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Deodoranti assolti, secondo gli esperti non aumentano il rischio di tumore al seno

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view post Posted on 21/2/2012, 23:56

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Deodoranti assolti, secondo gli esperti non aumentano il rischio di tumore al seno

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Inevitabile pensarci, per una donna. Passando il deodorante sotto l'ascella, così ricca di linfonodi e così vicina al seno, capita a tutte prima o poi di chiedersi se il prodotto che si sta usando non sia pericoloso, se non possa essere addirittura cancerogeno. Ora uno studio inglese sembra rassicurare: visto che i parabeni, i conservanti maggiormente sospettati di poter provocare il cancro, si possono trovare anche nei tessuti delle donne che non usano i deodoranti, significa che i pericoli arrivano nel seno da altre "vie", dai cosmetici ai cibi.

STUDIO – La ricerca, pubblicata sul Journal of Applied Toxicology ha coinvolto 40 donne che fra il 2005 e il 2008 erano state sottoposte a una mastectomia per tumore al seno; per ciascuna sono stati raccolti quattro campioni di tessuto da diverse aree del seno, da quelle più vicine all'ascella a quelle che poggiano sullo sterno, per un totale di 160 campioni analizzati. Ebbene, il risultato è netto: in tutte le donne si possono ritrovare i parabeni, a prescindere dall'uso di prodotti da applicare sotto le ascelle come i deodoranti. In 158 campioni è stato ritrovato almeno un tipo di parabeni, nel 60 per cento dei campioni sono stati trovati tutti e cinque i parabeni più comuni, soprattutto propilparabeni e metilparabeni. Le quantità sono a prima vista minime, pari in media 85 nanogrammi per grammo di tessuto (un nanogrammo è un miliardesimo di grammo); ma si tratta pur sempre di livelli quattro volte più alti rispetto a quelli rilevati in studi precedenti. E quello che preoccupa è che si sono trovati nel seno (malato) di tutte queste donne: come ci sono arrivati?

DEODORANTI – Fin dagli anni '90 diversi studi hanno passato al vaglio i parabeni, conservanti praticamente onnipresenti in cosmetici, prodotti farmaceutici e anche alimenti: la loro pericolosità eventuale sarebbe da ascrivere alla similarità con gli estrogeni, ormoni coinvolti nella comparsa e nella crescita dei tumori al seno. I parabeni, simulando le attività degli estrogeni, favorirebbero il cancro; il dubbio che sia proprio così è stato rafforzato dal fatto che la maggioranza dei carcinomi mammari si sviluppa nei quadranti superiori esterni, in altre parole proprio vicino all'ascella. In quella stessa zona ricerche precedenti hanno trovato grosse quantità di sostanze chimiche estrogeniche, per cui la tesi è che l'uso continuo di deodoranti che contengono parabeni possa favorire l'accumulo di questi conservanti nei tessuti e, alla lunga, facilitare la comparsa di tumori. «I nostri dati indicano che la storia non è così semplice e il legame non così scontato, perché anche le donne che non usano cosmetici sotto le ascelle "accumulano" parabeni nel seno – spiega uno degli autori, il chirurgo Lester Barr dell'ospedale universitario di Manchester –. Va detto che anche nel nostro campione i tumori sono più frequenti verso l'area ascellare e i parabeni più abbondanti in questo settore, ma ce ne sono molti pure altrove. E di certo ci arrivano anche da altre fonti che non sono i deodoranti. Peraltro, aver trovato i parabeni in tutte le donne non implica automaticamente che siano la causa dei tumori: di certo è importante studiare ancora a fondo questo argomento, per capire se davvero questi conservanti abbiano un ruolo e da quali prodotti derivino».

COME SCEGLIERE – Conferma che non è il caso di preoccuparsi troppo Leonardo Celleno, direttore del Centro di Ricerche Cosmetologiche dell'università Cattolica di Roma: «Oggi i deodoranti sono prodotti molto sicuri: tutti li usiamo tutti i giorni, se non fossero ben tollerati i danni sarebbero già emersi. E non esistono dati concreti a dimostrare che i parabeni nei deodoranti siano responsabili di qualcosa. Peraltro non tutti i deodoranti li contengono: oggi molti prodotti sono in sé antibatterici e non hanno un grande bisogno di conservanti, in più si cerca spesso di impiegare conservanti alternativi, meno dannosi. E c'è un altro aspetto da considerare: quando si applica il deodorante i parabeni non diffondono nel seno perché è vicino, bensì vengono assorbiti dalla cute, passano nel sangue e da lì si distribuiscono nei tessuti. Questo significa che si concentrano nel seno per altri, ignoti motivi e non semplicemente perché la mammella è vicina all'area di applicazione». Come scegliere il deodorante allora? «Per acquistare prodotti sicuri occorre leggere le etichette e preferire i prodotti che contengono pochi conservanti: questo è infatti indice di una buona manifattura, significa che sono state usate materie prime non "inquinate"– raccomanda Celleno –. Inoltre, l'esistenza di deodoranti sicuri non deve esimere dall'igiene personale: non si devono passare sulla pelle chili di deodorante per coprire gli odori, ma bisogna lavarsi accuratamente con acqua e sapone. Una doccia al mattino è l'ideale».

