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Il Papa lascia il pontificato il 28 febbraio

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view post Posted on 11/2/2013, 20:06

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Il Papa lascia il pontificato il 28 febbraio:
"Non ho le forze, è per il bene della Chiesa"



CITTÀ DEL VATICANO - “Un fulmine a ciel sereno”, come lo ha definito subito il decano del collegio cardinalizio, cardinal Angelo Sodano. La notizia arriva alle 11.46: Benedetto XVI lascia il pontificato. Ad annunciarlo ai cardinali, riuniti per il Concistoro ordinario pubblico per la canonizzazione di alcuni beati, è stato lo stesso Papa. Parlando in latino, ha detto: “Dopo aver ripetutamente esaminato la mia coscienza davanti a Dio, sono pervenuto alla certezza che le mie forze, per l'età avanzata, non sono più adatte per esercitare in modo adeguato il ministero petrino”. Dopo aver ringraziato “tutti di cuore” e aver chiesto “perdono per i miei difetti”, il Pontefice ha aggiunto: “Sono ben consapevole che questo ministero, per la sua essenza spirituale, deve essere compiuto non solo con le opere e con le parole, ma non meno soffrendo e pregando. Tuttavia, nel mondo di oggi, soggetto a rapidi mutamenti e agitato da questioni di grande rilevanza per la vita della fede, per governare la barca di San Pietro e annunciare il Vangelo, è necessario anche il vigore sia del corpo, sia dell’animo, vigore che, negli ultimi mesi, in me è diminuito in modo tale da dover riconoscere la mia incapacità di amministrare bene il ministero a me affidato”. Si conclude così un pontificato durato 7 anni e 9 mesi, visto che Benedetto XVI era salito al Soglio pontificio il 19 aprile 2005.

Una notizia shock, per il mondo intero. Ma la decisione è stata oggetto di una lunga riflessione, tanto che il direttore dell'Osservatore Romano, Gian Maria Vian, ha scritto: “La decisione del Pontefice è stata presa da molti mesi, dopo il viaggio in Messico e a Cuba, in un riserbo che nessuno ha potuto infrangere, e avendo 'ripetutamente esaminato' la propria coscienza 'davanti a Dio', a causa dell'avanzare dell'età".

Le motivazioni. Dalle agenzie ai siti web, dalle radio ai social network, la notizia ha fatto in pochi minuti il giro del mondo, prima che il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi, convocasse d’urgenza una conferenza stampa in via della Conciliazione, per la conferma definitiva. “Il Papa non lascia in seguito a una malattia e la decisione ha colto tutti di sorpresa, anche me". Padre Lombardi, dopo aver letto di nuovo e in italiano il discorso di Benedetto XVI, ha provato a spiegare le cause dell’abbandono: “Il Papa ha meditato la scelta”, “non è malato”, né “depresso”, né “scoraggiato”, ha detto, sottolineando che “i cardinali hanno ascoltato Benedetto XVI con il fiato sospeso: credo che la massima parte dei presenti non avesse informazione di quello che il Papa stava per annunciare”.

Sorpreso per la tempistica, ma non per la sostanza, il direttore della sala stampa vaticana non esclude che qualcuno già fosse a conoscenza di quanto stava per accadere: “Ho avuto l'impressione che il cardinale Sodano sapesse. Lui è il decano, mi sembra chiaro che fosse stato informato”, ha detto padre Lombardi. “Abbiamo ascoltato le sue parole increduli”, ha detto il decano dei cardinale al Papa dopo l'annuncio. “Ora mi permetta di dirle – ha detto Sodano - a nome di tutto il collegio cardinalizio, che le siamo più che mai vicini". Poi un abbraccio tra il cardinale e il Papa.

“Non risulta nessuna malattia in corso che influisca su questo tipo di decisione”, ha specificato padre Lombardi. Nel suo discorso, ha aggiunto il portavoce vaticano, Benedetto XVI “dice molto chiaramente e con straordinaria onestà che negli ultimi mesi è diminuito il vigore in lui del corpo e dell'anima e questo lo ha portato a ritenere di non essere più adeguato. Tutti sappiamo l'età del Santo padre, che è cosa normale in età molto avanzata vivere una fase di declino delle proprie forze. Il Papa lo sente e lo ha sentito in questi ultimi mesi e lo ha riconosciuto con lucidità e coraggio e sincerità ammirevoli”. D’altronde, ha sottolineato ancora il portavoce, la possibilità di dimissioni era stata anticipata da Joseph Ratzinger nel corso di un’intervista al giornalista Peter Seewald pubblicata nel libro ‘Luce del Mondo’.

Sede vacante dalle 20 del 28 febbraio. Papa Benedetto XVI ha indicato anche il termine preciso del suo pontificato: la sede sarà vacante dalle 20 del 28 febbraio. È molto probabile, secondo padre Lombardi, che il Conclave sceglierà il successore entro marzo, in tempo per le celebrazioni della Pasqua. E dove andrà Ratzinger? “Quando inizia la sede vacante si trasferirà in un primo momento a Castel Gandolfo e poi si trasferirà in Vaticano al posto dove c'era il monastero di clausura”, ha detto padre Lombardi.

Le reazioni. Da Giorgio Napolitano ad Angela Merkel, da Francois Hollande a David Cameron, sono arrivate da ogni parte del mondo, anche su Twitter, le reazioni alla decisione di Ratzinger. "Un grande coraggio e da parte mia grandissimo rispetto", sono state le parole del capo dello Stato. Ma ha colpito molto anche il giudizio arrivato dalla Polonia, dall'ex segretario di Wojtyla, l'attuale cardinale di Cracovia Stanislaw Dziwisz: "Giovanni Paolo secondo decise di restare sul Soglio pontificio fino alla fine della sua vita perchè riteneva che dalla croce non si scende".

I precedenti. Le dimissioni papali sono estremamente rare e l'ultimo annuncio del genere risaliva a circa 600 anni fa. Prima di Benedetto XVI altri sei papi hanno abbandonato il pontificat







Il Papa rinuncia: il discorso integrale
Il messaggio di Benedetto XVI (dal sito di Radio Vaticana)



"Carissimi Fratelli, vi ho convocati a questo Concistoro non solo per le tre canonizzazioni, ma anche per comunicarvi una decisione di grande importanza per la vita della chiesa. Dopo aver ripetutamente esaminato la mia coscienza davanti a Dio sono pervenuto alla certezza che le mie forze, per l'età avanzata, non sono più adatte per esercitare in modo adeguato il ministero petrino. Sono ben consapevole che questo ministero, per la sua essenza spirituale, deve essere compiuto non solo con le opere e con le parole, ma non meno soffrendo e pregando. Tuttavia, nel mondo di oggi, soggetto a rapidi mutamenti e agitato da questioni di grande rilevanza per la vita della fede, per governare la barca di San Pietro e annunciare il Vangelo, è necessario anche il vigore sia del corpo, sia dell'animo, vigore che, negli ultimi mesi, in me è diminuito in modo tale da dover riconoscere la mia incapacità di amministrare bene il ministero a me affidato. Per questo, ben consapevole della gravità di questo atto, con piena libertà, dichiaro di rinunciare al ministero di Vescovo di Roma, Successore di San Pietro, a me affidato per mano dei Cardinali il 19 aprile 2005, in modo che, dal 28 febbraio 2013, alle ore 20,00, la sede di Roma, la sede di San Pietro, sarà vacante e dovrà essere convocato, da coloro a cui compete, il Conclave per l'elezione del nuovo sommo pontefice. Carissimi fratelli vi ringrazio di vero cuore per tutto l'amore e il lavoro con cui avete portato con me il peso del mio ministero e chiedo perdono per tutti i miei difetti. Ora, affidiamo la santa chiesa alla cura del suo sommo pastore, nostro Signore Gesù Cristo e imploriamo la sua santa madre Maria, affinché assista con la sua bontà materna i padri cardinali nell'eleggere il nuovo sommo pontefice. Per quanto mi riguarda, anche in futuro, vorrò servire di tutto cuore, con una vita dedicata alla preghiera, la santa chiesa di Dio"





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Edited by gabbianella66 - 11/2/2013, 23:12
 
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Pope shocks world with resignation



Pope Benedict XVI shocked the world on Mondayby announcing that he will step down as the head of the Catholic Church as of February 28, citing his 'advanced age' as the reason and spurring speculation the world's 1.1 billion Catholics may get an African as their next leader.

The 85-year-old German pontiff said he was "well aware of the seriousness of this act" but felt he lacked the necessary mental and physical strength to continue.

"After having repeatedly examined my conscience before God, I have come to the certainty that my strengths, due to an advanced age, are no longer suited to an adequate exercise of the Petrine ministry," Benedict told a meeting of cardinals.

"I am well aware that this ministry, due to its essential spiritual nature, must be carried out not only with words and deeds, but no less with prayer and suffering.

"However, in today's world, subject to so many rapid changes and shaken by questions of deep relevance for the life of faith, in order to govern the bark of Saint Peter and proclaim the Gospel, both strength of mind and body are necessary, strength which in the last few months, has deteriorated in me to the extent that I have had to recognize my incapacity to adequately fulfill the ministry entrusted to me".

Benedict is the first pope to resign in modern times and Monday's announcement stunned the world.

Vatican spokesman Father Federico Lombardi said even he was taken aback by Benedict's decision.

"The pope took us a bit by surprise," Lombardi told a press conference.

He added that recently those near the pontiff had noticed "he had become more tired and fatigued than in the past".

Italian cardinal Angelo Sodano, the dean of the College of Cardinals, said that Pope Benedict XVI's announcement was a "bolt out of the blue".

Italian Premier Mario Monti was stunned."I am very shocked by this unexpected news," Monti said. Monti said he had no "signs or hints" of the impending decision during recent meetings with the pope.

At 78, the former Cardinal Joseph Ratzinger was one of the oldest new popes in history when he was elected in 2005 following the death of John Paul II.

Benedict said the pontificate would be vacant as of 20.00 Italian time (19:00 GMT) of February 28 and that he had called a conclave to elect his successor.

"Dear Brothers, I thank you most sincerely for all the love and work with which you have supported me in my ministry and I ask pardon for all my defects," Benedict told the cardinals.

"And now, let us entrust the Holy Church to the care of Our Supreme Pastor, Our Lord Jesus Christ, and implore his holy Mother Mary, so that she may assist the Cardinal Fathers with her maternal solicitude, in electing a new Supreme Pontiff.

"With regard to myself, I wish to also devotedly serve the Holy Church of God in the future through a life dedicated to prayer".

WORLD LEADERS SHOCKED AND MOVED.

Around the world, stunned religious leaders and heads of state paid tribute to Benedict.

Chief Imam for the Sunni muslims, Ahmad el Tayyeb, expressed "shock" at the news from the margins of a closed door meeting in Cairo to elect a new grand Mufti of Egypt.

Chief rabbi for Israel, Yona Metzger, credited Pope Ratzinger with forging "the best relations between the Rabbinate and the Catholic Church" and wished the pope good health and a long life.

"He must be given credit for having done a great deal for inter-religious ties in the world between Christianity, Judaism and Islam," Metzger added.

"It is moving news," said German Chancellor Angela Merkel, commenting on the German pope's decision, and a choice that elicits "my greatest respect".

Cardinal Keith O'Brien, head of the Scottish Catholic church, said he was "shocked" and "heartbroken" by the news, and sent a message throughout the Scottish parishes to pray for Joseph Ratzinger in his moment of difficulty.

French president Francois Holland called the pope's decision "highly respectable" and a "human decision".

British Prime Minister David Cameron wished the pope well and gave him credit for tireless work to reinforce ties between Britain and the Catholic Church.



BOOKIES SAY IT COULD BE AFRICA'S TIME.

The pope's resignation announcement stunned the world and triggered a flurry of rumours and speculation about who will replace the pontiff.

With his replacement not likely to be selected until the end of March, bookies, politicians, and Vatican watchers will have plenty of time to weigh candidates.

But as the Catholic Church rises in size and power in Africa, as well as in Asia and Latin America, pressure is also increasing for a non-European pope to be selected by the church's cardinals, who will meet in conclave in mid-March.

