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"Lolita", la ragazzina-scandalo ha 50 anni

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view post Posted on 15/6/2012, 00:11

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La ragazzina-scandalo ha 50 anni
Ma "Lolita" è eternamente giovane



Nel giugno del 1962 uscì - tra critiche, divieti, censuri e tagli - il film di Kubrick dal romanzo di Nabokov. Ma ancora adesso le atmosfere della pellicola conservano la loro carica eversiva. Anche se da allora, a Hollywood e sul grande schermo, di ragazzine troppo cresciute ne abbiamo viste tante

di CLAUDIA MORGOGLIONE

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L'AGGETTIVO "scandaloso", applicato a un film, viene utilizzato fin troppo spesso. Specie in questi ultimi tempi, in cui non c'è festival che non definisca così alcune delle sue pellicole: un modo ovvio di attrarre preventivamente l'attenzione di pubblico e media. Ma Lolita di Stanley Kubrick, che cinquant'anni fece il suo debutto nelle sale, quell'appellativo lo merita davvero. Non tanto per le singole scene, in cui non c'è nulla di particolarmente osé. Ma per l'atmosfera di morbosità che - come il classico di Nabokov da cui è tratto - lo pervade, dalla prima all'ultima sequenza. E per il suo essere troppo avanti, rispetto alla mentalità del tempo in cui fu realizzata: da qui la sua sorte travagliata, la condanna al taglio, alla censura, all'ostracismo. Non solo nell'America bacchettona, o nella cattolicissima Italia; ovunque uscì, subì critiche durissime e molte sforbiciate nel montaggio.

Un destino amaro, almeno sul momento, per il regista e per la sua creatura. Ma proprio queste difficoltà hanno reso Lolita un capolavoro dalla lunga vita artistica, dall'eterna giovinezza: perfino adesso, cinque decenni più tardi, in un mondo che ha visto davvero tutto sul piano di quello che una volta era definito "il comune senso del pudore", la rilettura kubrickiana del romanzo conserva intatta la sua carica eversiva. Irraggiungibile, anche rispetto ai numerosi tentativi di imitazioni: a partire dall'omonimo remake 1997 di Adrian Lyne (il regista di Nove settimane e mezzo e di Attrazione fatale). E del resto solo il genio di Kubrick poteva trovare una protagonista perfetta come l'adolescente Sue Lyon: è lei a stregare fin da subito, mentre languidamente riposa in bikini nel suo giardino, il professor Humbert Humbert (James Mason), alla ricerca di una stanza in affitto. Un uomo che diventa così ossessionato da questa ragazzina con pose sexy e comportamenti manipolatori, da decidere di restare in quella casa, intrecciando una relazione con la madre di lei (Shelley Winters)...

Ma non è solo la trama - già di per sé controversa: Lolita è davvero poco più di una bambina - a rendere inquietante la pellicola. E' quell'atmosfera di lucida malattia emotiva che il regista ha saputo infondervi. Con conseguenze che cinquant'anni fa, all'epoca dell'uscita in un mondo ancora lontano dai fermenti di metà-fine anni Sessanta, furono devastanti. In primo luogo, ovunque, ebbe il massimo divieto possibile, cioè quello ai minori di diciotto anni. Poi fu oggetto di campagne mediatiche furiose da parte cattolica. Anche molti critici si scagliarono contro l'opera e il suo autore. Per non parlare della locandina, con Sue Lyon in primo piano, occhiali rossi a forma di cuore e lecca lecca in bocca: già solo quest'immagine provocò un putiferio.

Malgrado tutto questo, il film riuscì a imporsi nell'immaginario collettivo. E a restarci, fino a oggi. Anche perché, da quel lontano giugno di cinquant'anni fa, di Lolite di vario tipo, su grande schermo, ne abbiamo viste tante: dalle baby-prostitute Jodie Foster e Brooke Shields (rispettivamente in Taxi Driver e Pretty baby) alla Natalie Portman pupilla del killer Jean Reno in Leon, fino alla nuova ondata di star adolescenti, come Dakota Fanning e sua sorella Elle o Chloe Moretz. Perché il lolitismo, a Hollywood e dintorni, non tramonta mai.







La "Lolita" di Kubrick



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Sue Lyon in "Lolita" di Kubrick



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Le Lolite del grande schermo

Non c'è solo la Sue Lyon del classicissimo di Kubrick, e nemmeno solo la Dominique Swain del remake girato da Adrian Lyne 15 anni fa: le "Lolite" (metaforicamente parlando) del cinema sono numerose. Una sorta di archetipo, che piaccia oppure no. Eccone alcune

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Dominique Swain in "Lolita" (remake di Adrian Lyne del 1997)


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Mena Suvari in "American Beauty"


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Jodie Foster in "Taxi Driver"


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Brooke Shields in "Pretty Baby"


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Natalie Portman in "Leon"


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Chloe Moretz in "Kick-Ass"


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Liv Tyler in "Io ballo da sola"



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Scarlett Johansson in "Lost in Translation"


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Ornella Muti in "La moglie più bella"

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