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view post Posted on 6/4/2012, 00:05

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Deodoranti : c’è troppo alluminio



Nei deodoranti che usiamo tutti i giorni c’è troppo alluminio. Dopo diverse pubblicazioni internazionali che hanno evidenziato i pericoli di questo metallo e altrettante rassicurazioni da parte dei produttori di cosmetici, l’Agenzia francese per la sicurezza dei prodotti sanitari (Afssaps) è arrivata a due nuove conclusioni: gli antitraspiranti che contengono alluminio non devono mai essere utilizzati dopo la rasatura o in caso di lesioni cutanee; comunque, per tutelare la salute dei consumatori, la concentrazione di questo metallo nei deodoranti non deve mai superare la soglia dello 0,6%. Un consiglio non vincolante per le aziende francesi - che, infatti, in molti casi non lo rispettano - e che ufficialmente non esiste per quelle italiane.

Mai dopo la depilazione. Il Salvagente nel numero in edicola da giovedì 5 aprile dedica un’inchiesta proprio a questo tema, rilanciando i risultati di analisi di laboratorio eseguite dagli esperti del mensile dei consumatori 60 millions de consommateurs. Il test francese pizzica sei prodotti per uomo e donna con una presenza di alluminio oltre il limite di sicurezza francese. Alcuni di questi deodoranti, tra l’altro, sono commercializzati anche in Italia (dove, peraltro, nessuna autorità si è espressa), sia nella versione spray che in quelle stick e roll-on.

Per due di loro, Axe Dry Dark temptation e Rexona girl Tropical power, la concentrazione della pericolosa sostanza è addirittura doppia rispetto alla soglia consigliata. Basta spulciare tra gli scaffali per scoprire che il cloridrato di alluminio, il più utilizzato tra i 25 composti ammessi nella formulazione degli antitraspiranti, è presente anche in quei prodotti venduti come adatti alle pelli depilate. È il caso per esempio del Garnier Invisi mineral calm, in commercio in versione spray e roll-on. Questo prodotto, appena lanciato sul mercato italiano, oltre a utilizzare in etichetta la dicitura non appropriata “per pelli depilate”, ricorre a una quantità di alluminio più elevata rispetto alle indicazioni elaborate dall’Agenzia transalpina.

Cosa rischiano i consumatori? Nel rapporto sulla valutazione dei rischi relativi all’uso di alluminio nei cosmetici, l’Afssaps sottolinea come negli esperimenti in vivo sugli animali, dopo la somministrazione di alluminio a dosi ripetute, siano stati riportati effetti neurotossici, sui testicoli, sull’embrione e sullo sviluppo del sistema nervoso. Mentre sull’organismo umano sono stati riportati casi di irritazione cutanea legati proprio a prodotti cosmetici contenenti composti clorati di alluminio. Per confermare queste evidenze, però, prosegue l’Agenzia, sarebbero necessari ulteriori dati.

Altri effetti gravi riscontrati sull’organismo umano, come neurotossicità, danno osseo e anemia, riporta l’Afssaps, sono evidenziabili nei soggetti affetti da insufficienza renale esposti in modo cronico all’alluminio, come pure nei neonati prematuri alimentati per via parenterale. Rispetto al rischio carcinoma mammario legato agli antitraspiranti, invece, nella sintesi del documento si legge: “I dati epidemiologici non stabiliscono alcun legame conclusivo tra l’esposizione dermatologica dell’alluminio e lo sviluppo del cancro”. Gli esperti francesi, però, concludono sottolineando che la loro valutazione non considera l’esposizione al metallo attraverso l’alimentazione e l’ambiente né l’esposizione totale ai diversi cosmetici che potrebbero contenere alluminio. “Le conclusioni tratte fino a oggi”, scrivono, “potrebbero cambiare in seguito a una futura valutazione che tenga conto delle differenti categorie di prodotti e del loro uso”.


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