That helps explain why online betting agency Agimeg says that the next pope could be Nigerian Cardinal Francis Arinze, 80, and in second place Cardinal Peter Turkson of Ghana, 64. Arinze, known as a scholarly conservative, came to Rome to study theology at the Pontifical Urban University, where he ultimately earned a doctorate in sacred theology summa cum laude.

But at popular Dublin-based bookmaker Paddy Power Plc, Turkson of Ghana is the favorite at odds of 9-4 to replace Pope Benedict, and Arinze is in third place at 3-1. Turkson, who lives in Rome and speaks numerous languages, was educated in the United States, attending St. Anthony-on-Hudson Seminary in Rensselaer, New York, where he obtained a Bachelor's degree in theology.

Turkson was appointed president of the Pontifical Council for Justice and Peace by Pope Benedict in 2009.

Canada's Marc Ouellet, 68, is second favorite at 5-2, according to Paddy Power.

However, his election seems less likely.

Ouellet, who became a cardinal in 2003, was quoted in June 2011 as suggesting he would have no interest in the Pope's job because its intensely heavy workload "would be a nightmare" with crushing responsibilities.

"It's the kind of thing you don't campaign for".

Bookies have named Milan Cardinal Angelo Scola as the European favourite to succeed Benedict, followed by Vatican Secretary of State Tarcisio Bertone and Cardinal Angelo Bagnasco, archbishop of Genoa and president of the Italian Bishops' Conference.

The name to be chosen by the next pope is also subject for wagering, with Peter in the lead, followed by Pius, John Paul, John, and Benedict.


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Il Pontificato di Benedetto XVI



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Joseph Ratzinger, Benedetto XVI, è stato il 265° Papa della Chiesa di Roma, il nono tra i Pontefici di origine tedesca.
Nato a Marktl am Inn, in Germania, il 16 aprile 1927. Il padre, un gendarme, e la madre, una cuoca, pur non essendo particolarmente benestanti cercano di assicurargli fin da piccolo un'educazione dignitosa. Tanto che, per un certo periodo, è lo stesso padre a occuparsi della sua istruzione.


Dopo aver trascorso l'adolescenza a Traunstein, negli ultimi mesi della seconda guerra mondiale fu arruolato nei servizi ausiliari antiaerei, mentre era iscritto d'ufficio alla Gioventù hitleriana.


Il 29 giugno 1951 è diventato prete. Specializzatosi in teologia con una tesi su Sant'Agostino, e abilitato alla docenza con una su San Bonaventura, il giovane Ratzinger è stato docente a Frisinga, Bonn, Muenster, Tubinga e Ratisbona. È stato poi esperto al Concilio Vaticano II.

Nel 1977 è stato nominato da Papa Paolo VI arcivescovo di Monaco e il 27 giugno dello stesso anno è diventato cardinale. Il suo motto episcopale: «Collaboratore della verità».
Da arcivescovo, ha partecipato ai conclavi per l'elezione, nel 1978, di papa Luciani, e poi di papa Wojtyla.

Grande amico di Giovanni Paolo II, che nell'81 lo nomina prefetto della Congregazione per la dottrina della fede. È stato presidente della commissione per la preparazione del Catechismo della Chiesa cattolica, vice decano e poi decano dei cardinali.


Il 19 aprile 2005 l'elezione a Papa, al quarto scrutinio.


Sia prima che dopo l'elezione, Papa Ratzinger è stato autore di numerosissime pubblicazioni. Famosissime la sua lettera agli irlandesi sullo scandalo della pedofilia e quella ai vescovi sul caso del vescovo lefebvriano negazionista Williamson.
Timido, ma dotato di grande capacità di ascolto, fine teologo e maestro nel predicare in modo accessibile anche sui temi più complessi, in quasi otto anni di Pontificato Benedetto XVI ha incontrato milioni di persone e compiuto decine di viaggi in tutto il mondo. Ha poi scritto diverse encicliche, per affermare al mondo che l'amore e la speranza non sono qualcosa ma qualcuno, cioè Cristo, e per rinnovare la dottrina sociale della Chiesa.
Papa Ratzinger ha poi scritto diversi libri, come il Gesù di Nazareth, in più volumi, per mostrare che la fede non è un elenco di proibizioni ma un rapporto di amicizia con il Dio fatto uomo.
Negli ultimi otto anni Papa Ratzinger ha posto più volte l'accento sui temi della povertà e dell'Africa, dei giovani, dell'ecumenismo e dell'annuncio della fede al mondo secolarizzato. Ha poi lottato energicamente contro la pedofilia del clero.

Tra i suoi documenti anche due Motu proprio del 2007: uno per ripristinare la maggioranza dei due terzi per l'elezione di un pontefice e l'altro, il Summorum Pontificum, che ha liberalizzato la messa in latino. La lettera ai cinesi del 2009 non ha dato alla lunga i risultati sperati nei rapporti con Pechino, che resta una criticità della Santa Sede.
Negli ultimi tempi la decisione di sbarcare sui social network per poter comunicare meglio con il mondo. Da qui l'apertura di un suo profilo Twitter. Poi, a sorpresa, la decisione di «abdicare» da Papa.


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Monsignor Bettazzi: «Non riusciva
più a fare il Papa, decidevano
i suoi collaboratori e segretari»



È stato il primo a parlarne esattamente un anno fa, il 13 febbraio 2012. Monsignor Luigi Bettazzi, Vescovo Emerito di Ivrea, durante la trasmissione Un giorno da pecora aveva affermato che Benedetto XVI si sarebbe potuto dimettere, quindi oggi è forse il meno stupito della decisione di Ratzinger di lasciare.

Una specie di premonizione la sua...
«No, semplicemente la conoscenza e la stima che avevo di Ratzinger mi hanno spinto a pensare che potesse decidere di lasciare».


Perché?
«Non riusciva più a fare il Papa. Fisicamente non aveva più la forza, ormai lo facevano i suoi collaboratori che non hanno la grazia papale»


Quindi un esempio di responsabilità?
«Di più, un grande esempio difede e di umiltà. Fare il Papa è una grazia particolare, un servizio non un segno di potere».


Non sarà forse anche colpa degli scandali che ha dovuto affrontare?
«Un anno fa non c'era ancora traccia di tutte queste vicende eppure conoscendo e stimando la fede del Papa avevo già intuito che cosa sarebbe potuto accadere. È un uomo determinato, non disposto a lasciarsi condizionare dai suoi collaboratori o segretari».
Si dice che anche Wojtyla avesse pensato di dimettersi ma poi non l'avesse fatto
«Wojtyla aveva un modo più polacco di intendere il proprio compito e forse si è lasciato convincere a restare. Ratzinger invece ha dato un segnale di chiarezza, il suo è un grande gesto».


Aveva capito che l'annuncio era imminente?
«Quando ha sistemato il suo segretario particolare, padre Georg, consacrato arcivescovo e promosso Prefetto della Casa Pontificia, ho intuito che i tempi erano maturi. Dopo aver risolto la questione del suo segretario, che non rimarrà a disposizione di tutti ma avrà garantito un posto da Vescovo, si è sentito più libero di dare le dimissioni. Del resto se un vescovo dopo i 75 anni non può reggere la sua diocesi e i Cardinali con più di 80 anni non possano partecipare al Conclave per l'elezione del Papa, mi sembra coerente che anche un Papa raggiunti certi limiti d'età, se il suo fisico non gli consente di continuare, possa dimettersi».

E adesso cosa succederà?
«Prego che lo Spirito Santo aiuti i Cardinali, che vengono anche dai Continenti più in difficoltà, a capire la situazione della Chiesa e a scegliere un Papà adatto ai nostri tempi».


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Può un Papa dimettersi? Si, ecco i precedenti



Può un Papa dimettersi? Sì. Le possibilità, appena sfruttate da Benedetto XVI, sono previste nel codice di diritto canonico al canone 332 comma 2: «Nel caso che il Romano Pontefice rinunci al suo ufficio, si richiede per la validità che la rinuncia sia fatta liberamente e che venga debitamente manifestata, non si richiede invece che qualcuno la accetti».


LA MALATTIA

Diverso è il caso in cui il Pontefice sia colpito da una malattia invalidante che gli impedisca di comunicare oppure che lo renda incapace di intendere e volere. In questo caso non esistono norme, ma negli ambienti ecclesiastici si afferma che sarebbe possibile sopperire con «lettera di dimissioni» firmata anticipatamente dal Pontefice, che andrebbe poi ufficializzata nel caso della malattia invalidante.



I PRECEDENTI

I precedenti di pontefici che che hanno abdicato, per scelta o per costrizione sono 6: Clemente I, papa Ponziano, Silverio, Benedetto IX, Celestino V e Gregorio XII.

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Papa Clemente I fu il quarto vescovo di Roma, dal 92 al 97. Abdicò, probabilmente, perché arrestato nelle persecuzioni. Permise, così, l'elezione del suo successore, Evaristo. Morì martire, gettato in mare con un'ancora al collo nel 99 o 100.



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Ponziano fu il 18º vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica, che lo venera come santo, dal 21 luglio 230 al 28 settembre 235: Ponziano dovette abdicare perché deportato in Sardegna durante una persecuzione voluta da Massimino Trace. L'abdicazione permise ai cattolici romani di eleggere un successore con i pieni poteri nella persona di Papa Antero



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Silverio fu il 58º vescovo di Roma e Papa della Chiesa cattolica, che lo venera come santo. Fu papa dal 536 all'11 marzo 537, quando fu deposto. Alcuni storici posticipano la fine del suo pontificato all'11 novembre dello stesso anno, quando fu indotto ad abdicare ufficialmente in favore di Vigilio. Silverio fu costretto ad abdicare dall'imperatrice Teodora che costruì contro di lui false accuse a proposito di un accordo segreto con gli invasori Goti. Venne arrestato e portato in esilio a Licia. Anni dopo venne riconosciuto innocente



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Benedetto IX fu il 145º papa della Chiesa cattolica dal 1033 al 1045, poi una seconda volta nel 1045 (147°) ed una terza nel biennio 1047-1048 (150°). È famoso per essere stato il quarto Papa ad aver abdicato. E' uno di quei Papi che la Chiesa, forse, preferirebbe dimenticare. Quando venne eletto, si dice avesse appena 12 anni. Visse in modo dissoluto, vendette e ricomprò il suo ufficio e lasciò il papato, a quanto pare, per sposarsi



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Celestino V fu il 192º Papa della Chiesa cattolica dal 29 agosto al 13 dicembre 1294. Eletto il 5 luglio 1294, fu incoronato a L'Aquila il 29 agosto nella Basilica di Santa Maria di Collemaggio, dove è sepolto. Celestino V fu il quinto Papa a rinunciare al pontificato



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Gregorio XII, nato Angelo Correr, fu il 205º Papa della Chiesa cattolica dal 1406 al 1415, nel pieno della vicenda degli antipapi avignonesi. Ad Avignone, infatti, nello stesso tempo, era stato eletto Benedetto XIII. I due papi si erano accordati perché alla rinuncia dell'uno corrispondesse anche quella dell'altro con l'obiettivo di ridare unità alla Chiesa. Lo scontro, invece, andò avanti per anni con Concili convocati dall'uno e dall'altro che dichiaravano il rivale "spergiuro, scismatico e devastatore della Chiesa". La questione si chiuse quando, con accordi faticosissimi, entrambi arrivarono effettivamente alle dimissioni ottenendo in cambio il mantenimento dei cardinali da ciascuno nominati. È stato il sesto pontefice ad abdicare.


Per vedere un altro papa rinunciare al pontificato, si dovrà aspettare il 2013 e Benedetto XVI
PIO XII E WOJTYLA
Secondo gli esperti, Pio XII preprò una lettera di dimissioni, da tirare fuori nel caso fosse stato arrestato dai nazisti. E anche Papa Giovanni Paolo II preparò una lettera simile, da divulgare in caso di infermità inguaribile. Il problema allora era che nessun Papa sarebbe stato ritenuto credibile dal mondo dei cattolici con il carismatico e amatissimo Wojtyla ancora in vita.


