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Le piante carnivore si "illuminano" per catturare le prede

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view post Posted on 1/3/2013, 01:57

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Le piante carnivore si "illuminano"
per catturare le prede

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Fotografia per gentile concessione Rajani Kurup, Anil J. Johnson, Sreethu Sankar e Sabulal Baby



Le piante carnivore hanno un intero arsenale a disposizione per attirare le prede: colori accesi, nettari deliziosi... Finora però nessuno sapeva che fossero anche in grado di produrre una particolare bioluminescenza blu acceso, invisibile all'occhio umano ma non alle malcapitate prede, come quella visibile in quest'immagine di una pianta Nepenthes khasiana scattata nell'ultravioletto.

Come rivela infatti un nuovo studio pubblicato sulla rivista Plant Biology, le piante carnivore posseggono cellule specializzate capaci di produrre questa colorazione all'ultravioletto che di sicuro non sfugge agli insetti, ma forse, sospettano i ricercatori, anche a piccoli mammiferi.


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Fotografia di Daniel Düsentrieb/Wikipedia




La pianta carnivora Nepenthes khasiana come appare all'occhio umano. “A quanto ci risulta, abbiamo a che fare con la più netta emissione di bioluminescenza del mondo vegetale", dice l'autore dello studio Sabulal Baby, botanico al Jawaharlal Nehru Tropical Botanic Garden and Research Institute in India.

La fluorescenza è in realtà una tecnica di sopravvivenza: le piante carnivore la emettono in suoli particolarmente privi di nutrienti e hanno bisogno di catturare prede per supplire alla dieta povera.

La luce della pianta viene emessa nella lunghezza d'onda dell'ultravioletto per attrarre prede potenziali, tra cui insetti o altri artropodi come crostacei o ragni. Gli insetti spesso vedono lunghezze d'onda che li aiutano a individuare fonti di cibo: le api ad esempio si sono evolute per individuare i fiori dai colori più vivaci, e spesso più ricchi di nettare.




La pianta Sarracenia purpurea risplende di luce nell'ultravioletto. A un insetto, la bioluminescenza della pianta fa l'effetto che avrebbe per noi un falò nella notte. Ma non per l'essere umano: “Noi non possiamo vederla a una luce normale”, dice Baby. “Ma nella scala di una piccola formica, per loro potrebbe essere una luce molto forte”.

Baby e il suo team hanno preso in esame i tipi principali di trappole di pianta carnivora: ad aspirazione, ad ascidio (in cui le prede vengono intrappolate all'interno di una foglia arrotolata a forma di caraffa, contenente enzimi digestivi o batteri), adesive e a tagliola.

Queste ultime svolgono i movimenti più rapidi del mondo vegetale, mentre in quelle ad aspirazione la preda viene risucchiata da una struttura simile ad una vescica, l'utricolo, al cui interno si genera un vuoto di pressione.

Solo le piante con trappola ad ascidio come Nepenthes e Sarracenia e quelle a tagliola come Dionaea muscipula generano questa tipica bioluminescenza blu, che però si è rivelata importante per la loro sopravvivenza. Quando ad esempio gli studiosi hanno oscurato la luce all'ultravioletto, le piante hanno attratto meno insetti.




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Fotografia per gentile concessione Rajani Kurup, Anil J. Johnson, Sreethu Sankar e Sabulal Baby


La pianta ad ascidio Nepenthes khasiana nella luce bianca (a sinistra) e nell'ultravioletto.

Benché la ricerca sia ancora incompleta, Baby sospetta anche che la bioluminescenza sia visibile anche a piccoli mammiferi come topiragno o ratti, attirandoli verso la pianta per berne il nettare. Così facendo, questi animali depositerebbero all'interno della pianta materia fecale, che costituisce un'altra fonte di nutrimento.


Gli studiosi ritengono che la scoperta possa in futuro contribuire alla ricerca medica. Così è stato ad esempio per alcune meduse fluorescenti, le cui proteine sono legate a marcatori specifici che hanno contribuito allo studio della diffusione delle cellule cancerogene. Le cellule luminescenti delle piante carnivore potrebbero assolvere a una funzione simile.


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