anche dal commissario di bordo Manrico Giampedroni. "L'unica estranea presente in plancia quella sera era un'amica del comandante", ha spiegato agli inquirenti. Alcuni oggetti appartenenti alla giovane sono stati trovati dai sommozzatori nella cabina di Schettino.

L'interrogatorio della moldava è durato circa sei ore e tra gli argomenti trattati nel colloquio ci sarebbe stato anche il fascino esercitato proprio da Schettino sulla ragazza. "Ero lì perché sono innamorata del comandante", ha spiegato Domnica, spiazzando tutti e confermando le voci circolate subito dopo la scoperta della sua presenza in plancia di comando durante il naufragio.

La procura di Parigi intanto ha annunciato l'apertura di un'indagine preliminare sul naufragio della Costa Concordia, e ha chiesto alla gendarmeria marittima di interrogare "l'insieme dei passeggeri francesi sopravvissuti" per determinare circostanze del naufragio e gestione dei soccorsi.


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view post Posted on 22/2/2012, 20:44

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Nave Costa: individuati altri 8 corpi, anche quello di Dayana


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I vigili del fuoco hanno individuato quattro corpi nella parte sommersa della nave Concordia naufragata davanti all'Isola del Giglio. Dal naufragio del 13 gennaio, mancavano all'appello 15 persone.

Tra i corpi individuati sul ponte 4 della Costa Concordia c'é anche quello di Dayana Arlotti, 5 anni, di Rimini. La piccola si trovava in crociera con il padre. Lo riferiscono fonti vicine ai soccorritori.

Altri quattro cadaveri sono stati individuati nel pomeriggio nella parte sommersa, sul ponte quattro, della Costa Concordia. Si apprende da fonti vicine ai soccorritori. I corpi sarebbe stati trovati non distanti dagli altri quattro ritrovati questa mattina. I soccorritori che hanno individuato il secondo gruppo di quattro cadaveri non sono in grado, al momento, di indicarne il sesso.

I corpi, rende noto la struttura del commissario per l'emergenza, sono stati individuati all'interno del Ponte 4 della nave dove oggi erano iniziate le attività di ricerca in seguito ad uno screening fatto nei giorni scorsi attraverso le testimonianze dei sopravvissuti che avevano indicato i punti dove si sarebbero potuti trovare l'ultima volta che erano stati visti alcuni dei dispersi. Al momento sono stati recuperati tre cadaveri: quello di un uomo, il corpo della bimba di cinque anni e quello di una donna.

Intanto sono sette i nuovi indagati dell'inchiesta per il naufragio della Costa Concordia. Si tratta di quattro ufficiali della nave e di tre dipendenti della Costa Crociere. I reati contestati sono omicidio colposo, naufragio e omessa comunicazione alle autorità marittime.

DAYANA AVEVA RIDATO VITA AL PADRE - La sua bimba, Dayana, gli aveva ridato la gioia di vivere. La voglia di rialzarsi e di lottare: di rinascere dopo avere abbassato la guardia di fronte alla malattia. Il desiderio - superato un doppio trapianto e una lunga convalescenza - di assaporare la quotidianità, infranto dallo scontro della Costa Concordia sul granito dell'isola del Giglio. In quella crociera nel Mediterraneo che, per Williams Arlotti, riminese di 36 anni, doveva essere un momento denso di felicità insieme alla sua piccola e alla compagna, Michela Maroncelli: l'ennesimo gradino di una risalita difficile. "Williams aveva scoperto di avere il diabete molto giovane - aveva raccontato la cugina, Sabrina Ottaviani - Non aveva accettato la malattia e non si era mai curato" seriamente, fino che "non aveva incontrato questa ragazza", Susy Albertini, ex moglie e madre di Dayana, "e aveva avuto una figlia. La bimba gli aveva cambiato la vita, gli aveva ridato la voglia di vivere". Dopo la nascita della piccola, l'uomo si era curato e viste le condizioni di salute "aveva chiesto il trapianto. Due organi", rene e pancreas, che gli sono stati donati da "uno sportivo. 'E' come se avessi il motore di una Ferrari - scherzava Arlotti - in una 500'"."Aveva trascorso poi molti mesi in ospedale a Parma". Ora "aveva deciso di godersi un po' la vita. Aveva appena messo su casa con Michela, la nuova compagna", sopravvissuta al naufragio nelle acque del Giglio, "e viaggiavano spesso: pensava di godersi la nuova vita".