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Benedetto XVI, il Papa che voleva rafforzare la tradizione - videoscheda


Papa Benedetto XVI, al secolo Joseph Aloisius Ratzinger è dal 19 aprile 2005 il 265esimo Pontefice della Chiesa cattolica. Il suo pontificato è stato caratterizzato da importanti prese di posizione in materia liturgica e di magistero. Il ritorno a una spiritualità e a una liturgia più legate alla tradizione millenaria del Cattolicesimo è stato uno dei punti centrali del suo pontificato. Dal punto di vista dottrinale, Benedetto XVI si è opposto radicalmente alla "dittatura del relativismo", considerata la sfida principale della Chiesa e dell'umanità



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Ecco dove andrà a vivere il Papa



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Sarà il convento di clausura «Mater Ecclesiae» la dimora di Benedetto XVI. Una volta lasciato il soglio pontificio, il Papa andrà per un breve periodo a Castel Gandolfo, per poi trasferirsi definitivamente nel monastero in cui risiedevano le suore di clausura.

Posto sul colle Vaticano, venne costruito a partire dal 1992 per volere del predecessore di Benedetto, Giovanni Paolo II, che desiderava inserive all'interno della città del Vaticano una struttura che ospitasse le suore di clausura dedite al «ministero della preghiera» come supporto all'attività del Pontefice.

12 CELLE, 4 PIANI
L'edificio sorge su quella che era la vecchia sede della gendarmeria vaticana e venne inaugurato il 13 maggio del '94, giorno dell'attentato a Giovanni Paolo II. Si compone di quattro piani in tutto. Il secondo e il terzo dedicati a 12 celle monastiche. Il piano terra e il seminterrato dedicati agli ambienti comuni: il refettorio, la dispensa, la cucina, l'infermeria, l'archivio e un ufficio-studio.

LE MONACHE
Negli ultimi 20 anni si sono avvicendate le esponenti dei diversi ordini di clausura: prima otto suore clarisse, poi le benedettine, infine le visitandine. Le ultime monache di clausura a risiedervi sono state sei monache spagnole e una italiana, che avevano trascorso tre anni (dal 2009 al 2012) al servizio diretto di Benedetto XVI.

LA VITA DEL PAPA
All'interno del monastero il Papa non farà certo vita da clausura, ma si dedicherà allo studio e alla scrittura. A proteggerlo dall'estero ci sarà una folta siepe, una robusta cancellata e gli oltre 2 mila metri quadri del giardino su cui affaccia il monastero stesso. A poche decine di metri Benedetto XVI potrà guardare l'edificio di Radio Vaticana. E dalla finestra potrebbe, un giorno, guardare il suo predecessore mentre cammina nel giardino confinante al monastero: «l'orto del Papa».

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Le profezie sulla fine del mondo e le "strane" coincidenze sul giorno delle dimissioni del Papa


Le profezie sulla fine del mondo e le "strane" coincidenze sul giorno delle dimissioni del Papa
Dopo le parole di Benedetto XVI in rete si torna a discutere della profezia di Malachia che annuncia l'ultimo erede di San Pietro, sotto il cui pontificato finirà il mondo

Millenaristi, esperti di esoterismo, numerologi. Un popolo di studiosi, più o meno attendibile, è in fibrillazione dopo l'annuncio delle dimissioni di Benedetto XVI. In rete si è iniziato a discutere delle profezie, contenute in testi del passato, in cui questo evento storico sarebbe stato previsto insieme alle sue catastrofiche conseguenze.
La profezia che attira più attenzioni è quella di Malachia in cui si fa coincidere l'elezione del successore di Benedetto XVI con la distruzione di Roma. La Profezia consiste in una lista di 112 brevi frasi in latino, che molti ritengono essere una premonizione di San Malachia di Armagh. Partendo da Celestino II (il Papa del Gran Rifiuto, illustre predecessore di Benedetto XVI eletto nel 1143) si arriva ai giorni nostri: "Durante l'ultima persecuzione della Santa Romana Chiesa siederà Pietro il Romano, che pascerà il gregge fra molte tribolazioni. Passate queste, la città dei sette colli cadrà ed il tremendo Giudice giudicherà il suo popolo. Amen".

Molti vedono nella figura di Pietro il cardinal Bertone, considerato papabile per essere eletto al soglio pontificio: il suo nome Tarcisio Pietro Evasio Bertone, e il suo luogo di nascita, Romano Canavese, identificherebbero in lui Pietrus Romanus, l'ultimo Papa. Sebbene la profezia sia giudicata un falso del XVI secolo redatta dal falsario umbro Alfonso Ceccarelli allo scopo di influenzare i cardinali che prendevano parte al Conclave del 1590, durante il prossimo conclave tutti gli occhi saranno di certo puntati sul religioso piemontese.

Il fatto che tra i papabili figurino anche molti cardinali di colore (i ghanesi Peter Turkson e Peter Appiah su tutti) fa ricordare anche la profezia di Nostradamus che, secondo certe interpretazioni, faceva coincidere la fine dei tempi con l'ascesa al trono pontificio di un caput nigrum, un religioso nero.

Numeri e ricorrenze- Guardando il calendario qualcuno ricorda che oggi, 11 febbraio, ricorre l'anniversario della prima apparizione di Lourdes. Nel 1858 la giovane Bernadette Soubirous, contadina quattordicenne, riferì di aver assistito alla prima delle diciotto apparizioni della Madonna, in una grotta poco distante dal piccolo sobborgo di Massabielle. Un evento miracoloso che, secondo molti, non può non avere un legame con i fatti delle ultime ore.

Gli appassionati di numeri hanno poi fatto notare un singolare, quanto preoccupante, parallelismo tra la data dell'annuncio delle dimissioni e la fine del mondo. Sommando i numeri della data di oggi (28/02/2013) si ottiene 18, un numero che rappresenta la somma di 6+6+6: ecco così quel 666, segno che contraddistingue Satana, la Bestia che nell’apocalisse di Giovanni darà l'inizio alla fine dei tempi.


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Edited by gabbianella66 - 27/2/2013, 22:56
 
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Papa a ultima udienza:"Non abbandono croce"

"Non mi ritiro a vita privata" dice tra la grande commozione e le ovazioni della folla. Decine di bambini "scortano" la Papamobile. Per il Conclave avanza l'ipotesi dell'11 marzo

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Benedetto XVI è entrato a bordo della Papamobile in Piazza San Pietro per la sua ultima udienza generale. Accolto dall'ovazione della folla - le persone prenotate erano 50mila - ha salutato e benedetto i fedeli, seguito da decine di bambini. Domani alle 20 la fine del pontificato, che sarà simboleggiata dalla chiusura del portone del Palazzo di Castel Gandolfo e dagli "svizzeri" che lasceranno la guardia.
"Sono commosso, vedo la Chiesa viva" - Le prime parole del pontefice sono state di commozione e improvvisate: "In questo momento il mio animo si allarga per abbracciare tutta la Chiesa sparsa nel mondo". Poi, "sono veramente commosso e vedo la Chiesa viva", ha aggiunto ringraziando di cuore i presenti.

"Momenti non facili, il Signore sembrava dormire" - Papa Ratzinger ha poi ripercorso l'inizio del suo pontificato. "Il 19 aprile del 2005 ho pensato: "Signore, che cosa mi chiedi? E' un peso grande quello che mi poni sulle spalle ma se Tu me lo chiedi sulla Tua parola getterò le reti" e "il Signore mi ha veramente guidato", ha affermato. Poi, ha parlato delle proprie crisi di uomo. In questi ultimi anni "il cammino della Chiesa ha avuto momenti di gioia ma anche momenti non facili" nei quali "le acque erano agitate, il vento contrario e il Signore sembrava dormire". Però, ha aggiunto di aver "sempre saputo che in quella barca c'è il Signore, la barca della Chiesa non è mia" e di avere "una grande fiducia nel Vangelo che è la forza della Chiesa".

"Rinuncia fatto grave ma deciso serenamente" - Dopo aver affermato che un Papa non è mai solo e lui non si è mai sentito solo nella guida della barca di Pietro, e aver ringraziato tutti i suoi collaboratori, il Pontefice ha parlato della sua storica rinuncia. "Ho fatto questo passo nella piena consapevolezza della sua gravità e anche novità, ma anche con una profonda serenità d'animo". Il Papa ha detto che "in questi ultimi mesi le forze erano diminuite" e di aver "chiesto a Dio" di "illuminarmi" per "prendere la decisione più giusta" per "il bene della Chiesa".

"Non abbandono la croce" - "Non abbandono la croce ma resto in modo nuovo presso il Signore Crocifisso", ha rassicurato i fedeli Benedetto XVI. Poi, dopo aver precisato che un Papa "non ha più alcuna privacy. Appartiene sempre e e totalmente a tutti, a tutta la Chiesa", ha sottolineato: "Non ritorno alla vita privata". Non avrò "una vita di viaggi, incontri, ricevimenti, conferenze, eccetera. Nel servizio della preghiera resto, per così dire, nel recinto di San Pietro".

"Pregate per il mio successore" - Benedetto XVI ha avuto un pensiero anche per il suo successore: "Vi chiedo di ricordarmi davanti a Dio, e soprattutto di pregare per i Cardinali, chiamati ad un compito così rilevante, e per il nuovo Successore dell'Apostolo Pietro: il Signore lo accompagni con la luce e la forza del suo Spirito", ha voluto comunicare.

Standing ovation di un minuto, Papa commosso - Nell'udienza, in cui è apparso emozionato ma sorridente, il Papa è stato interrotto oltre una decina di volte dagli applausi. Al termine le sue parole sono state accolte con una standing ovation dei fedeli durata circa un minuto. Molti hanno ritmato con l'applauso delle mani il nome Benedetto acclamandolo.

Decine di bambini seguono la Papamobile - Da quella cinese a quella brasiliana, da quella giamaicana a quella statunitense e camerunense. Piazza San Pietro era un tripudio di bandiere di tutto il mondo, per accogliere l'ultima udienza di Benedetto XVI. All'ingresso del pontefice i fedeli hanno intonato canti, ballato e sventolano foulard. Decine di bambini si sono spostati in alcuni punti vuoti della piazza, utilizzati come vie di fuga, per seguire la Papamobile. Molti hanno urlato "Benedetto" e per i bimbi è diventato un gioco seguire il papa lungo il suo tragitto, dietro le transenne, per salutarlo.

Il Conclave già l'11 marzo? - Il Motu Proprio con le nuove regole pubblicato da Benedetto XVI ha aperto la strada a un anticipo del Conclave, che inizialmente era previsto per metà marzo a non meno dei canonici 15 giorni dall'avvio della sede vacante, e ora si delineano meglio le scadenze e le date possibili. Innanzitutto la convocazione delle Congregazioni generali dei cardinali, che precedono il Conclave, "partirà il primo marzo" e "verosimilmente esse non verranno convocate sabato 2 o domenica 3 marzo", ha spiegato ai giornalisti il portavoce vaticano padre Federico Lombardi. Quindi "potrebbero cominciare lunedì 4 marzo". E' pensabile che il confronto e le consultazioni tra i cardinali alle Congregazioni dureranno tutta la settimana. Sarà lo stesso Collegio a decidere, con voto a maggioranza, la data di inizio del Conclave. L'ipotesi più accreditata è che "l'extra omnes" possa essere pronunciato lunedì 11 marzo. Con un certo numero di votazioni al giorno, già nell'arco di quella settimana potrebbe esserci il nome del nuovo Papa, che potrebbe così già celebrare la messa di insediamento domenica 17 marzo.

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L’addio del capo della Chiesa è un evento storico, non sorprende quindi il clamore mediatico che lo ha accompagnato. Anche per domani sono previsti appuntamenti televisivi e dirette che consentiranno agli spettatori di seguire gli ultimi istanti di Ratzinger da pontefice.

L’evento è fissato per le 16:30 del 28 febbraio 2013. Papa Benedetto XVI uscirà a quell’ora dal suo appartamento privato di San Pietro e si recherà all’eliporto del Vaticano. Un elicottero personale lo condurrà alla residenza di Castel Gandolfo, dove il ‘pontefice emerito’, come verrà definito, resterà per due mesi. A quel punto farà ritorno in Vaticano e prenderà dimora presso un convento. Prima di ritirarsi definitivamente, però, il papa darà l’ultimo saluto al popolo della Chiesa Cattolica. Il momento storico sarà ovviamente immortalato dalle telecamere, tentando al contempo di rispettare la privacy di Benedetto XVI. Tutti i principali network seguiranno a più riprese lo svolgersi dell’ultimo giorno di pontificato di Joseph Ratzinger, dalla Rai a Mediaset, passando per La7 e i canali all news del digitale. Vediamo allora quali saranno gli appuntamenti speciali inseriti nei palinsesti televisivi di domani.

