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| Nocino
Ingredienti
Noci: 30 ( noci verdi, i piccoli malli acerbi raccolti direttamente dalla pianta) Alcool: 1,5 l Cannella: 1 pezzettino Zucchero: 500 gr Chicchi di caffè: 10 Chiodi di garofano: 10 Limone: 1
Preparazione
Tagliate anzitutto le noci a pezzetti e mettetele a macerare in un recipiente di vetro con la cannella, i chiodi di garofano, i chicchi di caffè, la scorza di limone, lo zucchero e l’alcol. Chiudete ermeticamente il recipiente ed esponetelo al sole per 40 giorni, scuotendolo di tanto in tanto e ritirandolo durante la notte. Alla fine del 40 giorno, filtrate accuratamente il prodotto, imbottigliate e lasciate riposare per 12 mesi prima di assaggiare. Degustare liscio a temperatura ambiente a fine pasto, magari con l’accompagnamento di un buon dolcetto
La variante all'anice
Una variante golosa può essere quella con l’anice stellato, un’altra profumata spezia che può rendere ancora più profumato il liquore. Provate ad aggiungerne quattro pezzetti alla ricetta, togliendo i chicchi del caffè,
La storia
Il noce, dai cui malli si ottiene il nocino dopo una macerazione alcolica di circa 40 giorni, ha sempre vantato una sacralità pagana, che gli veniva già riconosciuta da Greci e Romani, spesso legata ai riti esoterici delle streghe che si raccoglievano sotto i suoi rami per demoniaci sabba. Ancora oggi la tradizione vuole che le noci verdi per questo liquore si raccolgano soltanto durante la notte del 24 giugno, giorno in cui un tempo si festeggiava il solstizio d’estate e che oggi ricorda religiosamente la figura di San Giovanni Battista. La “guazza” di quella notte è considerata dalla tradizione una panacea per tutti i mali; le doti stomatiche del nocino erano già conosciute addirittura nel ’500 poiché trovano testimonianza nel “Tesoro della Sanità” del famoso medico Casto Durante de Gualdo. Il retaggio è certamente padano, ma il liquore è entrato a far parte della tradizione gastronomica di quelle zone vocate alla produzione di noci; infatti anche a Napoli le vecchie famiglie legate alla tradizione offrono a fine pranzo questo liquore ricavato dalle noci, che viene chiamato nucillo per le evidenti inflessioni dialettali.
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