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LE INVENZIONI DI JULES VERNE DIVENTATE REALTA'

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view post Posted on 21/2/2011, 19:32

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Le invenzioni di Jules Verne
diventate realtà



Se fosse vivo (avrebbe 183 anni!) il grande scrittore vedrebbe avverate molte delle sue profezie. Dai sottomarini alle videoconferenze, dalla pistola elettrica alle scritte aeree



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Google e gli appassionati di fantascienza di tutto il mondo hanno celebrato il 183° anniversario della nascita di Jules Verne, o Giulio Verne come è stato a lungo noto in Italia, nato l'8 febbraio 1828. Se fosse ancora vivo, il grande scrittore francese potrebbe vedere realizzate molte delle sue futuristiche invenzioni. O qualcosa di molto simile.

In quello che forse è il suo romanzo più famoso, Ventimila leghe sotto i mari (1870), Verne immagina che il capitano Nemo viaggi per gli oceani in un grande sottomarino elettrico, il Nautilus.

Se escludiamo l'organo, la sala da pranzo elegante e altri lussi, il Nautilus non è poi molto diverso da alcuni sottomarini moderni, come l'Alvin (nella foto), uno scafo a tre passeggeri alimentato a batterie piombo-acido, varato negli anni Sessanta.

Come l'Alvin, anche il Nautilus era a propulsione esclusivamente elettrica: "all'epoca l'elettricità era avvolta da una sorta di aura magica", dice Rosalind Williams, storica della tecnologia al Massachusetts Institute of Technology (MIT).

Nel libro, il capitano Nemo descrive l'elettricità come "un agente rapido, obbediente, potente, che si adatta a qualsiasi uso, e regna sovrano a bordo del mio battello".


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In un racconto scritto nel 1889, La giornata di un giornalista americano nel 2889, Verne descrive un'alternativa ai giornali: "Invece di essere stampato, lo Earth Herald viene 'detto' ogni mattina agli abbonati, che apprendono le notizie del giorno da interessanti conversazioni con giornalisti, scienziati e uomini di Stato".

Occorsero molto meno dei mille anni previsti da Verne per avere i primi giornali radio (negli anni Venti) e poi i primi telegiornali (nei Quaranta). Già nel 1974 centinaia milioni di persone in America e all'estero poterono assistere in diretta alle dimissioni del presidente Nixon (nella foto).


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In Dalla Terra alla Luna (1865), una delle sue opere più famose, Verne immaginava navicelle spaziali alimentate dalla luce solare. Oggi la tecnologia esiste: sono vele solari la sonda orbitante Nanosail-D della NASA (nell'immagine, una rappresentazione artistica) e Ikaros, lanciata dall'Agenzia spaziale giapponese (Leggi l'articolo Una vela per navigare nello spazio).

È solo una delle tante tecnologie moderne che Jules Verne profetizzò decenni prima della loro realizzazione. "Predisse molte cose che poi si sono avverate, ma solo perché leggeva molto, parlava con gli esperti e sapeva quel che stava succedendo nel mondo", spiega Rosalind Williams, storica del MIT. "Non c'è da sorprendersi. Non era magia".


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Jules Verne amava soprattutto fantasticare sui veicoli, ma immaginò anche armi che all'epoca non esistevano ancora. In Ventimila leghe sotto i mari scrive di una pistola che dà una forte scossa elettica, molto simile all'attuale taser, l'arma elettrica in dotazione a poliziotti e agenti di sicurezza in alcuni paesi (nella foto).

"Questa pistola non spara pallottole normali", scrisse Verne, "ma piccole capsule di vetro, ricoperte da un'armatura d'acciaio, e appesantite da una pallina di piombo: sono delle vere bottiglie di Leida [i primi condensatori elettrici, inventati nel Settecento], in cui viene immagazzinata elettricità ad alta tensione. Al minimo urto vengono sparate, e l'animale, per quanto forte, cade morto all'istante".

Le invenzioni di Verne non sono tutte a fin di bene. "È uno sbaglio credere che presenti tutti i suoi aggeggi come innovazioni desiderabili", spiega Williams. "Sa fin troppo bene che quelle invenzioni potrebbero essere utili in campo militare e di polizia; e teme che le società moderne non siano in grado di impiegarle saggiamente e a fin di bene".


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In La giornata di un giornalista americano nell'anno 2889 Verne descrive il "fonotelefoto", precursore delle moderne tecnologie di videoconferenza (nella foto, un collegamento tra famiglie divise tra Corea del Nord e del Sud, nel 2005).

Il fonotelefoto, scrisse Verne, permetteva "la trasmissione di immagini per mezzo di specchi sensibili connessi da cavi". Secondo Technovelgy.com, un sito che cataloga le invenzioni e le idee anticipate dalla fantascienza, si tratta forse del primo esempio di videotelefono mai comparso in un'opera di narrativa.

La fantasia di Verne era molto influenzata dalle riviste tecniche e scientifiche, sostiene Rosalind Williams, storica del MIT. "Era un lettore vorace", racconta. "Andava al suo club, dove arrivavano tutte queste riviste, e prendeva appunti. Così, ad esempio, venne a sapere di un sottomarino che era stato collaudato nel Mare del Nord".



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Jules Verne immaginò anche quelli che oggi chiamiamo moduli lunari, come la capsula conica che si vede in cima a questo razzo della NASA.

In Dalla Terra alla Luna, descrisse dei "proiettili" usati per trasportare passeggeri fino al nostro satellite. Verne, spiega Williams, immaginò "un grosso cannone che sparava imprimendo al proiettile abbastanza forza per vincere la gravità terrestre".

Di solito nelle sue opere lo scrittore francese spiega con profusione di dettagli come funzionano le sue invenzioni. "Non fa come H.G Wells, che si inventa una sostanza capace di trasportarti sulla Luna", prosegue Williams. "Le sue idee erano sempre basate su realtà concrete".


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Attento osservatore della realtà, Jules Verne rivolse la sua attenzione anche alla pubblicità. Nel suo racconto ambientato nel 2889, parla di "réclames atmosferiche" simili alle scritte composte nel cielo usando fumo emesso da piccoli aerei. (nella foto).

"Tutti hanno notato quelle enormi pubblicità riflesse dalle nuvole", scrisse Verne, "tanto grandi che possono essere viste dagli abitanti di intere città o persino interi paesi".

Nonostante la sua passione per invenzioni e macchinari, Verne non aveva studiato ingegneria ma legge, spiega Rosalind Williams. "Aveva lavorato in teatro", prosegue, "e, ad esempio, aveva amici che si occupavano dei primi esperimenti con macchine volanti più pesanti dell'aria. Frequentava persone interessate alla scienza, alle invenzioni, alle esplorazioni".


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In Dalla Terra alla Luna, Verne immaginò un'astronave che atterrava e poi galleggiava nell'oceano, proprio come questa capsula Mercury.

A differenza di altri scrittori di fantascienza suoi contemporanei, Verne è ricordato ancora oggi soprattutto perché era un grande narratore, spiega Rosalind Williams del MIT.

"Aveva lavorato 20 anni in teatro", spiega. "Creava personaggi semplici che compiono azioni chiare. Il suo genio fu saper inventare trame complesse in cui comparivano oggetti all'avanguardia, comunicando questo grande entusiasmo per la scienza e l'innovazione".


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