RaiUno: il Tg1 si collegherà in diretta alle 16:45, con il commento di Fabio Zavattaro e Aldo Maria Valli.

Canale 5: il programma di Barbara D’urso, Pomeriggio 5, dedicherà un’ampia pagina alle dimissioni del pontefice. Al suo interno troverà luogo un’edizione speciale del Tg5 che seguirà le fasi dell’uscita del pontefice dal Vaticano.

La7: la rete trasmetterà nel corso della giornata un documentario sul pontificato di Ratzinger. Poi, alle 16:30, spazio a uno speciale del Tg La7, condotto dal direttore Enrico Mentana.

Sky Tg24: Il canale all news della piattaforma satellitare offrirà collegamenti in diretta con il Vaticano per tutta la mattinata, con il supporto di Stefano Maria Paci. Nel pomeriggio, invece, il susseguirsi degli eventi sarà affidato al commento di Paola Saluzzi.

RaiNews24 e TgCom24: entrambe le reti dedicheranno l’intera giornata alle dimissioni del pontefice, con approfondimenti e collegamenti in diretta da San Pietro.

Tv2000: il canale tematico religioso proporrà due collegamenti diversi, uno in mattinata e uno nel pomeriggio. Alle 11:00 si entrerà nelle stanze della Sala Clementina e alle 16:30 ci sarà ovviamente la diretta dell’abbandono da parte del papa del proprio appartamento.
 
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Benedetto XVI non è più Papa:
"Sono un pellegrino all'ultima tappa"

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Atto finale di Ratzinger. Il mattinata il commosso saluto ai cardinali, con le parole al successore: "Prometto incondizionata obbedienza". Poi il trasferimento in elicottero a Castel Gandolfo mentre le campane di Roma suonano a distesa. Napolitano: "Non si allontana dall'Italia. Continueremo a sentirlo vicino"

Le guardie svizzere hanno deposto le alabarde e chiuso il portone in legno del Palazzo Pontificio di Castel Gandolfo, a sancire che la Sede Apostolica è vacante. La bandiera gialla e bianca della Città del Vaticano è stata ammainata sul pennone del Palazzo apostolico. L'ultimo giorno del Papa è finito. Dalle 20 di oggi la Chiesa è senza guida, e la finestra di San Pietro resterà chiusa. "Questo giorno è diverso da quelli precedenti", ha detto Benedetto XVI, Papa emerito. "Dalle otto di questa sera inizia l'ultima tappa del mio pellegrinaggio sulla terra". Fuori dal protocollo e dal rito dal balcone del palazzo pontificio di Castel Gandolfo, Joseph Ratzinger ha pronunciato però soprattutto una parola. Semplice, ma che ha sovrastato tutte le altre, "grazie".

Il pontificato di Benedetto XVI, secondo la sua rinuncia comunicata ai cardinali l'11 febbraio scorso, è terminato.

Dopo la benedizione di rito, quello del Papa è stato un commiato lontano dallo stile di grande teologo e di professore: "Vi benedico tutti,
buonanotte e grazie". La stessa semplicità che però utilizzò nel suo primissimo discorso 'Urbi et Orbi', il 19 aprile 2005, appena eletto, dal loggione di San Pietro: "Nella gioia del Signore risorto - disse allora il pontefice - fiduciosi nel suo aiuto permanente, andiamo avanti. Il Signore ci aiuterà e Maria sua Santissima Madre starà dalla nostra parte". Dopo 2872 giorni, Benedetto XVI non è più Papa.

Il suo discorso oggi è durato poco più di un minuto e mezzo, interrotto da tre lunghi applausi e molti "grazie" urlati dalla folla che si è sciolta, dopo la benedizione del pontefice e il suo ultimo saluto, in una vera ovazione. Le dimissioni sono state accettate, capite, perdonate. La sua scelta vista come atto di coraggio, non di rinuncia.

"Voi sapete - ha ripreso il Papa dopo essere stato interrotto dagli applausi - che questo giorno mio è diverso da quelli precedenti: non sono più Pontefice Sommo della Chiesa cattolica: fino alle otto di sera lo sarò ancora, poi non più. Sono semplicemente un pellegrino che inizia l'ultima tappa del suo pellegrinaggio su questa terra. Ma vorrei ancora..., Ma vorrei ancora - ha ripreso dopo essere stato interrotto dagli applausi - con il mio cuore, con il mio amore, con la mia preghiera, con la mia riflessione, con tutte le mie forze interiori, lavorare per il bene comune e il bene della Chiesa e dell'umanità. E mi sento molto appoggiato dalla vostra simpatia. Andiamo avanti con il Signore per il bene della Chiesa e del mondo. Grazie, vi impartisco adesso con tutto il cuore la mia benedizione. Sia benedetto Dio onnipotente, Padre e Figlio e Spirito Santo. Grazie, buona notte. Grazie a voi tutti".

Il saluto della capitale. E' andato via da Roma, dopo essersi congedato dalla Curia e dai suoi collaboratori nel cortile di San Damaso, nel palazzo apostolico. E la città ha salutato il viaggio del Papa dimissionario verso Castel Gandolfo, dove risiederà per circa due mesi prima di trasferirsi nell'ex monastero di clausura nei Giardini Vaticani. Tre rintocchi della Patarina, la storica campana della torre di Palazzo Senatorio, e un lungo applauso dalla piazza quando l'elicottero su cui è salito Benedetto XVI ha sorvolato il Campidoglio.

L'accoglienza di Castel Gandolfo. Fuori la residenza di Castel Gandolfo ad aspettarlo c'erano migliaia di persone. Tante da commuovere perfino Joseph Ratzinger. Appena l'elicottero su cui viaggiava è atterrato alle Ville Vaticane, ha raccontato un collaboratore della diocesi di Albano, si sono sentite le campane a festa. Benedetto XVI ha chiesto se erano proprio le campane a suonare, si è stupito della grande accoglienza a lui riservata. Insieme all'arcivescovo di Albano monsignor Marcello Semeraro, al parroco di Castel Gandolfo don Pietro Diletti e al direttore delle Ville Pontificie Saverio Petrillo, è stata il sindaco di Castel Gandolfo Milvia Monachesi ad accoglierlo quando è atterrato: "L'ho trovato molto, molto provato - ha detto - molto, molto stanco. Rimarrà qui da noi tre mesi e vogliamo credere che sia davvero possibile conferirgli la cittadinanza onoraria con la sua presenza in piazza".

Il congedo dai cardinali. Questa mattina, Benedetto XVI si è congedato anche dai cardinali presenti a Roma presso la Sala Clementina. Rivolgendosi a loro ha sottolineato come "la vostra vicinanza e il vostro consiglio sono stati di grande aiuto nel mio ministero. Tra di voi c'è anche il futuro Papa a cui prometto la mia incondizionata riverenza e obbedienza. Il collegio dei cardinali sia come un'orchestra in cui le diversità'" possano portare a "una concorde armonia". Particolarmente lunga e amichevole la stretta di mano con l'arcivescovo di Milano, Angelo Scola, tra i più accreditati alla sua successione. Il Pontefice e il cardinale Scola si sono intrattenuti a parlare, hanno sorriso, per alcuni istanti. Nel pomeriggio, prima di lasciare il palazzo Apostolico, cardinali, vescovi, sacerdoti, suore e tutti i dipendenti vaticani hanno affollato il cortile San Damaso dove lo schieramento della Guardia Svizzera era pronto per il picchetto d'onore.

Nel mondo. A salutare il Papa è stato il mondo intero. "Benedetto XVI lascia, con un gesto di straordinario significato storico e umano, il soglio pontificio, ma non Roma. Non si allontana dall'Italia. E noi continueremo a sentirlo vicino, e a essergli vicini con animo bene augurante", ha commentao il Capo dello Stato Giorgio Napolitano, in un intervento scritto dall'Osservatore Romano.

Il segretario di Stato americano, John Kerry, nell'incontro con Mario Monti a palazzo Chigi ha portato l'omaggio del presidente amercicano: "Obama ed io vogliamo augurargli ogni bene, e ringraziarlo per la leadership che ha dimostrato", ha detto Kerry. Anche la Germani ha reso omaggio al 'suo' pontefice. "Il Papa lascia il Vaticano, arrivederci Sua Santità", ha titolato la popolare 'Bild' a caratteri cubitali. Il 19 aprile 2005 aveva celebrato l'elezione con un 'Siamo Papa! Il nostro Joseph Ratzinger è Benedetto XVI". Oggi con: "Siamo stati Papa per 2872 giorni", e sopra il titolo fa scorrere l'arrivederci in tutte le lingue.

In Gran Bretagna la Bbbc titola "Benedetto XVI lascia il Vaticano nel suo ultimo giorno da Papa". In Francia Le Monde, oltre alla cronaca del saluto del Papa, pubblica un'intervista a Leonardo Boff, "teologo e vecchio amico" di Ratzinger, secondo il quale "Benedetto XVI è stato un eminente teologo, ma un Papa che ha deluso". "Benedetto XVI, semplice pellegrino" è il titolo scelto da Liberation. In Spagna El Pais apre con il titolo "Il Papa al suo addio, 'sono un pellegrino nella sua ultima tappa'" e si chiede: "Sarà una Chiesa con due papi?". Oltreoceano "Il Papa lascia il Vaticano" è il titolo che campeggia su Wall Street Journal. "Il Papa dice addio" è infine il titolo con cui aprono gran parte dei quotidiani sudamericani, dall'agentino El Clarin al venezuelano El Universal mentre l'emittente panaraba Al Jazeera sottolinea "Il regno di Benedetto XVI è giunto alla fine".

Sede vacante. Dalle 20 la Sede Vacante la Chiesa è affidata ai cardinali riuniti in Congregazione Generale, con il decano Angelo Sodano e il camerlengo, cioè il custode, Tarcisio Bertone. Quest'ultimo apporrà i sigilli all'Appartamento Pontificio mentre a Castel Gandolfo la Guardia Svizzera ha terminato il suo servizio. I cardinali presenti a Roma sono 144 (60 vi abitano abitualmente, ma tra questi molti sono ultraottantenni) e non sono ancora partite le lettere di convocazione per la prima Congregazione Generale, che dovrebbe tenersi lunedì mattina alle 9,30.

L'ultimo Tweet. Il sito del Vaticano alle 20 è cambiato. Pontifex, l'account su Twitter è stato cancellato. La pagina è vuota, "non ci sono tweet ancora", si legge. E' sparito anche l'ultimo messaggio di Benedetto XVI. Ma il Papa del terzo millennio aveva fatto il suo ultimo tweet alle 17, prima di volare via con l'elicottero: "Grazie per il vostro amore e il vostro sostegno. Possiate sperimentare sempre la gioia di mettere Cristo al centro della vostra vita", aveva scritto prima quando era ancora Papa. Allo scoccare delle otto di sera, è stato cancellato.


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Castel Gandolfo, l'ultimo saluto di Benedetto XVI

"Grazie di cuore. Cari amici, sono felice di essere con voi circondato dalla bellezza del creato e da voi". Queste le prime parole di Benedetto XVI nel suo breve saluto alla folla dei fedeli che si è raccolta in piazza a Castel Gandolfo, di fronte al palazzo apostolico che lo ospiterà da oggi dopo aver lasciato la città del Vaticano. "Questo giorno è diverso - ha poi detto - da quelli precedenti. Dalle otto di questa sera non sono più sommo Pontefice ma semplicemente un pellegrino che inizia l'ultima tappa del suo pellegrinaggio sulla terra. Vorrei con il mio cuore, con le forze interiori, operare ancora per il bene comune e per il bene della chiesa"




La chiusura del portone di Castel Gandolfo



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view post Posted on 6/3/2013, 00:17

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Chiude la Cappella Sistina, è il suo 25/mo Conclave

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In attesa di ospitare, per la venticinquesima volta, uno dei riti più segreti e carichi di mistero al mondo, il Conclave, da oggi alle 13.00 la Cappella Sistina è stata chiusa al pubblico. La chiusura ai visitatori, specificano i Musei Vaticani, è "fino a data da destinarsi", per permettere prima i lavori di sistemazione, già da questo pomeriggio, e poi lo svolgimento dell'assise cardinalizia per l'elezione del successore di Benedetto XVI. Nel medesimo periodo non saranno visitabili, lungo il percorso espositivo dei Musei, l'Appartamento Borgia e la Collezione di Arte Religiosa Moderna.