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Edited by gabbianella66 - 23/2/2012, 01:16
 
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view post Posted on 24/2/2012, 01:52

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Nave Costa: nuova accusa a Schettino, celo' l'incidente




Omessa comunicazione alle autorità marittime dell'incidente contro gli scogli del Giglio: questa la nuova accusa per cui è indagato il comandante della nave Costa Concordia, Francesco Schettino. Gli è stata notificata contestualmente con gli avvisi di garanzia ai sette nuovi indagati di ieri. Anche se il comandante Francesco Schettino negava le corrette informazioni alla Capitaneria di porto e non prese subito la decisione di dare l'allarme generale e di attivare i soccorsi, il comandante in seconda Roberto Bosio avrebbe potuto intervenire al suo posto e, secondo precisi protocolli marittimi, operare per limitare i danni del naufragio e avvisare prima le autorità. Anche per questo la procura di Grosseto ha indagato per cooperazione in omicidio plurimo colposo Bosio e altri ufficiali in plancia. La procura di Grosseto ha contestato la nuova ipotesi di reato contro Schettino in base al diritto della navigazione. Per gli inquirenti Schettino deve rispondere nello specifico anche di non aver comunicato alla Capitaneria di porto di Livorno l'effettiva gravità della situazione, ritardando così le procedure di emergenza e soccorso. Schettino era già indagato dal 14 gennaio per omicidio plurimo colposo, naufragio, abbandono di incapaci e abbandono della nave.

PM,SCHETTINO FECE DIRE NOTIZIE FALSE A PASSEGGERI Tra le colpe imputate dagli inquirenti al comandante della nave Costa Concordia, Francesco Schettino, c'é di aver fatto comunicare più volte a passeggeri ed equipaggio, con annunci in più lingue diramati via interfono, informazioni false e tali da impedire il tempestivo e regolare abbandono della nave. In particolare, rilevano i pm di Grosseto, Schettino fece dire che c'era stato un black out quando, sostengono sempre i pm, era pienamente consapevole che la nave imbarcava acqua da una maxi-falla.

NAVE COSTA: DAYANA; SCHETTINO, 'SONO SCONVOLTO' "Sono sconvolto": ha reagito così Francesco Schettino apprendendo dal suo difensore, Bruno Leporatti, la notizia del ritrovamento della bimba Dayana Arlotti dentro il relitto della Costa Concordia. Lo ha riferito oggi il legale dicendo che "ogni volta che trovano un corpo, Schettino prova dolore. Per la bimba anche di più".

RECUPERATI ULTIMI DUE CORPI SU CONCORDIA - Anche i corpi delle ultime due delle otto vittime individuati ieri sulla nave Costa Concordia sono stati recuperati dai vigili del fuoco. I cadaveri saranno trasportati all'ospedale di Grosseto. Con gli otto corpi recuperati tra ieri e oggi, rende noto la struttura del commissario per l'emergenza, sono 25 le vittime accertate del naufragio.

ALTRI SETTE INDAGATI - Intanto sono sette i nuovi indagati dell'inchiesta per il naufragio della Costa Concordia. Si tratta di quattro ufficiali della nave e di tre dipendenti della Costa Crociere. I reati contestati sono omicidio colposo, naufragio e omessa comunicazione alle autorità marittime.

"Il ministero dell'Ambiente si costituirà parte civile nell'inchiesta inerente il naufragio della nave Costa Concordia, avvenuto all'Isola del Giglio il 13 gennaio, per far valere in giudizio eventuali danni ambientali". Lo comunica una dello stesso dicastero.


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view post Posted on 27/2/2012, 01:06

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Domnica: io e Schettino ci baciammo sera incidente


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Il capitano della Costa Concordia Francesco Schettino "mi rispettava", "ci siamo baciati" la sera dell'incidente, e se non fosse stato per il naufragio, "prima o poi saremmo finiti a letto": questa la "confessione" della hostess moldava Domnica Cemortan, raccolta dal tabloid britannico Daily Mail.

Al momento dell'urto, racconta la ragazza, Schettino si trovava sul ponte di comando della nave. Nell'intervista la ragazza, che lavorava per la Costa Crociere ma che nella fatale crociera era a bordo della nave in veste di passeggero, afferma di voler chiarire la sua posizione con la stampa, dopo essere stata più o meno chiamata in causa dai media come la donna che avrebbe distratto Schettino.

"Su di me è stata scritta tanta spazzatura - dice Domnica - e devo difendere la mia reputazione. Mi trattano come una specie di 'femme fatale', ma io non vado a letto con tutti", si difende la ragazza. "Sì, ero molto attratta da Capitan Schettino e lui mostrava un chiaro interesse per me. Ammetto di aver avuto una cotta per lui perché era bello e affascinante", dice lei, "ma non abbiamo fatto sesso". E lui di lei diceva: "sei bella e hai cervello". Poi ammette, scrive il Mail, di essere stata sola con Schettino nella sua cabina la sera del naufragio del Giglio e di averlo baciato appassionatamente.

"Lui mi rispettava quando ero un membro dell'equipaggio. Ma quando ero una passeggera la cosa era differente. Penso che prima o poi saremmo finiti a letto, prima o poi, ma non lo saprò mai per via dell'incidente".



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15 replies since 14/1/2012, 20:39   1375 views
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