Ventiquattro sono stati finora i Conclavi che si sono succeduti in quella che resta pur sempre, nonostante gli enormi flussi giornalieri di visitatori e pellegrini, una cappella papale, luogo identitario della Chiesa romano-cattolica. Dalle ore 20.00 del 28 febbraio 2013, data di inizio della 'Apostolica Sede Vacans', un'equipe di 40 persone è pronta per poter entrare e realizzare nella Cappella Sistina la "fotocopia" dei precedenti Conclavi, dove tutto dovrà restare immutabile come da secoli, riproducendo anche nei minimi particolari - grazie ad una ricca documentazione fotografica - la millenaria tradizione. La squadra è coordinata dall'ingegner Paolo Sagretti, responsabile della Floreria della Città del Vaticano, un ruolo che tra gli incarichi di fiducia prevede il coordinamento della preparazione logistica delle udienze, delle cerimonie pontificie e l'arredamento del conclave. La Cappella Sistina - che solo nel 1996 divenne sede ufficiale del Conclave con la Costituzione Apostolica "Universi Dominici Gregis" di Giovanni Paolo II - sarà arredata con 115 sedie di ciliegio, contrassegnate dal nome e cognome di ciascun cardinale elettore, e dodici tavoli di legno grezzo coperti da un panno beige e satin bordeaux: sei sul lato destro e sei sul sinistro, disposti su due file di diverso livello. Davanti all'altare, sotto il michelangiolesco Giudizio Universale, un tavolo per l'urna di legno grezzo dove saranno raccolte le schede con i voti, e un leggio con il Vangelo sul quale i porporati presteranno giuramento.

I cardinali non cammineranno sul pavimento, ma su una struttura piana in legno coperta da un panno beige, alta 50-60 centimetri da terra ed in linea con il secondo gradino dell'altare. Saranno presto pronti anche il sacchetto in velluto per ritirare le schede e i segnaposti con i nomi dei Cardinali, che saranno dotati di penna, cartellina rossa d'appoggio e una scheda per scrutinio. Come è tradizione dal 1939, con il Conclave che elesse Papa Pio XII, al di là della cancellata marmorea, sarà collocata la celebre stufa (due strutture simili collegate) che verrà impiegata per bruciare le schede e dalla cui canna fumaria uscirà la "fumata". I risultati delle votazioni saranno infatti resi visibili dal colore delle fumate che usciranno dal comignolo installato sulla copertura della Cappella Sistina: fumata nera nei casi di non raggiunta maggioranza, fumata bianca per la elezione del nuovo Sommo Pontefice. La stufa, in ghisa, di forma cilindrica rastremata, di altezza pari a un metro circa e di diametro medio di 45 centimetri, è dotata di uno sportello inferiore per l'accensione dell'innesco, con valvola manuale di regolazione del tiraggio e di uno sportello superiore per l'introduzione dei documenti da bruciare. Sulla calotta superiore della stufa sono riportate, mediante punzonatura, le date di elezione al Soglio Pontificio e i nomi degli ultimi sei Pontefici.

Le fumate nere saranno ottenute con la bruciatura delle schede; la fumata bianca con la bruciatura delle schede e di paglia umida. Nel conclave del 2005 venne anche utilizzata per la prima volta un'apparecchiatura ausiliaria a fumogeni per incrementare la visibilità delle fumate. Per migliorare il tiraggio, la canna é preriscaldata mediante resistenze elettriche ed è dotata di un ventilatore da avviare in caso di necessità.


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view post Posted on 10/3/2013, 19:11

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Conclave: e' sfida a due, ma si cerca nome svolta

In corsa Scola e Scherer. Tanti incerti, si tratta fino alla fine



Mentre i cardinali nella nona congregazione generale hanno chiesto il miglioramento del lavoro della curia romana, indice di una diffusa aspirazione a una riforma, si rincorrono parallelamente le indiscrezioni secondo cui, alla vigilia dell'ingresso in Sistina, si sarebbero formate due candidature più forti delle altre che sarebbero già dotate di due pacchetti consistenti di voti. Si tratta dell'arcivescovo di Milano, il cardinale Angelo Scola, che, secondo i bene informati conterebbe su una provvista di 37 voti, e del brasiliano Pedro Odilo Scherer, che, invece, ne avrebbe, al momento 29. Tuttavia, all'approssimarsi dell'appuntamento del conclave, si registra anche il fatto che molti dei 115 elettori non hanno ancora manifestato un orientamento preciso, il che lascia pensare che i giochi siano ancora del tutto aperti.

Molti cardinali sarebbero infatti ancora alla ricerca di un nome che possa rappresentare una svolta per una Chiesa il cui problema numero uno è la fuga dei fedeli. Diversi porporati contano sugli incontri delle prossime ore, in particolare, sulla giornata di domenica, libera dalle congregazioni generali, riunioni formali dove non sempre è possibile intavolare discussioni in merito alle candidature, per individuare una figura carismatica che sia anche in grado di fare "gioco di squadra" ai fini di un più efficace e condiviso governo della Curia romana e delle chiesa in genere.

Al di là quindi dei nomi che più circolano in questi giorni, tra i porporati, si respira anche un clima di disagio e preoccupazione proprio perché all'orizzonte non ci sarebbe quella figura capace di mettere d'accordo tutti. Per questo, le candidature emerse finora sono del tutto preliminari e non è detto che abbiano i numeri per arrivare al traguardo finale. Quella che ad oggi appare più forte, è la candidatura di Scola, nome su cui si sarebbe trovata una intesa a vasto raggio che poggia su una convergenza di cardinali stranieri, intenzionati ad affidarsi a una personalità italiana come quella del cardinale di Milano, stimatissimo da Papa Ratzinger, e di forte affidabilità sul piano della dottrina.

Una figura come quella di Scola, impegnata anche nel campo interreligioso con la sua fondazione Oasis e che ha intessuto molti legami e amicizie nelle diocesi di tutto il mondo con l'organizzazione l'anno scorso a Milano del Forum mondiale delle famiglie. Su Scola punterebbero diversi porporati americani, latinoamericani, nordeuropei, polacchi, tedeschi ma anche qualche italiano. Un fronte motivato anche dalla volontà di imprimere una svolta alla passata gestione della curia romana, segnata dagli scandali, con un personaggio dal profilo specchiato.
Il brasiliano Scherer, uomo a capo della più grande diocesi del mondo, San Paolo, è invece sostenuto da un grande elettore come Giovanni Battista Re, ed esprimerebbe una linea "conservatrice" e di continuità con l'attuale gestione della curia. Scherer, infatti, cresciuto alla Congregazione dei vescovi quando era guidata proprio da Re, ha sempre mantenuto un legame con Roma ed è molto addentro anche agli aspetti della gestione economica come membro della commissione di vigilanza dello Ior.

Sarà subito dopo l'xtra omnes, già alla prima votazione, il banco di prova delle due candidature. Si vedrà lì quella che riuscirà a mettere insieme il pacchetto più numeroso di voti. Anche il fatto che una delle due, nei successivi scrutini, possa decadere potrebbe liberare un discreto numero di voti a favore di quella più forte con la possibilità che già in breve si raggiunga il quorum dei 77 voti necessari per l'ascesa al soglio di Pietro. L'alternativa, invece, se i due blocchi restano compatti e si confrontano per più votazioni è che alla fine per superare lo stallo emerga un terzo candidato, di "mediazione". Ed è qui che potrebbero recitare la loro parte il franco-canadese Marc Ouellet, gradito a diversi latinoamericani anche per la sua passata esperienza in Colombia e come attuale presidente della pontificia commissione per l'America Latina, oppure l'ungherese Peter Erdo, uomo di frontiera con l'Est ma anche da tre mandati presidente dei vescovi europei. Se neanche queste fossero le soluzioni percorribili potrebbe aprirsi la strada per degli outsider.

Circolano i nomi del filippino Louis Antonio Tagle, considerato un "trascinatore di folle", uomo di grande carisma e spiritualità ma fin troppo giovane dati i suoi 55 anni; il messicano Francisco Robles Ortega e l'italiano Giuseppe Betori. Decisivi più che mai sono i prossimi due giorni. Molti sono i porporati che sentono l'esigenza di confrontarsi ancora alla ricerca della personalità che rappresenti la svolta. La situazione di incertezza è tale che i conciliaboli e le trattative continueranno quasi fino all'extra omnes


di Nina Fabrizio e Fausto Gasparroni fonte
 
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view post Posted on 12/3/2013, 23:33

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I 13 'papabili', tra cavalli di razza e outsider


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Qualcuno più accreditato di altri. Qualcuno dato tra i favoriti, ma dalle chance che poi non reggono alla prova delle urne. Qualcun altro magari non menzionato da nessuno - come successe nel 1978 per Karol Wojtyla - e che poi emerge a sorpresa e si rivela uno dei Papi più grandi della storia. Come sempre la vigilia del Conclave è un rincorrersi di voci e previsioni sui candidati che più possono aspirare al soglio di Pietro. In questo Conclave 2013 apparentemente non c'é un "papabile" indiscusso e davvero favorito rispetto agli altri.

Ecco chi sono i candidati che domani entrano in Sistina con più possibilità.

ANGELO SCOLA - Arcivescovo di Milano, 71 anni. Grande esperienza pastorale: con Milano e prima ancora Venezia, viene da due diocesi che nell'ultimo secolo hanno dato cinque Papi. Uomo dalla solida dottrina, stimatissimo da Ratzinger (che lo ebbe con sé nella rivista teologica 'Communio'), ma dallo sguardo aperto sulla modernità. Impegnato nel dialogo interreligioso con la Fondazione Oasis. Un passato in Comunione e Liberazione, ma molto restio a farsi etichettare.

ODILO PEDRO SCHERER - Arcivescovo di San Paolo, 63 anni. Guida la diocesi più grande del mondo. Portabandiera dell' episcopato brasiliano, e latino-americano in genere, che rivendica un ruolo centrale nel governo della Chiesa. Conosce bene la Curia, dove ha lavorato per anni alla Congregazione dei vescovi. E' anche nella commissione di vigilanza dello Ior.

MARC OUELLET
- Prefetto della Congregazione dei vescovi, 68 anni. Ex arcivescovo di Quebec, il canadese Ouellet ha una lunga esperienza in Sudamerica, in particolare in Colombia, e guida anche la Pontificia Commissione per l'America Latina. Appartiene all'ordine dei Sulpiziani. Anch'egli sulla linea teologica di Ratzinger (c'é il lavoro per 'Communio' nel suo curriculum), è stato uno degli uomini di Curia più apprezzati dal Pontefice.

PETER ERDO - Arcivescovo di Esztergom-Budapest, 60 anni. L'ungherese Erdo è anche, da tre mandati, presidente del Consiglio delle Conferenze Episcopali Europee (Ccee), il cui vice presidente è Angelo Bagnasco. Rappresentante di una Chiesa di frontiera, ha anch'egli nel suo passato la collaborazione a 'Communio'. Molto impegnato sul ruolo del cattolicesimo nel Vecchio Continente e nei Paesi di antica cristianità, con particolare riferimento alla difesa dei valori etici.

CHRISTOPH SCHOENBORN - Arcivescovo di Vienna, 68 anni. Appartenente all'ordine dei Frati Predicatori (Domenicani), proviene da una delle famiglie austriache di più antica nobiltà. Ex allievo di Ratzinger a Ratisbona, ha animato a lungo il seminario estivo degli allievi del Papa emerito a Castel Gandolfo, il "Ratzinger Schuelerkreis". E portatore di una visione avanzata, aperta a fronti di discussione anche "scomodi" per le gerarchie come quello sul celibato dei preti.

TIMOTHY DOLAN - Arcivescovo di New York, 63 anni. Personaggio carismatico, dalla grande carica umana, imbattibile nelle pubbliche relazioni. E' a capo della Conferenza episcopale degli Stati Uniti, tribuna dalla quale non ha mancato di imbastire dure polemiche con l'amministrazione Obama contro le leggi sulla sanità che avrebbero obbligato anche gli ospedali cattolici alle pratiche abortive, lanciando ripetuti allarmi contro gli attacchi alla libertà religiosa.

SEAN O'MALLEY
- Arcivescovo di Boston, 68 anni. Frate cappuccino, ama vestire il saio e indossare i sandali. E' stato anche missionario sull'Isola di Pasqua. Ha affrontato la piaga della pedofilia nella sua diocesi con pugno di ferro. Ha un'immagine "pauperista", allergico ai lussi, avendo scelto di non vivere nel ricco palazzo della Curia di Boston.

PETER TURKSON - Presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, 64 anni. E' arcivescovo emerito di Cape Coast. E' considerato il vero regista delle porpore africane, con cui ha legami consolidati. Impegnato nel campo della pace, della riduzione delle disuguaglianze economiche e sociali, specie tra Paesi del Nord e del Sud del mondo. E' incorso in qualche gaffe, come quella di proiettare al recente Sinodo dei vescovi un filmato allarmante sull'invasione islamica in Europa.

GIANFRANCO RAVASI - Presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, 70 anni. Biblista di fama, personaggio mediatico con le sue partecipazioni e trasmissioni tv e le sue collaborazioni ai giornali. Con il "Cortile dei gentili", spazio di dialogo con i non credenti, ha messo in atto una delle iniziative che più stavano a cuore a Ratzinger. Uomo di grande cultura e dagli interessi trasversali, alla recente plenaria del dicastero ha dedicato l'apertura all'esibizione di un gruppo rock.

GIUSEPPE BETORI - Arcivescovo di Firenze, 66 anni. L'umbro Betori, scampato anche ai colpi di pistola di un malintenzionato a Firenze, è il più giovane cardinale italiano. E' considerato un "ruiniano" essendo stato segretario generale della Cei ai tempi della presidenza di Camillo Ruini.

LUIS ANTONIO TAGLE
- Arcivescovo di Manila, 55 anni. Il filippino Tagle è il secondo cardinale più giovane del Sacro Collegio. Uomo di grande spiritualità, è considerato un trascinatore di folle. Amatissimo dai suoi connazionali, è l'astro nascente dell'episcopato asiatico, con in più la particolarità di essere figlio di una cinese.

FRANCISCO ROBLES ORTEGA - Arcivescovo di Guadalajara (Messico), 64 anni. E' stato tra i vescovi che hanno accolto Benedetto XVI nel trionfale viaggio in Messico. Considerato un outsider, ha interpretato il coraggio della Chiesa nel contrasto alla criminalità in uno dei Paesi più violenti al mondo.

JOHN ONAIYEKAN
- Arcivescovo di Abuja, 69 anni. Se davvero fosse la volta del "Papa nero", più di altri potrebbe essere il nigeriano Onaiyekan a spuntarla. Presule di grande carità, attivissimo verso i poveri e i diseredati, è stato attentissimo a non esacerbare le lotte religiose nel suo Paese tra islamici e cristiani, classificandole come "contrasti etnici".

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Aperto Conclave, la prima fumata e' nera



E' arrivata alle 19.41 la prima fumata del conclave 2013, ed è stata nera. I cardinali, riuniti nella Sistina dal pomeriggio, hanno deciso, quindi, di fare il primo scrutinio. L'appuntamento è per domani mattina per il secondo turno di votazioni.

Boato di delusione dalla folla per la fumata nera dal comignolo della Cappella Sistina in piazza San Pietro. Le migliaia di persone che affollano la piazza hanno commentato deluse la fumata dopo aver aspettato per ore sotto la pioggia.

Piazza San Pietro si era riempita di gente in attesa della 'fumata'. Oltre ai turisti ed ai fedeli che in centinaia si erano già assiepati nella piazza e davanti ai maxischermi, stanno arrivando anche altre centinaia di persone, molti dei quali sono impiegati che escono dagli uffici, religiosi, giovani coppie e associazioni cattoliche. Gli occhi sono tutti puntati sul comignolo ripreso anche nei maxischermi e sul tetto della Cappella Sistina. In piazza anche tanti bambini e ragazzi.

I 115 cardinali elettori sono entrati nella Cappella Sistina per il Conclave. Subito dopo aver intonato il 'Veni Creator', i cardinali elettori hanno pronunciato il giuramento prescritto per l'inizio del Conclave. La formula comune è stata recitata in latino dal card. Giovanni Battista Re, primo dell'ordine dei vescovi tra i cardinali elettori. Dopo di che ciascun cardinale ha pronunciato la formula di adesione passando davanti al leggio posto al centro della Sistina e ponendo la mano sul Vangelo.

Il maestro delle Celebrazioni liturgiche pontificie, mons. Guido Marini, quindi, ha quindi intimato il "fuori tutti" e chiuso la porta della Cappella Sistina, dando così l'inizio al Conclave. Dalla Sistina sono usciti tutti gli addetti alla cerimonia e i prelati di Curia. Prima di procedere alle operazioni di voto, i cardinali assisteranno alla seconda meditazione prevista dalla costituzione apostolica Universi Dominici Gregis, che sarà tenuta dal cardinale maltese Prosper Grech.

C'era anche mons. Georg Gaenswein, prefetto della Casa Pontificia e segretario personale di Benedetto XVI, tra i prelati di Curia e gli addetti al cerimoniale che hanno assistito ai riti preliminari del Conclave e al giuramento dei cardinali nella Cappella Sistina. Mons. Gaenswein è uscito con gli altri al momento in cui è stato intimato l'"extra omnes", prima che il cerimoniere pontificio mons. Guido Marini chiudesse la porta della Sistina.

I cardinali elettori erano partiti in processione dalla Cappella Paolina, nella Prima Loggia del Palazzo Apostolico Vaticano. La processione ha attraversato la Sala Regia e si è svolta al canto delle Litanie dei Santi. Oltre ai cardinali elettori, hanno partecipato alla processione il cardinale maltese Prosper Grech, ultra-ottantenne, che nella Sistina terrà la meditazione prevista all'inizio del Conclave, il segretario del Conclave, il vice camerlengo, l'uditore della Camera Apostolica, il maestro delle Celebrazioni liturgiche con alcuni cerimonieri pontifici, più altri addetti membri dei Collegi dei Protonotari, dei Prelati uditori della Rota, dei Prelati Chierici di Camera, e la Cappella Musicale Pontificia.

I cardinali hanno marciato nell'ordine inverso di precedenza (diaconi, presbiteri, vescovi. Chiude il card. Giovanni Battista Re con il maestro delle Cerimonie pontificie mons. Guido Marini.
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Video: la fumata nera
 
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view post Posted on 13/3/2013, 19:40

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Conclave, la fumata e' bianca



La fumata bianca dal comignolo della Cappella Sistina dove i cardinali sono riuniti da ieri ha segnalato che il nuovo papa è stato eletto. Il pontefice è stato eletto al quinto scrutinio dopo le fumate nere di ieri sera e di questa mattina.

Le campane della basilica di San Pietro suonano a festa per annunciare il nuovo papa.

Un boato della Piazza San Pietro ha accolto la fumata bianca. La folla impazzita si sta accalcando sotto al sagrato della basilica di San Pietro, è un tripudio di cori e foto.

Il Conclave in corso comunque e' già più lungo di quello che nel 2005 elesse Papa Joseph Ratzinger. Per giungere all'elezione di Benedetto XVI, infatti occorsero quattro scrutini, svoltisi in due giorni, uno il 18 e tre il 19 aprile 2005. Non essendoci stata la fumata bianca al quarto scrutinio, quindi, la scelta del successore sta richiedendo più votazioni di quelle occorse per Ratzinger.

La notizia della fumata bianca in Piazza san Pietro è stato accolta anche a Venezia dal suono delle campane a distesa dal campanile della Basilica di San Marco. Anche nelle chiese delle altre città del Veneto le campane sono state sciolte per salutare l'annunciata elezione del nuovo Pontefice. Pochi minuti dopo la fumata bianca a Milano in tutte le chiese hanno iniziato a suonare le campane. Le campane suonano anche in tte le chiese della Lombardia. La notizia della fumata bianca in Piazza san Pietro è stato accolto anche a Venezia dal suono delle campane a distesa dal campanile della Basilica di San Marco. Anche nelle chiese delle altre città del Veneto le campane sono state sciolte per salutare l'annunciata elezione del nuovo Pontefice.


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Video: la fumata bianca

 
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Il nuovo Papa e' Jorge Mario Bergoglio, si chiamera' Francesco

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BERGOGLIO Jorge Mario, 17.12.1936, Argentina



ansa.it

Biografia

Jorge Mario Bergoglio, gesuita, Arcivescovo di Buenos Aires (Argentina), Ordinario per i fedeli di rito orientale residenti in Argentina e sprovvisti di Ordinario del proprio rito, è nato a Buenos Aires il 17 dicembre 1936. Ha studiato e si è diplomato come tecnico chimico, ma poi ha scelto il sacerdozio ed è entrato nel seminario di Villa Devoto. L'11 marzo 1958 è passato al noviziato della Compagnia di Gesù, ha compiuto studi umanistici in Cile e nel 1963, di ritorno a Buenos Aires, ha conseguito la laurea in filosofia presso la Facoltà di Filosofia del collegio massimo San José di San Miguel.

Fra il 1964 e il 1965 è stato professore di letteratura e di psicologia nel collegio dell'Immacolata di Santa Fe e nel 1966 ha insegnato le stesse materie nel collegio del Salvatore di Buenos Aires. Dal 1967 al 1970 ha studiato teologia presso la Facoltà di Teologia del collegio massimo San José, di San Miguel, dove ha conseguito la laurea. Il 13 dicembre 1969 è stato ordinato sacerdote. Nel 1970-71 ha compiuto il terzo probandato ad Alcala de Henares (Spagna) e il 22 aprile 1973 ha fatto la sua professione perpetua.

E' stato maestro di novizi a Villa Barilari, San Miguel (1972-1973), professore presso la Facoltà di Teologia, Consultore della Provincia e Rettore del collegio massimo. Il 31 luglio 1973 è stato eletto Provinciale dell'Argentina, incarico che ha esercitato per sei anni. Fra il 1980 e il 1986 è stato rettore del collegio massimo e delle Facoltà di Filosofia e Teologia della stessa Casa e parroco della parrocchia del Patriarca San José, nella Diocesi di San Miguel.

Nel marzo 1986 si è recato in Germania per ultimare la sua tesi dottorale; quindi i superiori lo hanno destinato al collegio del Salvatore, da dove è passato alla chiesa della Compagnia nella città di Cordoba come direttore spirituale e confessore. Il 20 maggio 1992 Giovanni Paolo II lo ha nominato Vescovo titolare di Auca e Ausiliare di Buenos Aires.

Il 27 giugno dello stesso anno ha ricevuto nella cattedrale di Buenos Aires l'ordinazione episcopale dalle mani del Cardinale Antonio Quarracino, del Nunzio Apostolico Monsignor Ubaldo Calabresi e del Vescovo di Mercedes-Lujan, Monsignor Emilio Ogénovich. Il 3 giugno 1997 è stato nominato Arcivescovo Coadiutore di Buenos Aires e il 28 febbraio 1998 Arcivescovo di Buenos Aires per successione, alla morte del Cardinale Quarracino.

E' autore dei libri: Meditaciones para religiosos del 1982, Reflexiones sobre la vida apostolica del 1986 e Reflexiones de esperanza del 1992. E' Ordinario per i fedeli di rito orientale residenti in Argentina che non possono contare su un Ordinario del loro rito.

Gran Cancelliere dell'Università Cattolica Argentina. Relatore Generale aggiunto alla 10/a Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi (ottobre 2001). Dal novembre 2005 al novembre 2011 è stato Presidente della Conferenza Episcopale Argentina. Dal Beato Giovanni Paolo II creato e pubblicato Cardinale nel Concistoro del 21 febbraio 2001, del Titolo di San Roberto Bellarmino.


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(ANSA) - Vatican City, March 13 - Buenos Aires Archbishop Jorge Mario Borgoglio was elected pope Wednesday.

Borgoglio, 76, is the first Jesuit pope.

A conservative like his predecessor Benedict XVI and a strong supporter of helping the poor, he will become Pope Francis I.

Earlier white smoke billowed out of the chimney on the Sistine Chapel roof on Wednesday to signal that the conclave of cardinals had elected a new pope.

The bells of St Peter's rang out in confirmation of the election and a huge crowd applauded and chanted "Long Live The Pope, Long Live The Pope".

The pope is the 266th head of the Catholic Church since St Peter, the first one.

The conclave was very short, taking only five ballots over less than two days, just one more ballot than that of his predecessor Benedict XVI in 2005..

Benedict spurred the election with his shock abdication last month.

The campanile in St Mark's Square rang across Venice, as did the belfry in the Milan Cathedral and church bells in towns across Italy and other parts of the world as news spread that the Catholic Church had a new leader.
 
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Prime parole del papa : "Mi hanno scelto dalla fine del mondo''

"Fratelli e sorelle, buonasera". Queste le prime parole da Pontefice di papa Francesco, parlando alla folla di piazza San Pietro. "Voi sapete che il dovere del Conclave era di dare un vescovo a Roma, sembra che i miei fratelli cardinali siano andati a prenderlo quasi alla fine del mondo, ma siamo qui. Vi ringrazio per l'accoglienza", ha aggiunto, facendo riferimento alla sua nazionalità argentina.




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Bergoglio, prima messa da Papa
L'omelia in italiano, parla a braccio



Prima messa da Papa per Jorge Mario Bergoglio. Nella Cappella Sistina Papa Francesco ha aperto con il rito della penitenza. Dopo avere letto in latino le formule della sua prima liturgia da Pontefice Romano, ha scelto di utilizzare invece l'italiano per la sua prima omelia, pronunciata a braccio: una scelta diversa da quella del suo predecessore, Benedetto XVI che, nella medesima occasione, l'aveva pronunciata in latino.

TRE LINEE DELLA CHIESA - «Senza la confessione la Chiesa diventa una ong pietosa», ha detto Papa Francesco. «Camminare, edificare, confessare», sono le tre linee della Chiesa secondo Bergoglio. «Nelle tre letture che abbiamo ascoltato c'è in comune il "movimento". La nostra vita è un cammino, e non va quando ci fermiamo. Dobbiamo camminare sempre, in presenza e alla luce del Signore cercando di vivere con quella irreprensibilità che Dio chiedeva ad Abramo nella sua promessa». «Dio ha detto ad Abramo - ha ricordato Papa Francesco - cammina nella mia presenza e sii irreprensibile».

IL DEMONIO - Papa Francesco ha messo in guardia i 114 cardinali che lo hanno eletto ieri: «Chi non prega il Signore prega il diavolo, quando non si confessa Gesù si confessa la mondanità del Demonio». «Se non camminiamo alla luce di Cristo» la nostra realtà, ha ammonito nell'omelia pronunciata a braccio nella Sistina, diventa quella «descritta da Leon Bloy»


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Papa che sorprende, in 5 giorni tanti gesti nuovi




Ha cominciato nei primi secondi del Papato con quella sua croce di ferro, la veste bianca senza mozzetta e stola e quel coinvolgente "fratelli e sorelle buonasera". Papa Francesco comincia il suo cammino da Pontefice con una prima rottura degli schemi. Niente, rispetto ai tanti, piccoli e potenti gesti di questi primi cinque giorni. E niente, viene da pensare, rispetto a quello che farà nel futuro. Insomma papa Francesco, che paga il conto alla casa del Clero e non abbandona le sue usurate scarpe nere, che odia le auto blu e - non potendo più usare metrò e bicicletta - si infila nel pulmino con i cardinali, che scoppia in allegre risate e mostra il pollice alzato ai fotografi, che ama il calcio e il tango e ammette di aver avuto una fidanzatina, continua a sorprendere.

Anche oggi, nella prima domenica "Bergoglio-style". Vestito come gli altri sacerdoti celebra la messa nella parrocchia di Sant'Anna in Vaticano e poi saluta e abbraccia uno a uno i presenti. Scambia qualche parola anche con Pietro, il fratello di Emanuela Orlandi scomparsa da oltre trent'anni. Un'apertura nei confronti dei familiari della giovane che avevano chiesto più volte nei mesi scorsi di ricordare la vicenda all'Angelus. Ma a papa Francesco non bastano i saluti dentro la chiesa. E, con un gesto senza precedenti, esce e si dirige a piedi verso la folla che lo acclama oltre le mura vaticane. Il tutto sotto gli occhi interdetti degli uomini del servizio di sicurezza e la sorpresa e la commozione dei fedeli, che lo abbracciano con slancio. Rivisitato anche il tradizionale momento alla finestra: davanti a una piazza San Pietro gremita all'inverosimile Francesco, dopo un discorso a braccio e ricco aneddoti e mimica, salta i tradizionali saluti nelle lingue straniere e augura 'Buona domenica e buon pranzo' a tutti. Nel primo tweet chiama i suoi interlocutori "cari amici" e li ringrazia, chiedendo di continuare a pregare per lui.

Ieri rivoluzione anche all'incontro con la stampa. Il Papa impartisce la benedizione di cuore ma in silenzio nel rispetto dei "molti dei presenti non sono cattolici e non sono credenti". Non da poco anche il suo racconto dei momenti clou del Conclave, quando ha capito che sarebbe diventato Papa e ha pensato ai poveri e alle guerre e ha scelto il suo nome. E poi la frase scherzosa ai giornalisti: "Avete lavorato, eh?". E infine, da vero poverello di Assisi, le carezze al labrador, che accompagna Alessandro Forlani della Rai, che è non vedente.

Ricco di eventi rivoluzionari anche il primo giorno da Pontefice: la messa con i cardinali nella Cappella Sistina con la semplice casula, la scelta di celebrare non più con spalle al popolo e con la cattedra al centro. E poi nell'incontro con i porporati, chiamati e trattati da "fratelli". Nello slancio per salutare il cardinal Sodano inciampa e quasi cade. Poi non permette loro di inginocchiarsi, li abbraccia e bacia tutti e con qualcuno ride di gusto. Ora bisogna solo prepararsi alle novità del giorno dell'intronizzazione. La prima si conosce già: niente seminaristi romani ma ad accompagnarlo nel giorno più importante della sua vita la forza dell'ordine più umile, i francescani del santuario di La Verna.


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Lombardi: l'anello piscatorio non sarà d'oro



Arrivano alla spicciolata, i capi di Stato e di governo. Sono oltre 130 le delegazioni attese domani per la cerimonia di inizio pontificato di Papa Francesco. Molti leader ne approfittano per incontri bilaterali, a Roma. E' il caso del primo vicepresidente cattolico della storia americana Joe Biden (ma alla Casa Bianca ci fu anche il cattolico John Kennedy). A Roma da ieri sera, Biden ha incontrato tra gli altri il capo dello Stato Giorgio Napolitano. La presidente argentina Cristina Fernandez de Kirchner è stata la prima a essere ricevuta da Bergoglio, nonostante i rapporti tra i due siano sempre stati difficili. Un incontro a Santa Marta, la residenza interna al vaticano in cui il nuovo pontefice continua ad alloggiare. Un faccia a faccia seguìto da un pranzo tra i due. "Sa di dover cambiare molte cose in Vaticano", ha detto la Kirchner alla fine. "E gli ho chiesto di intercedere nel dialogo con Londra sulle Falklands".

Scatena polemiche intanto la presenza a Roma del dittatore Robert Gabriel Mugabe, presidente dello Zimbabwe che è considerato persona non gradita - sia nell'Ue che negli Stati Uniti - e ha il divieto di viaggiare in Europa fatta eccezione per gli "obblighi religiosi". Tra gli altri leader attesi, la cancelliera tedesca Angela Merkel, il premier francese Jean-Marc Ayrault, e il duca di Gloucester, in rappresentanza della cugina, la regina Elisabetta.

La cerimonia di domani: l'anello. Il Papa domani lascerà Santa Marta alle 8.50. Compirà un lungo giro tra la folla, per consentire a tutti di vederlo e salutarlo. Poi l'ingresso nella basilica: i patriarchi orientali cattolici accompagneranno Francesco dalla sacrestia alla tomba di Pietro, nelle Grotte Vaticane. Qui saranno preparati l'anello del pescatore e il pallio, i due segni del ministero petrino. Successivamente il pallio, lo stesso di Benedetto XVI, sarà consegnato al Papa dal cardinale protodiacono Jean-Louis Tauran. Un altro cardinale - il primo dell'ordine dei presbiteri, Godfried Daneels - farà una preghiera, mentre il decano, il primo dell'ordine dei vescovi, Angelo Sodano, gli consegnerà l'anello del pescatore su cui sarà rappresentato San Pietro con le chiavi. "Non sarà d'oro", ha precisato padre Lombardi in conferenza stampa. Il bozzetto dell'anello era stato realizzato dall'artista Manfrini durante il pontificato di Paolo VI.

L'ultimo rito, prima della cerimonia, sarà "l'omaggio di obbedienza da parte dei presenti al nuovo papa". Per rendere il rito "un po' semplice", saranno scelti, in rappresentanza di tutto il collegio cardinalizio, "sei cardinali, due per ognuno degli ordini dei vescovi, presbiteri, diaconi", ma ancora non è nota la loro identità.

L'omelia: possibili aggiunte a braccio. Le letture e le preghiere della messa di domani in Piazza San Pietro saranno quelle della giornata in cui viene celebrata, cioè quelle di San Giuseppe che si festeggia appunto il 19 marzo. Padre Lombardi ha spiegato che in genere il Vangelo viene cantato in latino e greco, per sottolineare l'unità dei cristiani di oriente e occidente. "In questo caso - ha aggiunto - si è optato per il greco "perché di latino ce n'è già molto". I concelebranti saranno circa 180: tutti i cardinali presenti a Roma, elettori e non. Tra loro anche i patriarchi, gli arcivescovi maggiori non cardinali, due generali degli ordini religiosi, dei gesuiti e dei francescani. La celebrazione dovrebbe durare due ore, secondo il maestro delle cerimonie. L'omelia sarà in italiano. "Cercheremo di dare il testo", ha spiegato padre Lombardi. Ma, visti i precedenti di papa Francesco - con i suoi discorsi a braccio - ha consigliato ai giornalisti di seguire con attenzione tutte le sue parole. A concludere la messa, come tra tradizione, sarà il "Te Deum".

Le altre religioni. Saranno 33 le delegazioni di altre chiese e comunità cristiane presenti alla messa. Per la prima volta il patriarca ecumenico Bartolomeo I parteciperà ai riti dell'inizio di un pontificato. Tra le altre delegazioni, ha aggiunto padre Lombardi, particolarmente importante è quella ebraica che conta 16 delegati.

Le delegazioni internazionali. Sono 132 le delegazioni dei Paesi e delle organizzazioni internazionali che finora hanno comunicato la loro presenza alla Messa di inizio pontificato di Papa Francesco. La più numerosa sarà quella argentina. Per l'Italia, oltre al capo dello Stato Napolitano, ci saranno Monti e i neopresidenti delle Camere Grasso e Boldrini.

Lo stemma. Papa Francesco ha deciso di conservare lo stemma della sua nomina a vescovo (uno scudo con un fondo azzurro, il monogramma di Gesù, una stella che ricorda la sua devozione mariana e un fiore di nardo che rappresenta San Giuseppe). E conserverà anche lo stesso motto episcopale "Miserando atque eligendo": è la frase latina del Vangelo di Matteo che descrive l'atteggiamento di Gesù verso il pubblicano (considerato un pubblico peccatore). "Lo guardò con misericordia e lo scelse".

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(Lo stemma: Il motto sarà "miserando atque eligendo", mentre lo stemma prevede in campo blu tre immagini in color oro: in alto, campeggia l'emblema dell'ordine di provenienza del Papa, la Compagnia di Gesù: un sole raggiante e fiammeggiante caricato dalle lettere, in rosso, IHS, monogramma di Cristo. La lettera H è sormontata da una croce; in punta, i tre chiodi in nero. In basso, si trovano la stella e il fiore di nardo. La stella simboleggia la Vergine Maria, madre di Cristo e della Chiesa; mentre il fiore di nardo indica San Giuseppe, patrono della Chiesa universale. Ponendo nel suo scudo tali immagini, il Papa ha inteso esprimere la propria particolare devozione verso la Vergine Santissima e San Giuseppe)



"Non c'entra con la dittatura". A poche ore dall'inizio del pontificato, dall'Argentina arriva una presa di posizione ufficiale che non potrà che rallegrare Bergoglio. Il presidente della Corte Suprema di Giustizia argentina, Ricardo Lorenzetti, in un'intervista radiofonica ha detto che Papa Francesco "è una persona assolutamente innocente" e non è stato sospettato di nessuna complicità con le violazioni dei diritti umani commesse durante la dittatura militare". "Al di là del fatto che ci sia gente che non è d'accordo, o che dice che potrebbe aver fatto una cosa o l'altra, resta il fatto certo che non esiste nessuna accusa concreta contro l'ex cardinale".

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L'anello del pescatore in argento dorato scelto da Papa. Sarà consegnato durante la messa per l'inaugurazione del pontificato. L'autore è lo scultore Enrico Manfrini. Il pallio, la fascia di lana bianca con le croci rosse che simboleggia il Buon Pastore, invece, è lo stesso di Benedetto XVI. Il pallio, insieme all'anello del pescatore, è uno dei due simboli del ministero petrino.

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Scarpe papali, la normalità di Francesco


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Con i lacci e di pelle nera. Sono queste le scarpe utilizzate da Papa Francesco che, con un netto cambiamento di stile rispetto al predecessore, ha deciso di non indossare i mocassini in pelle rossa con i quali è stato sempre visto Benedetto XVI. Solo l'ultima delle scelte del Pontefice che fin dall'inizio ha deciso di rinunciare alla croce d'oro e ha annunciato che il suo anello piscatorio sarà d'argento dorato (reuters)
 
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view post Posted on 20/3/2013, 00:23

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In 200.000 alla messa inaugurale del pontificato di Francesco

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Duecentomila fedeli sono accorsi in Piazza San Pietro a Roma per assistere alla cerimonia di inaugurazione del Pontificato di papa Francesco. Anche se molti meno rispetto alle previsioni, hanno iniziato a mettersi in coda fin dall'alba per poter vedere e stringere la mano al Pontefice che ha fatto il giro della piazza in jeep. Nell'omelia, il Papa ha esortato i capi di Stato e di governo giunti a rendergli omaggio: "Custodite il creato e l'uomo".

Forte rappresentanza del Sudamerica - La folla ha seguito con attenzione la cerimonia. I più vicini al sagrato, e i più numerosi, erano i fedeli dei Paesi latino-americani, argentini e brasiliani in testa. Nutrita anche la rappresentanza degli stati africani, in particolare Nigeria, Camerun e Angola. Ma c'erano bandiere anche dell'Armenia e delle Samoa, le isole dell'Oceania, moltissimi anche i polacchi, i tedeschi e gli austriaci. Tanti anche gli italiani, che dal nord al sud, si sono sottoposti a viaggi massacranti pur di assistere all'intronizzazione di papa Francesco. Massiccia la presenza di seminaristi e suore straniere che studiano e vivono a Roma. Con uno dei suoi fuoriprogramma cui sta iniziando ad abituarci, Bergoglio è sceso dalla jeep ed ha baciato un ammalato trasgredendo le regole del cerimoniale.

Ai potenti: "Custodite il creato e l'uomo" - La cerimonia ha previsto anche il saluto dei numerosi capi di Stato e di governo venuti ad omaggiare il Pontefice. Soprattutto a loro è stata rivolta l'omelia con il richiamo a "non aver paura" di esprimere "bontà e tenerezza nei confronti degli ultimi, i poveri ed i semplici". Il Papa ha indirizzato un monito anche al rispetto del creato e dell'uomo partendo dal rispetto di se stessi e quindi dell'altro. Ai potenti della terra ha ricordato che "il vero potere è il servizio". Anche in questa giornata non è mancato un tributo al papa emerito Benedetto XVI. Parole che sono state più volte interrotte dagli applausi della folla.

Auguri a Ratzinger per il suo onomastico - Nella sua giornata di insediamento in San Pietro, il Santo Padre ha trovato anche il tempo per telefonare al suo predecessore, il Papa emerito Benedetto XVI, per rivolgergli i suoi "più sentiti auguri in occasione della festa di San Giuseppe e manifestargli ancora la gratitudine sua e della Chiesa per il suo servizio", come dice una nota della sala stampa.

Il colloquio è stato "ampio e cordiale" e Ratzinger ha detto di aver seguito con "intensa partecipazione gli eventi di questi giorni e in particolare la celebrazione di questa mattina, assicurando al suo Successore la sua continua vicinanza nella preghiera".

Un nuovo corso della Chiesa - Tra i fedeli è stata tanta la consapevolezza di far parte "di una nuova Chiesa, di un nuovo corso". "Essere qui in Piazza San Pietro è come sentirsi dentro qualcosa che sta per cambiare", hanno detto alcuni fedeli veronesi. Un romano di 80 anni ha osservato: "Qualcosa è cambiato, non si era mai visto un papa scendere dall'auto in Piazza San Pietro".


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Il giorno di Papa Francesco in 6 minuti



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Bergoglio incontra Ratzinger: "Siamo fratelli".
I due Papi a confronto su Vatileaks



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E venne il giorno in cui i due Papi si ritrovarono uno di fronte all'altro. Jorge Mario Bergoglio, Papa Francesco, ha incontrato a Castel Gandolfo Joseph Ratzinger, Papa emerito e suo predecessore sul soglio pontificio col nome di Benedetto XVI, in un momento assolutamente inedito nella storia della Chiesa cattolica.

L'elicottero con a bordo Papa Francesco è partito dall'eliporto Vaticano alle 12,05 circa. Una decina di minuti dopo, l'elicottero bianco ha sorvolato due volte e a bassa quota il centro di Castel Gandolfo, suscitando l'applauso dei fedeli raccolti in piazza della Libertà. Quindi l'atterraggio all'eliporto della villa pontificia sulle pendici del lago Albano, dove Papa Francesco ha trovato ad accoglierlo Benedetto XVI, affiancato dal vescovo di Albano Marcello Semeraro e dal direttore delle ville pontificie Saverio Petrillo.

"Un bellissimo abbraccio". Bergoglio e Ratzinger hanno quindi preso posto su una vettura, su cui era seduto davanti Monsignor Georg Gaenswein, trasferendosi al Palazzo Apostolico, presidiato da telecamere di tutto il mondo e dalla folla in composta attesa di un assai improbabile apparire di Bergoglio e Ratzinger dalla balconata.

"Non è previsto, non mi risulta, che si affaccino", spiega Padre Lombardi, portavoce della sala stampa vaticana, riferendo di un "abbraccio bellissimo tra il Papa e il Papa emerito" all'eliporto e aggiungendo un'altra toccante immagine dell'incontro in corso: "Francesco e Benedetto XVI sono in preghiera sullo stesso banco".

"Siamo fratelli"
. E' accaduto quando il Papa e il Papa emerito si sono recati nella cappella di Castel Gandolfo per pregare. Benedetto XVI ha fermato con un gesto della mano Francesco, che avrebbe voluto prendere posto tra i banchi lasciando al papa emerito l'inginocchiatoio centrale. Allora Francesco ha preso Benedetto XVI per mano per inginocchiarsi con lui nello stesso banco. La sequenza è stata filmata dal Centro Televisivo Vaticano. Nella circostanza, Bergoglio ha detto a Ratzinger: "Siamo fratelli", ha riferito padre Lombardi.

Nelle immagini Papa Francesco appare emozionato, Benedetto XVI invece un po' invecchiato. Mentre all'interno del Palazzo Pontificio cammina verso la Cappella, Ratzinger resta volutamente un passo indietro al suo successore, sostenendosi con il bastone. Papa Francesco ha regalato al Papa emerito un'icona della "Madonna dell'umiltà". "Ho subito pensato a lei per i tanti esempi di umiltà del suo pontificato", ha detto Bergoglio e Ratzinger "nel riceverla si è commosso", ha rivelato il portavoce vaticano.

Il colloquio. L'incontro privato ha avuto luogo nella biblioteca del Palazzo Apostolico, è durato "tra i 40 e i 45 minuti, hanno parlato in italiano, un momento di altissima, profondissima comunione", ha aggiunto padre Lombardi, conversando con i giornalisti all'esterno del palazzo apostolico di Castelgandolfo. Le immagini diffuse dal Centro Televisivo Vaticano mostrano Papa Francesco e Bendetto XVI seduti in un salottino, sul tavolo basso che li divide è poggiata una cassetta bianca, al suo interno documenti, sopra una busta chiusa.

Il colloquio, ha detto Lombardi, ha dato modo a Benedetto XVI di "rinnovare il suo atto di riverenza e obbedienza al suo successore" e a questi di rinnovargli la "gratitudine sua e di tutta la Chiesa per il ministero svolto da papa Benedetto nel suo pontificato". Il Papa emerito, ha riferito il portavoce, veste con la semplice talare bianca, "senza la mantellina e la fascia che invece indossa il Papa".

"Il Papa emerito - ha anticipato padre Lombardi - ha intenzione di accompagnare anche all'eliporto Papa Francesco, quando sarà il momento di rientrare". Lombardi ha ricordato che si è trattato del primo incontro di persona, ma che il Papa "ha già rivolto molte volte il suo pensiero al Papa emerito". Concluso il colloquio privato, Bergoglio e Ratzinger pranzeranno insieme, "con loro anche i due segretari, monsignor Georg e monsignor Xuereb" ha riferito ancora padre Lombardi.

Durante il colloquio privato, Bergoglio e Ratzinger avranno parlato di Vatileaks e probabilmente delle risultanze dell'inchiesta interna voluta da Benedetto XVI, che ne avrebbe consegnato il verbale, redatto dai cardinali Julian Herranz, Josef Tomko e Salvatore De Giorgi, solo al suo successore.

Quello che si sono detti Francesco e Benedetto resterà, almeno per ora, un loro segreto. Gli argomenti, in ogni caso, non sono mancati: nuova evangelizzazione, persecuzioni dei cristiani nel mondo, riforma della Curia, abusi sessuali, le sfide da affrontare.

Il commiato. L'elicottero di Papa Francesco è decollato da Castel Gandolfo alle 14,42 diretto in Vaticano. Come era sua intenzione, Benedetto XVI ha riaccompagnato il Pontefice all'eliporto al momento della ripartenza. Secondo quanto reso noto da padre Federico Lombardi, sull'elicottero del Papa sono ritornati anche tutti coloro che lo avevano accompagnato in mattinata.

Un'immagine epocale. Ratzinger e Bergoglio, il teologo tedesco, il pastore latinoamericano, interiore e attento alla liturgia il primo, popolare e più essenziale nelle forme l'altro. Si compie così la lunga parabola iniziata dalla Santa Sede più di un mese fa, l'11 febbraio, con l'annuncio delle dimissioni di Ratzinger, e proseguita il 13 marzo con i cardinali riuniti in conclave che giungono all'elezione del suo successore, Bergoglio.

Subito dopo la fumata bianca, Papa Francesco aveva telefonato immediatamente a Ratzinger e alla folla lo acclamava aveva chiesto di pregare anche per Benedetto XVI. Bergoglio ha chiamato nuovamente Ratzinger il 19 marzo, per fargli auguri di buon onomastico il giorno di San Giuseppe. E ora, passati i primi concitati giorni del Pontificato e decantata la pressione mediatica, ecco l'incontro.

Lasciando il suo pontificato, Benedetto XVI aveva assicurato obbedienza al successore e manifestato l'intenzione di seguire la vita della Chiesa in silenzio e in preghiera. Dopo un paio di mesi a Castel Gandolfo, Ratzinger si trasferirà nel monastero Mater Ecclesiae in Vaticano.



 
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